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SAN MINIATO - Metti una sera d'estate a parlare di politica internazionale, di America latina, di beati e beatitudini. Un perfetto mix, quello della conferenza su Oscar Romero organizzata dal Dramma Popolare, che ieri sera (12 luglio) ha messo in luce  i caratteri storici, geopolitici e religiosi della figura del vescovo beato.Mattatore della serata è stato lo storico Franco Cardini, che tra una provocazione e una citazione ha cercato di districare la complessa trama che ha portato all'uccisione di Romero: «Avrei voluto dirvi che il beato Romero è stato ucciso da terroristi, da guerriglieri, e sarei andato liscio, a ruota libera - ha detto Cardini - ma purtroppo la realtà storica di questa vicenda è molto più complessa».

E da qui il professore apre una serie di scenari che comprendono la storia e il contesto sociale delle americhe e in particolare dell'america latina, le inclinazioni della politica degli Stati Uniti, le lobby dei grandi latifondisti e produttori ortofrutticoli, il ruolo della chiesa, con i missionari, preti e vescovi, nella vicenda di El Salvador di tutte gli stati latino americani da fine '800 ad oggi.

Interessante anche il contributo del Dott. Fiordispina, che nel 1994 fu osservatore internazionale in occasione delle prime elezioni libere in El Salvador, che ha portato uno spaccato interessante dell'attuale vita politica e sociale del paese latinoamericano.

Il vescovo Andrea ha invece trattegiato la figura di Romero come uomo di Dio, ovvero pastore che ha vissuto e si è preparato al martirio, rileggendo la sua vita alla luce del vangelo delle beatitudini. «Il vescovo Romero ha vissuto integralmente il comandamento dell'amore. Potremmo dire, rileggendo il discorso della montagna nel Vangelo di Matteo, che il vescovo è un "mite" e "povero in spirito" proprio perchè ha saputo incarnare il significato profondo delle parole di Gesù.

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