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SAN MINIATO - La pace, la nonviolenza, il servizio alle comunità. Questo in sintesi il senso delle parole del Vescovo Andrea in occasione dell’ormai tradizionale consegna del messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace ai sindaci, agli amministratori e alle forze dell’ordine dell territorio diocesano.
«L’intervento del Santo Padre quest’anno si colloca in un quadro geopolitico internazionale molto problematico, con rinnovate sfide, significativamente in tema di pace – ha affermato il Vescovo –. Le questioni emergenti per il 2017 sembrano essere Terrorismo internazionale; Guerra in Medio oriente; Guerre in altre Regioni (es. Congo); Questione Israele/Palestina;  il fenomeno di una migrazione/immigrazione epocale e la conseguente problematicità dell’accoglienza e integrazione dell’immigrazione; la crisi economica e di conseguenza dell’occupazione; le debolezze nel quadro politico italiano; Povertà emergente nella normalità della vita e delle famiglie».
Il Vescovo Andrea ha poi introdotto il tema specifico del messaggio che il Santo Padre ha intitolato: 
«La nonviolenza: stile di una politica per la pace»
Soffermandosi sul significato di «nonviolenza», mons. Migliavacca ha ricordato che è metodo di lotta politica che consiste nel rifiuto di ogni atto di violenza, in primo luogo contro i rappresentanti e i sostenitori del potere cui ci si oppone, ma anche disobbedendo a determinati ordini militari (obiezione di coscienza) o altre norme e codici, articolando la propria azione in forme di disobbedienza, boicottaggio e non collaborazione (resistenza nonviolenta).
Il principio venne teorizzato formalmente negli anni venti del Novecento dal Mahatma Gandhi e applicato dal movimento anticoloniale indiano, che lo ricollegava al principio di origine induista e buddhista dell’ahimsa, ed ebbe un peso notevole per il successo del movimento indipendentistico indiano.
All’esempio di Gandhi si sono richiamati esplicitamente Martin Luther King e diversi movimenti pacifisti, ecologisti e per i diritti civili, soprattutto a partire dagli anni sessanta.
«Per noi cristiani – ha concluso il Vescovo – l’esempio da seguire è Gesù Cristo, che nel discorso della montagna aveva già tracciato la via per la beatitudine degli operatori di pace».

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