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DALLA DIOCESI - La scorsa settimana si sono svolte le elezioni per il Consiglio provinciale della Provincia di Pisa. Per i non addetti ai lavori va ricordato che dopo la riforma Delrio le province non sono più elette dai cittadini ma solo dai sindaci e dai consiglieri comunali del territorio. Per il Comprensorio del cuoio sono stati eletti il sindaco di Santa Croce, Giulia Deidda, il sindaco di Castelfranco Gabriele Toti e il consigliere comunale Rusconi, sempre di Santa Croce sull’Arno. Perché è importante parlare di questa elezione, che non ha interessato direttamente i comuni cittadini? Perché lo scorso dicemebre il referendum costituzionale è stato bocciato dalla maggioranza assoluta degli italiani e parte della riforma proposta riguardava proprio l’abolizione delle Province come organi istituzionali intermedi tra Regioni e Comuni. La nuova situazione imporrà al Parlamento di rimettere mano all’ordinamento delle Province, proprio perché in questi ultimi anni l’intento dei Governi è stato quello di arrivare a una naturale soppressione di quegli stessi enti definiti "inutili", togliendo loro, gradualmente, capacità di spesa e di investimento.
Oggi - e a dire la verità, anche ieri - la legge attribuiva alle amministrazioni  provinciali dei compiti molto importanti: la gestione e la manutenzione degli immobili delle scuole superiori, delle strade provinciali, che sono la maggior parte, la gestione delle politiche per la  formazione, per il lavoro, per la ricerca di un impiego, grazie alla competenza esclusiva di gestione degli ingenti fondi messi a disposizione da regione, stato e unione europea (stiamo parlando in particolare del fondo sociale europeo). Tra le numerose competenze attribuite dalla legge alle province vi erano anche la tutela del territorio e la salvaguardia dell’ambiente, le politiche comunitarie, giovanili e molte altre. Tutte queste compentenze, secondo il piano Delrio avrebbero dovute essere ripartite tra le Regioni e i Comuni o loro associazioni. Invece, l’esito del 4 dicembre ha cambiato le carte in tavola ed oggi dobbiamo fare i conti con le Province.
Al di là di quanto scritto nei testi di legge, è chiaro che molte cose all’interno del funzionamento degli Enti locali dovevano e dovranno cambiare. Tuttavia ci sembra che questa sia l’occasione per riparlare seriamente di come si vogliono gestire i territori. Forse la presenza di un ente intermedio tra la Regione e i sistemi economici locali, che sia più radicato e più vicino ai territori, consente una visione dei problemi e forse una qualità delle risposte superiore a quella che pensiamo.
Adesso che in qualche modo dobbiamo dare nuova prospettiva a un ente che in questi anni è stato letteralmente svuotato di funzioni, visto che il Comprensorio del cuoio e la Valdera sono ancora ben rappresentati all’interno del Consiglio provinciale, ci auguriamo che anche in Provincia si torni a "costruire" un futuro per le nostre terre anziché rimaner fermi ad attendere la "rottamazione".

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