Il circo con animali: la sofferenza è un divertimento?

Indecenza. Se esiste una parola che esprime al meglio il disgusto etico che si prova a vedere un circo con animali è proprio questa: indecenza. E già l’etimo esprime non degno, non conveniente.

E da dove proviene, di grazia, l’indecenza del circo con animali?

S. Croce sull’Arno sabato 7 e domenica 8 febbraio ostenta (!) la presenza del circo Moira in Piazza Beini e ci presenta, inconsapevolmente, sia chiaro, l’indecenza di tale "spettacolo".
Da un lato della piazza il rutilante e musicale ingresso con tanto di biglietteria (costo del biglietto euro-, ma i circhi non ricevono sovvenzioni statali?) e al lato opposto due leonesse rinchiuse in una gabbia minuscola per la loro stazza.
E lo sdegno, la rabbia, nasce da questo aspro contrasto, ben sapendo a quali atroci sofferenze fisiche (e la mancanza di libertà non è già un’atroce sofferenza?) sono sottoposti gli animali del circo per obbedire ai loro aguzzini.
E lo sdegno s’inalbera per la grande quantità di bambini presenti a tale "spettacolo".
Che imprinting pedagogico verrà trasmesso loro? Di certo non che la sofferenza non deve mai essere un divertimento.
Al contrario è proprio questo il messaggio che viene trasmesso, la sofferenza altrui (in questo caso animali) è un divertimento.
Per cui ringraziamo vivamente l’amministrazione comunale di S.Croce che ha concesso l’attendamento del circo in questione per averci dato adito a questa breve e sdegnata riflessione.

Andrea Seligardi

Più che una riflessione una denuncia quella di Andrea Seligardi che abbiamo deciso di pubblicare in quanto offre una prospettiva particolare sull’impatto che spettacoli comunemente considerati innocui possono avere sui bambini e sensibilizza sulla tematica della vigilanza affinché si eviti ogni tipo di maltrattamento degli animali. 

(dfr)

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