torre campanaria Casciana terme parrocchiale1

CASCIANA TERME - Dopo 25 anni, si interrompe quest'anno l'esperienza del campo-scuola sulle Dolomiti. Correva l'anno 1990 quando cominciò quest'avventura a Palùs San Marco nel Comune di Auronzo, a due passi dal Lago di Misurina. Quei primi ragazzi. in prevalenza di Forcoli, oggi hanno quasi 40 anni, hanno figli già grandicelli, ma ricordano lucidamente e con nostalgia quel che al campo si faceva: era una vera scuola di umanità, di fraternità, di bellezza e di gioia. Si tornava a casa diversi e con una "carica" di entusiamo, che ci durava tutto l'anno!


Quest'anno ai ripetuti appelli non c'è stata risposta alcuna. Che desolazione! Colpa della crisi? Può darsi; ma forse c'è qualcosa di insito nel DNA di questo paese, che non facilita l'aggregazione dei ragazzi per qualcosa di importante. Manca la relazione (e quando si cerca di tesserla, ci si scansa; non solo su questo versante, ma anche su altri aspetti). Prevale lo starsene per conto proprio; magari si brontola, ci si lamenta, ma poi non si fa niente per vedere di aggregare. Le uniche forme di aggregazione sembrano essere quelle che sarebbe meglio se non ci fossero.
Tra i ritagli di giornale riguardanti questa iniziativa pastorale, ne ho trovato uno che, almeno in parte, mi piace riproporre. E' del 13 luglio 2003,pubblicato su "La Domenica"; sono passati ben 12 anni. Dicevo: "Se tu sapessi cosa perdi!" E' la convinzione di un prete ancora giovane, nonostante l'età. L'espressione è rivolta in particolare ai miei confratelli preti, a quelli supercritici, ai dotti,a quelli che contano... a quelli che non capiscono più i giovani ecc. Sono convinto che una settimana trascorsa con i ragazzi, fuori sede e fuori schema, lasciandoci "spremere" da loro,rimanendo preti ed educatori, senza abbassarci per essere "come loro", perché loro ci vogliono vedere per quello che siamo e che rappresentiamo, perché loro cercano la luce e non possiamo presentarci spenti,cercano la verità e non possiamo presentarci non credibili, un'esperienza di questo genere farebbe molto bene ai ragazzi ed ancor più a noi preti. Il campo scuola permette di stabilire un cordiale rapporto anche con quei ragazzi che si vedono di meno, o di spingere l'acceleratore con quei ragazzi che sono più sensibili alle problematiche della fede, che in parrocchia talvolta non si riesce a sviluppare adeguatamente. Al campo-scuola ci si confronta, si progetta insieme, si perdono tanti freni inibitori, che si hanno nei nostri paesi. E soprattutto si gode di sentirsi "canali" della grazia di Dio, nonostante i nostri limiti."
don Angelo Falchi

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