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FUCECCHIO - Un sabato mattina non comune quello a cui i fucecchiesi hanno assistito per la presentazione del libro e della «scoperta» che senza troppi eufemismi possiamo definire “dell’anno”.
La chiesina della Ferruzza, alle porte del paese, sotto il castello, era gremita per la conferenza ufficiale di comunicazione. Presenti le autorità civili, religiose e militari, assieme a studiosi e storici dell’arte. C’era tanta gente di Fucecchio che da generazioni frequenta il piccolo oratorio dedicato alla Madonna e che con devozione ha sempre guardato all’affresco della Vergine incastonato sulla parete del presbiteriocon curiosità e tenerezza, conoscendolo come di «autore anonimo di scuola fiorentina». Così troviamo infatti anche nel santino ufficiale che ritrae il volto della Madre di Gesù in sacra conversazione con San Giovanni Battista e Sant’Antonio. Adesso alla devozione si dovrà unire la tutela e la giusta attenzione per un’opera che è stata scoperta essere di mano di Filippino Lippi, figlio di Filippo Lippi, amico e compagno di bottega di Sandro Botticelli. Siamo nel gotha della pittura italiana del Quattrocento!
Ma come si è arrivati alla scoperta? È stata Aurora Del Rosso, insegnante in pensione e appassionata di Storia dell’Arte, ad aver trovato il documento d’archivio che racconta la storia dell’affresco, del tabernacolo, della costruzione dell’oratorio, della devozione che portò all’edificazione del luogo pio intorno all’immagine sacra e nei pressi della fonte “ferruzza” o “ferruccia”, ben distinta da un’altra sorgiva, la "fonte peruzza", poco più sotto.


«Il mondo degli storici dell’arte è rimasto inizialmente interdetto» – ha ricordato l’autrice della scoperta - alla notizia sensazionale che mette in discussione tutto ciò che gli addetti ai lavori avevano fino a quel momento ipotizzato e scritto su Filippino Lippi. Il pittore che nel 1472/73 dipingeva l’Annunziazione – oggi alla Galleria dell’Accademia – era stato anche a Fucecchio per realizzare l’affresco per incisione chiamato dal podestà di quel tempo, Antonio Ferrucci, il committente da cui prende nome l’oratorio della «Vergine Maria Ferruccia». Siamo negli anni precedenti al completamento della Cappella Brancacci a Firenze e di tante altre collaborazioni – a Roma e a Volterra – per le quali però non abbiamo testimonianze certe. Filippino Lippi era stato inviato a Fucecchio e dell’eccezionalità dell’attribuzione ha parlato anche lo storico Alberto Malvolti che ha aiutato fattivamente Aurora Del Rosso nei meandri dell’Archivio Storico che lui conosce bene come massimo cultore di storia fucecchiese. Il Presidente della Fondazione Montanelli Bassi ha giustamente ricordato che la ricerca archivistica è stancante ma può regalare molte soddisfazioni soprattutto se si sanno interrogare i documenti e se si sanno interpretare. Di fondamentale importanza anche il ruolo della paleografa Veronica Vestri, presente alla conferenza, che ha voluto sottolineare come durante gli scavi archivistici sono emersi altri dati importanti anche per la storia religiosa dei fucecchiesi: in particolare la data del 3 gennaio del 1503 in cui è attestato l’inizio della devozione. La scoperta di Filippino Lippi a Fucecchio nasce da un’intuizione, dalla fatica della ricerca, ma anche dall’ “attrazione comune” per l’immagine della Madonna, come ha ricordato don Andrea Cristiani nel suo saluto istituzionale. Tutto infatti sarebbe nato da una discussione quasi casuale tra vari fucecchiesi e l’arciprete in occasione delle manifestazioni «Arte e fede» che si svolgevano sul territorio comunale lo scorso anno. «La Madonna in maestà con il bambino, il candore del panneggio, la delicatezza dei toni coloristici e del panneggio, il sentimento religioso trasmesso dall’immagine» sono stati il motore segreto di questa scoperta, come ha tenuto a precisare don Andrea. Poi è arrivata la ricerca scientifica che ha premiato “la fatica” e ha regalato ai Fucecchiesi un altro motivo di vanto, che il primo cittadino Alessio Spinelli non ha esitato a dichiarare.

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