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SAN ROMANO - In occasione del Giubileo della Famiglia, celebrato nel santuario della Madonna di San Romano, il Vescovo Migliavacca ha spiegato in una pubblica conferenza il testo dell’esortazione apostolica Amoris laetitia di papa Francesco, che tanto ha fatto discutere fin dalla sua pubblicazione avvenuta lo scorso 8 aprile. «Un documento del Magistero della Chiesa - ha puntualizzato il Vescovo - che non contiene le opinioni personali di papa Francesco, quello che a lui piace. Ciò che viene riportato in Amoris laetitia è parola della Chiesa, è magistero autentico non infallibile, che si può esprimere in materia di fede e di morale, e che richiede l’obbedienza della volontà e dell’intelletto, cioè un atteggiamento di ascolto». La prima parte della relazione del Vescovo si è concentrata sul cammino che ha portato alla redazione di questo documento: dalla scelta del tema, la famiglia, deciso da papa Francesco poco dopo essere stato eletto al soglio pontificio, alla celebrazione di ben due sinodi, uno straordinario nel 2014 e uno ordinario nel 2015, preceduti da un’ampia consultazione della base che ha coinvolto tutto il popolo cristiano, dalle comunità ai singoli fedeli. La mole immensa del materiale raccolto è confluita nei lavori sinodali. L’esortazione apostolica Amoris laetitia è quindi una parola autorevole frutto di un cammino di tutta la Chiesa. «Un documento che si colloca - ha ribadito il presule - in continuità con la proposta della Chiesa sulla famiglia, in un orizzonte di tradizione. Certo, con stili e accenti nuovi che sono dovuti al contesto cambiato. Sarebbe deludente parlare oggi della famiglia come se ne parlava 50 anni fa. Vorrebbe dire non abitare la nostra terra!». Quindi, la sfida di Amoris laetitia è quella di parlare della famiglia con una fedeltà alla tradizione della Chiesa, sforzandosi però di dialogare con il contesto attuale.

E qual è questo contesto attuale? Il Vescovo ha invitato a considerare, oltre alle categorie più generali, le situazioni concrete che conosciamo. Accanto a famiglie “normali”, che camminano insieme a lungo e vivono una bella esperienza di coppia e di famiglia (mons. Migliavacca ha ricordato gli sposi di Casciana Terme che hanno recentemente festeggiato 70 anni di vita matrimoniale), ci sono numerose convivenze, non più legate come un tempo a un rifiuto della vita religiosa ma frutto di scelte contingenti, anche da parte di giovani che non hanno niente contro la Chiesa. Accade poi che ci siano separazioni, divorzi e nuove unioni. Anche con queste situazioni ci confrontiamo tutti i giorni. I matrimoni civili infine sono in aumento, a fronte di una diminuzione di quelli religiosi.
Oltre a tutto questo, ci sono le questioni legate all’apertura alla vita: la contraccezione, la ricerca di un figlio attraverso la fecondazione artificiale, anche eterologa. Scelte che coinvolgono non soltanto gli atei, ma spesso anche coppie di credenti.
Il Vescovo ha poi ricordato quella che papa Francesco definisce una guerra mondiale contro la famiglia, cioè la messa in crisi di che cosa sia “famiglia" sulla base della teoria del gender.
Di fronte a queste sfide, ha notato mons. Migliavacca, «una prima reazione potrebbe essere lo scoraggiamento: ma in che mondo viviamo? Lo scoraggiamento però non serve a nessuno. Un’altra reazione potrebbe essere: facciamo la crociata, combattiamo e portiamo avanti la nostra idea di famiglia! Ma le crociate non sono più di moda, fortunatamente. Mi colpiva allora l’atteggiamento del Papa - ha proseguito il presule - perché in questa situazione varia e problematica, il suo sguardo sulla famiglia è estremamente positivo. Come cristiani ci è chiesto uno sforzo generoso che consiste nel presentare le ragioni e le motivazioni per optare in favore del matrimonio e della famiglia, in modo che le persone siano più disposte a rispondere alla grazia che Dio offre loro».
Dopo aver delineato la struttura del documento, evidenziandone gli snodi salienti, il Vescovo ha concluso dicendo che il Papa ci propone in Amoris laetitia un Vangelo sine glossa, sullo stile di San Francesco, una bella riproposizione del Vangelo per la vita della famiglia oggi. Una parola scomoda, certo, che dà fastidio, e non sorprende che tanti siano infastiditi di fronte a talune parole o gesti del Papa. Ma il fatto che questi diano fastidio è la prova che si tratta veramente del Vangelo.
Non sono mancate le domande poste dall’assemblea, che si sono appuntate soprattutto sui temi, sentiti come più problematici, delle unioni omosessuali e della comunione ai divorziati risposati (o comunque alle persone in situazioni matrimoniali “irregolari”). Il Vescovo ha ribadito l’insegnamento della Chiesa, mettendo in guardia contro il lassismo e la superficialità, ma invitando al tempo stesso ad un accompagnamento pastorale di queste situazioni ispirato alla carità evangelica. A questo proposito ha menzionato lo strumento canonico della “dispensa”, che non abolisce la legge ma riconosce che in determinati casi la sospensione della legge è necessaria per il bene di una comunità o di un singolo fedele. Non ci sono indicazioni univoche valide per tutti. Il discernimento sulla possibilità di riammissione ai Sacramenti di persone in situazione coniugale irregolare è affidato ai presbiteri, ai confessori, in un cammino serio di accompagnamento spirituale alla luce della Parola di Dio e della tradizione.

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