STABBIA - Si avvicina per le parrocchie di Lazzeretto, Stabbia, Poggio Tempesti e Apparita un significativo evento di fede e devozione popolare, con l’arrivo del reliquiario proveniente dal Santuario della Madonna delle lacrime di Siracusa. Abbiamo incontrato il parroco don Antonio per chiedere il significato di questo momento di fede.
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Come è venuta l’idea di "invitare" qui il reliquiario?
«Ne abbiamo parlato prima nel consiglio pastorale. Volevamo dedicare un momento, nell’anno giubilare della Misericordia, al tema delle lacrime, sia quelle di sofferenza che quelle di gioia. Così i miei amici parroci e religiosi mi hanno raccontato della bella esperienza dell’accoglimento del reliquiario di Siracusa nelle loro parrocchie e così ho deciso di invitarli in missione qui da noi. Il nostro vescovo Andrea era d’accordo e siamo riusciti a dare questa bella opportunità a tutti i fedeli».
 
Sappiamo della sua devozione mariana ma perché proprio il reliquiario dell’evento prodigioso di Siracusa?
«Il motivo è semplice: le sofferenze della Madre di Cristo, sotto la Croce sono il simbolo della sofferenza di tutta l’umanità. A Siracusa, quando avvenne la lacrimazione prodigiosa, attestata da centinaia di testimoni oculari, da riprese televisive, dall’arcivescovo e dalla commissione diocesana incaricata, il vero prodigio fu la massa di persone in preghiera che chiedeva sì delle grazie alla Madonna (e i miracoli e le guarigioni avvennero per davvero), ma che si rivolgeva a Lei anche per testimoniare, con le lacrime, la gioia, la felicità».
 
Che significato ha quindi questo triduo di preghiera per la sua comunità?
«A beneficiare dei doni spirituali che Maria può dare saranno tutti i fedeli attraverso la preghiera assidua ma saranno soprattutto i malati e gli infermi a poter ricevere nelle loro case il dono di questa visita speciale. Pregheremo nelle case di questi malati cercando di portare la consolazione che solo la preghiera e l’ideale abbraccio materno possono dare insieme al sacramento dell’unzione degli infermi. E’ un conforto tutto particolare quello che può dare la madre, si sa».
 
Che effetto fa sapere che da poco Papa Francesco ha accolto il reliquiario in Vaticano?
«Quando ci stavamo muovendo con le pratiche burocratiche per l’accoglimento ho letto la notizia sull’Osservatore Romano. E ho detto ai miei parrocchiani: "L’ha portato anche il Papa a Roma, ora viene nella piccola Lazzeretto! Dobbiamo essere felici!". Resta, credo, un’occasione per tutta la Diocesi per tuffarsi nel mese di ottobre, dedicato al Rosario e quindi a Maria, nella devozione e nella preghiera».

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