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DALLA DIOCESI - La giornata mondiale del malato è stata istituita nel 1992 per volere di san Giovanni Paolo II, papa. Con la lettera del 13 maggio, memoria mariana per eccellenza, il Santo Padre aveva istituito formalmente questo annuale incontro di riflessione invitando tutte le diocesi del mondo a fermarsi per un "momento forte di preghiera, di condivisione, di offerta della sofferenza" (cfr. Lettera del Santo Padre al Cardinale F. Angelini sull’istituzione della giornata mondiale del malato, n.3). La data scelta non è per niente casuale, come d’altra parte mai sono casuali le date che i pontefici scelgono per la pubblicazione di Lettere ed Encicliche. L’11 febbraio infatti si ricorda la memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, e, sempre in quella data il Papa aveva pubblicato la lettera Salvifici Doloris (11 febbraio 1984) per istituire una speciale commissione pontificia appositamente dedita al mondo della sofferenza e della pastorale sanitaria. A capo della commissione, che poi sarebbe diventata dicastero pontificio, monsignor Fiorenzo Angelini, per molti anni alla guida della pastorale sanitaria della Diocesi di Roma. Il Cardinale non esitava a definire gli ospedali e le case di cura «il più grande terreno di evangelizzazione», se guardiamo al numero dei degenti ospedalieri e dei ricoverati che ogni giorno affrontano la sofferenza, e per questo sono in particolare comunione con Cristo. Anche nella nostra Diocesi la Giornata internazionale fu prontamente messa al centro della pastorale sotto l’episcopato di mons. Ricci e la collaborazione delle associazioni variamente dedite alla cura degli altri, in particolar modo dei degenti. Il fondamento teologico di questa giornata sta tutto nella stessa vita di Cristo tramandata dalle Scritture: sull’esempio di Gesù, medico delle anime e del corpo, la Chiesa ha visto come parte integrante della sua missione l’attenzione alle sofferenze, in tutte le sue forme. Per questa ragione il popolo cristiano, e anche la nostra Diocesi da oltre vent’anni, si ferma a riflettere sul tema della sofferenza, coinvolgendo religiosi e laici, operatori sanitari e volontari del terzo settore.

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