SAN ROMANO -  Domenica 28 maggio, nel pomeriggio, presso il Santuario La Madonna di San Romano, nell’ambito del ciclo di incontri di pastorale familiare organizzato dalla diocesi, si è tenuta, alla presenza di S.E. mons. Andrea Migliavacca, la relazione di mons. Eugenio Zanetti, Vicario giudiziale della diocesi di Bergamo e responsabile del gruppo “La casa”, per l’accompagnamento spirituale di separati, divorziati e risposati. Il tema dell’incontro, prendendo spunto dall’esortazione apostolica «Amoris Laetitia» di Papa Francesco, era «L’amore ferito - accompagnare, discernere ed integrare la fragilità».


La relazione si è aperta con la testimonianza di due padri di famiglia, separati da tempo, con figli, che ormai da diversi anni frequentano gli incontri di ascolto, di preghiera e di accompagnamento di Don Zanetti a Bergamo. Partendo dall’esperienza drammatica e di grande sofferenza dei due padri, don Zanetti ha evidenziato come l’attenzione alle persone che soffrono a causa delle crisi matrimoniali rivela ancor più il valore e l’importanza che la Chiesa attribuisce al sacramento del Matrimonio, alla sua bellezza ed alla sua delicatezza. Secondo don Zanetti la Chiesa non può dimenticare queste persone né affrontarle con un atteggiamento di giudizio e di colpevolizzazione: al contrario è necessario un ascolto paziente che consenta alle comunità cristiane di entrare nelle loro vite, cogliendo sentimenti e sofferenze, come suggerito da papa Francesco. La gioia dell’amore, come emerge dall’«Amoris Laetitia» è un’esperienza universale, profonda, che tocca tutti e l’annuncio della Chiesa deve chiarire che nessuno è lasciato fuori o escluso dal valore dell’amore e del matrimonio cristiano. La vera domanda che le chiese locali devono porsi, non è «che cosa possiamo fare per le persone che vivono la crisi del matrimonio», bensì «cosa la comunità annuncia del Vangelo a chi vive queste situazioni difficili» e «che tipo di comunità siamo».
Le nostre comunità dovrebbero essere capaci di educare all’amore dal punto di vista affettivo, sessuale, relazionale, alla bellezza del matrimonio e dell’amore come una speranza, non un’utopia (capitoli 2 e 3 dell’Amoris Laetitia). Nell’educazione all’amore, alla base di tutto, deve esserci la fede, la parola di Gesù che rende bello e prezioso l’amore degli sposi, perché Gesù è il vero alleato dell’amore che deve essere coltivato nella vita quotidiana delle famiglie.
Esaminando il capitolo ottavo dell’Amoris Laetitia, dedicato alla fragilità, don Zanetti ha evidenziato che papa Francesco supera il vecchio schema con il quale venivano affrontate in passato le situazioni di sofferenza familiare, basato sulla terna, dottrina-regole-applicazione, con un nuovo modo basato su vissuto-discernimento-percorsi. Il vissuto indica che per affrontare una situazione di crisi familiare, è necessario che la comunità cristiana parta dalla realtà concreta, per trattarla con estrema dignità, attenzione e tenerezza. Il discernimento nasce da proposte di cammino impegnative, difficili nell’ambito della chiesa che portino le persone in difficoltà a trovare il coraggio di affrontare e guardare in faccia le ferite di un matrimonio e mettersi in cammino, con l’accompagnamento di operatori pronti, preparati, capaci di parlare a chi soffre della fede e della forza che essa può donare. I percorsi stanno ad indicare non più la rigida applicazione di norme, ma l’attenzione alla singola persona, lo stare vicino, l’accompagnare, senza per forza voler risolvere problemi con formule predefinite. La chiave del matrimonio cristiano è la fedeltà di Dio che si pone tra gli sposi e l’indissolubilità come valore che nasce dall’amore di Dio, che non verrà mai meno nei confronti degli sposi, anche se questi si allontanano e soffrono. La vera sfida diventa, allora, accompagnare queste persone con impegnativi cammini di fede, non badando tanto alla possibilità di poter tornare ai Sacramenti, quanto alla fede da riscoprire e valorizzare sempre di più. Le comunità cristiane devono rispondere con prontezza a queste esigenze tramite guide spirituali in grado di dedicarsi alle persone in crisi familiare: per far questo occorrono sacerdoti ed operatori pronti a dedicare tempo alle persone, con una sensibilità particolare, una capacità di avvicinarsi alla sofferenza ed un approfondimento costante delle tematiche del matrimonio. necessario, quindi integrare nella comunità chi vive una crisi matrimoniale. Ciò non significa - ha detto don Zanetti - giustificare scelte errate o rinunciare ai valori del matrimonio cristiano, bensì trovare le occasioni per stare vicino, proporre percorsi di crescita di fede e di confronto umano, che potranno anche portare eventualmente ad accedere ai Sacramenti.

Seguici su Twitter

I cookie rendono più facile per noi fornirti i nostri servizi. Con l'utilizzo dei nostri servizi ci autorizzi a utilizzare i cookie.
Maggiori informazioni Ok Rifiuta