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DALLA DIOCESI - Mancano pochi giorni alla messa in onda del docufilm «Mons. Del Corona: un vescovo tra la gente», l’ultima iniziativa (in ordine di tempo) per presentare la figura del nostro futuro Beato.
Il documentario, girato tra San Miniato e Roma, racconterà per la prima volta in Tv la vita e le opere del vescovo, originario di Livorno, che visse gli anni cruciali a cavallo tra il Diciannovesimo e il Ventesimo secolo.
Nelle parole degli intervistati (tra i quali mons. Morelli, l’archivista Graziano Concioni, il vicepostulatore della causa di beatificazione, il domenicano padre Ricci) emergono gli aspetti meno conosciuti del Beato e viene tracciato un profilo davvero interessante.
Una figura che oggi è molto difficile da presentare: mons. Del Corona è stato un uomo umile, mite e modesto, che ha fatto della sua vita una vera e propria opera di apostolato.
Dedito alla preghiera, alla meditazione della Parola di Dio e alla predicazione, Pio Alberto Del Corona è stato un modello che già all’epoca della sua morte appariva lontano dalle tendenze del “mondo”.
Dai suoi scritti (centinaia di pubblicazioni che sono un’eredità ancora in gran parte da scoprire e da approfondire) emerge la sua continua volontà di spiegare e portare a tutti il Vangelo.


Un uomo di Dio che si è presentato a San Miniato e alla Diocesi in punta di piedi già fin dal suo primo ingresso sul «Prato del Duomo» e nella sua successiva permanza al convento di San Domenico. Senza fare rumore, ha solcato quasi un trentennio di vita diocesana, un periodo «non senza spine» come confessò al popolo di San Miniato riunito in duomo per il 25° anniversario del suo episcopato il 18 gennaio del 1900.
Al tempo stesso, Del Corona fu vescovo moderno, perché seppe andare incontro alla gente portando a tutti la parola di Dio, visitando le parrocchie, all’epoca lontane e mal collegate al «centro» della Diocesi, consacrando chiese, incoraggiando i parroci e diffondendo con fervore l’apostolato della preghiera e la devozione alla Madonna.
Nei prossimi mesi, le reliquie di Del Corona - come ha spiegato don Zucchelli, responsabile del comitato per la Beatificazione - saranno a disposizione dei parroci che vorranno dotarne le loro chiese, mentre la reliquia principale consegnata alla diocesi potrà essere venerata temporaneamente anche nelle comunità.
Sembra quasi che, anche per la sua beatificazione, mons. Pio voglia entrare nelle parrocchie della diocesi in silenzio, così come fece centcinquanta anni fa, semisconosciuto al «grande pubblico» e in una situazione di passaggio per la Chiesa diocesana. Con la forza della sua carità pastorale, che continua ad essere efficace in cielo come in terra, Del Corona si appresta a compiere un nuovo miracolo: cambiare i cuori dei suoi fedeli dai quali, come ebbe modo di scrivere in una struggente preghiera che in questo numero riportiamo nella sezione degli aforismi, non voleva essere separato neppure nell’eternità.

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