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FIRENZE - A Firenze, lungo la via Bolognese, sorge la casa delle Suore Domenicane dello Spirito Santo, congregazione fondata da Pio Alberto Del Corona quand’era ancora giovane priore del convento di S. Marco. All’interno di questo edificio, oggi parzialmente convertito in casa di riposo gestita dalle suore, sono conservati i cimeli e le memorie più importanti di mons. Del Corona, prossimo Beato, e soprattutto, nella cripta, sono deposte le sue spoglie mortali.


Le suore ci hanno fatto visitare gli ambienti e ci hanno fatto visionare il ricco archivio fotografico relativo al loro fondatore. Mons. Del Corona, infatti, che a San Miniato conosciamo soprattutto come vescovo che ha guidato trent’anni la nostra diocesi, è stato anche l’iniziatore, insieme a suor Elena Bruzzi Buonaguidi, di una congregazione aggregata all’Ordine domenicano, originariamente dedita all’educazione delle bambine e - cosa rara per l’epoca - con una speciale devozione per lo Spirito Paraclito. Qui il vescovo, ormai anziano, lasciata la diocesi di San Miniati si ritirò per sei anni fino alla morte avvenuta nel 1912.
Camminando per i lunghi corridoi del convento abbiamo potuto ammirare i ritratti originali che abbiamo imparato a conoscere attraverso le riproduzioni nelle pubblicazioni e sui santini diffusi anche in diocesi. Ci siamo imbattuti, nelle bacheche e vetrine che punteggiano gli ambienti, in alcuni dei ricordi più cari appartenuti al vescovo beato. Stupefacente è la collezione di reliquiari antichi a lui donati da eminenti sacerdoti e prelati del tempo che ben conoscevano la venerazione che mons. Pio coltivava per tutti i santi della Chiesa e non solo per quelli del suo Ordine.
Ancora perfettamete conservate spiccano alcune lettere autografe che mons. Pio ricevette dai Pontefici e altri documenti manoscritti dello stesso beato.
Particolarmente emozionante è stata la visita alla stanza dove mons. Del Corona passò gli ultimi anni della sua vita: una piccola cella di convento, arredata in modo austero, con una piccola scrivinaia sulla quale ancora oggi possiamo vedere poggiati i suoi occhiali, con i quali lo vediamo raffigurato in molte foto.
Nella stanza attigua c’è la cappellina ove le cronache del convento raccontano che il beato vescovo abbia celebrato una Santa Messa per la guarigione della Madre superiora gravemente malata, durante la quale alcuni testimoni lo videro sollevarsi un palmo da terra al momento dell’elevazione.
La suora che ci accompagnava ci ha riferito anche di alcuni diari in cui sono documentati altri fenomeni mistici che hanno riguardato mons. DelCorona.
Scendendo nella cripta si trovano esposti i paramenti liturgici, gli indumenti, gli oggetti di devozione e di penitenza che il Beato utilizzava. Fra questi il pastorale in legno che fu di Sant’Antonino vescovo di Firenze.
Il sepolcro del beato si trova al centro del pavimento della cripta recentemente restaurata. A pochi passi di distanza, nei pressi dell’altare, c’è la tomba di suor Elena, che morì esattamente un anno e un giorno dopo il fondatore della congregazione.
A mons. Del Corona ci siamo rivolti in preghiera chiedendo l’intercessione per la chiesa di San Miniato e per la conservazione delle opere che egli stesso volle istituire e sostenere.

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