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SAN MINIATO - Tre famosi autori di teatro, tre artisti nonché esperti viaggiatori. Non parliamo però di vacanzieri di piacere, alla scoperta delle meraviglie del mondo, ma di tre veri propri e ambasciatori della solidarietà senza confini.Sono stati Giobbe Covatta, Giuseppe Cederna e Livia Grossi, i monologanti che hanno dato vita a un interessantissimo dibattito/spettacolo sul tema del viaggio. La conferenza spettacolo si è svolta lo scorso 20 maggio presso il nuovo auditorium di San Miniato, nel quadro del programma dei venerdì del Dramma, che anche stavolta hanno regalato un’ indimenticabile serata di riflessione e spettacolo a San Miniato. I tre monologanti, moderati da Silvio D’Amico, hanno raccontato la loro esperienza di viaggio in Africa.  

«Più che un viaggio è stata l’occasione per cambiare radicalmente la mia vita – ha detto Giuseppe Cederna – «Quando conobbi Tommy (medico e presidente della Ong AMREF, ndr) mi chiese di fare da testimonial per una campagna di raccolta fondi e mi invitò a recarmi in Algeria. Se all’inizio ero entusiasta dell’idea, man mano che si avvicinava la data della partenza si faceva sempre più spazio un senso di malessere che non riuscivo a spiegare. Solo dopo - ha confessato l’attore - mi resi conti che avevo semplicemente paura, anche perché la situazione nel paese all’epoca era davvero molto pericolosa. Una volta tornato non sono più stato lo stesso perché quel tipo di viaggio ti cambia e ti propone un ritorno diverso». Livia Grossi, giornalista e critica teatraòe del Corriere della Sera, ha iniziato a scrivere per il teatro portando in scena i suoi reportage giornalistici: «sentivo la necessità di vedere rappresentate le mie emozioni e il mio lavoro - ha affermato la Grossi - che molto spesso termina dietro un pc una volta concluso il pezzo da mandare in stampa. I miei viaggi in Africa mi hanno permesso far rivivere storie straordinarie, di coraggio, di passione che mi hanno cambiata profondamente ma che soprattutto hanno dato voce a una realtà che spesso il giornalismo internazionale dimentica in modo colpevole».

«Non sono io che ho cercato l’Africa, è l’Africa che ha cercato me» ha esordito Giobbe Covatta, istrionico comico e autore teatrale da molti anni testimonial principale dell’Amref in Italia. «Il viaggio per chi come me ha più di sessant’anni, in gioventù aveva come meta la scoperta dell’estremo oriente. Alla fine però non rimaneva un granché. Ed invece l’Africa nera è tutta un’altra storia».
Con la leggerezza propria dei comici, Covatta ha descritto suoi centinaia di viaggi nell’Africa sub-sahariana, specialmente quelli in Ruanda e Somalia dei primi anni’90, che sono stati anche quelli più drammatici: «Una mattina entrai in una chiesa semidistrutta. Alla mia destra vidi una catasta di corpi orrendamente mutilati. Quel giorno decisi che nella descrizione dei viaggi non avrei mai parlato dei morti e degli orrori che avevo visto, perché per quei poveracci non c’era più niente da fare. Per me era necessario concentrarsi sui sopravvissuti».
Pubblico in piedi per questo spettacolo improvvisato, che accredita ancora San Miniato come piccola, ma agguerrita, capitale del teatro.

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