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SAN MINATO - "Per Villa Campanile?" "Di là -  ci risponde un infreddolito signore a spasso con il cane in questa fredda e umida mattina prenatalizia. Anche noi ci siamo perduti per le campagne della diocesi, immersi nella nebbia e disorientati, e forse un po’ imbranati, alla ricerca della parrocchia di Villa Campanile, 1600 anime infreddolite in attesa del vescovo Andrea. E’ una periferia che si fa subito centro, una comunità bella e sorridente, non lo scopriamo certo oggi, ma COMUNQUE sorprende l’emozione e la gioia ordinata con la quale la comunità di Villa ha accolto il Presule.

Don Andrea Migliavacca, pardòn, mons. Migliavacca, arriva guidando la sua utilitaria, con al seguito lo squadrone dei seminaristi e sacerdoti di Pavia. Non lo lasceranno mai solo nel corso di tutta la giornata, quasi a voler vivere fino all’ultimo la vicinanza con questo fratello che dal 20 dicembre lascia Pavia per occuparsi di altri giovani,di altre famiglie, di un’altra chiesa.

A far gli onori di casa il diacono Roberto Agrumi, che ha presentato con semplicità la parrocchia, mostrando la gioia per l’arrivo del nuovo pastore.

La chiesa di Villa e piccola e accogliente, e i bambini del catechismo provano e riprovano i canti da sfoggiare col vescovo. Ed ecco che lui arriva, in fondo alla chiesa, con quel sorriso semplice e sincero che è già il marchio di fabbrica del suo episcopato. Saluta tutti, benedice, e avanza sicuro verso l’altare.

Parte subito il dialogo con i bambini : <qualcuno di voi mi sa dire chi è il vescovo>. Un bambino: <è un pastore>. <Sì, bambini, il vescovo è una  persona che è amica di Gesù, che vuole e che deve aiutare tutti a capire la gioia e la bellezza della sua amicizia. Vi invito a scoprire le belle parole di Gesù, le parole di cui potete fidarvi>.

Và subito a colpire al centro del cuore mons. Andrea, anche quando arriva ad Orentano e, accolto tra due ali dei suoi scout, prima ancora di benedire esibisce il saluto scout, salutando con un <Buona strada a tutti>.

Anche all’intero della chiesa il suo saluto è tutto incentrato sulla strada che abbiamo dvanti e sulla necessità di camminare insieme. Sottolinea il vescovo: <fare una strada insieme significa condividere i passi da fare, si ascolta, e si ascoltano le parole importanti>.

La visita alla casa di riposo è il primo segno della giornata: dentro la struttura gestita dalla fondazione Madonna del Soccorso vivono anziani, alcuni pimpanti e giovanili, altri invece con seri problemi di salute. Qui mons. Andrea visita, parla e benedice tutti. La chiesa che si fa vicina a chi soffre.

L’arrivo a San Miniato

Il bagno di folla iniziato alla mattina continua in Piazza del Popolo. E’ qui che San Miniato incontra il suo vescovo, che scende all’altezza della chiesa di San Domenico dove tutti, proprio tutti, cercano di salutarlo e abbracciarlo. Il sindaco Gabbanini lo accoglie, assicurando piena collaborazione e presentando il territorio: <Laborioso, caratterizzato da eccellenze uniche, con grandi risorse, soprattutto umane>.

A San Domenico, davanti al palco in fondo alla piazza lo attendono già i giovani, che esultano con cori da stadio quando Andrea, così lo acclamano, entra in chiesa. D’altra parte si sente, è quasi uno di loro, con i suoi 48 anni. Al vescovo i giovani hanno chiesto aiuto, per vivere una vita piena in Gesù Cristo, per non farsi rubare le speranze, per accogliere le proprie proposte, <a volte fuori dagli schemi> ha detto don Marco Casalini – responsabile della pastorale giovanile, ringraziando il vescovo per aver voluto un momento con loro. Il vescovo gli ha proposto tre parole da scambiarsi: ascolto, aiuto e verità. Perchè <I giovani non hanno paura di essere se stessi e mettersi in gioco - ha detto Migliavacca - e di dire le cose come stanno>. 

Poi il saluto delle autorità nel salotto della Biblioteca Storica del Seminario vescovile  e la preparazione in vista della Santa Messa.

L’apertura della porta santa

Prima di celebrare la Messa d’insediamento, il vescovo Andrea ha aperto la Porta Santa del

Giubileo nella Cattedrale di San Genesio e Santa Maria Assunta, un gesto col quale si è aperto simbolicamente un cammino pastorale improntato alla misericordia e all’accoglienza.

<“Maestro dove abiti?” dice il motto che ho scelto. Dove ti troviamo Signore, dove ti riveli a noi? Betlemme, cioè dove povertà e semplicità svelano la divinità e il Salvatore – ha affermato il vescovo nel corso della sua prima omelia -. Ogni luogo, persona, esperienza di vita che oggi ripresenta Betlemme, la sua piccolezza, diventano il luogo in cui si rivela la presenza di Dio, ci viene incontro, si fa trovare, opera come Salvatore.  Vedo in questo primo aspetto il compito del vescovo tra la gente e il compito di ogni credente: andare a Betlemme>.

Poi le indicazioni concrete sul tema della Misericordia: < aprire le porte di casa nostra, delle nostre istituzioni civili ed ecclesiali, delle nostre vite, del nostro cuore umano per lasciare entrare, incontrare e farci carico dei bisogni dei nostri fratelli e sorelle>.

<La misericordia di cui ci parla il vangelo è molto concreta – ha continuato il vescovo ­­­- non è fatta principalmente di discorsi nobili, illuminati, strategici, ma si realizza in opere buone che realmente incontrano le diverse situazioni di bisogno, che tutti possono fare>.

Anche “la porta del vescovo dovrà essere aperta all’accoglienza, anzitutto per i fratelli nel ministero, ma anche per i giovani, per chi desidera un incontro, per chi ha bisogno, per chi fa festa o per chi piange - ha sottolineato mons. Migliavacca -.

Un pastore che vuole avere indosso l’odore delle sue pecore.

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