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DALLA DIOCESI - Come è solito, molti in questo periodo parleranno di me, e come è solito spesso si santifica le persone esagerando sul loro conto, in particolare su di me, per questo sarò breve per dirvi ciò che provo e il desiderio che porto nel cuore.
Prima di entrare in seminario, un giorno eravamo in gruppo ed una persona domandò a Don Armando: «Scusami, ma cosa ha Simone da doverlo cercare sempre?» e rispose: «Simone è innamorato della vita!».
In quel momento rimasi spiazzato dalla risposta e quasi mi vergognavo per la descrizione che avevo ricevuto. Era ed è una particolarità che non mi si addice, forse si può addire al mio cammino quando un giorno al termine della mia vita potrò dire: «Ho cercato di darmi tutto perché tutti incontrassero Cristo Risorto, il Signore della vita». Ancora oggi ringrazio Don Armando Zappolini che tanto mi ha dato, mi dà e mi darà in questo disegno di Dio.
Il mio essere innamorato non trova origine in me perché non sono capace di creare amore, ma non per mio merito sono amato e quindi sono reso capace di amare da chi è la sorgente dell’amore: Dio è amore.
Insieme rendiamo grazie a Dio per l’amore che continuamente riversa nelle nostre vite. È la fede che ci guida nella lode a colui che tutto ci ha dato: Dio è amore.
Chiedo perdono del tanto male che sono riuscito a creare nella mia libertà e veramente rendo grazie a Dio per i suoi meriti del bene che ho compiuto.
Desidero infine che ogni ringraziamento, ogni complimento, ogni augurio si tramuti in preghiera perché grazie a Dio potrò donarmi tutto a tutti e come mi disse un amico nel cammino: «Questo spera di poterlo dire al termine della tua vita». Così sia. Alleluia!

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