Lazzeretto

LAZZERETTO - L’edificio che ora sta crollando risale certamente al Settecento. Si tratta dell’edificio sorto attorno al seicentesco nucleo del lazzaretto di Cerreto Guidi, quello che gli abitanti del castello mediceo vollero costruire per la sepoltura degli appestati, lontano più di tre miglia dalle mura cittadine. Conseguentemente alla peste e ai morti del XVII secolo, gli abitanti di Cerreto avevano però chiesto al vescovo diocesano di allora, mons. Strozzi, di concedere la possibilità di edificare, in prossimità del lebbrosario, un piccolo luogo di culto, un oratorio appunto, dove poter pregare i defunti lì sepolti. E siccome la richiesta era stata inoltrata il 5 agosto dai cittadini cerretesi, nel giorno di Santa Maria della Neve, ecco spiegato il perché quel primo oratorio, poi trasferito e trasformato in chiesa parrocchiale, sia intitolato alla Madonna della Neve; anzi alla Madonna della Neve, bianca, che purifica anche dai malanni e a San Rocco, il santo protettore della peste.


Ma ritorniamo alla storia del primo nucleo abitato di Cerreto Guidi. Il vescovo Strozzi autorizza la costruzione della prima chiesetta della frazione, tutt’attorno il lebbrosario e il cimitero: così nasce la frazione, che oggi conta poco più di un migliaio di abitanti, dove ha sede una vivace parrocchia. Non ci sono notizie significative per tutto il Settecento, se non quelle che possiamo desumere dalle visite pastorali e che ci raccontano di una chiesa povera, con arredi sacri molto scarni, niente opere d’arte, solo un crocefisso – quello restaurato tre anni fa – di modesta fattura ma databile appunto al 1600 e forse l’unico manufatto di quel tempo rimasto. Poi è il vescovo Torello Pierazzi intorno al 1840 ad acquistare una presella di terra dove poter edificare una piccola stanza ad uso canonica per il cappellano di Lazzeretto. Era il segno evidente di una maggiore vivacità nella comunità e quindi era necessario un presidio stabile, con un cappellano che veniva da Cerreto e che avrebbe risparmiato quei quattro chilometri a piedi a quegli abitanti che avessero voluto accadere alle sacre funzioni religiose.
Ecco che i primi documenti “iconografici” confermano, proprio nell’Ottocento, l’ubicazione della Chiesa, della Canonica e dell’antico lebbrosario. Si tratta di una carta topografica conservata nell’archivio comunale di Cerreto Guidi e che l’amministrazione locale, nel 2011, quando si discuteva del Regolamento Urbanistico, fece finta di ignorare. Quel documento rappresenta proprio gli edifici religiosi in questione che la Giunta di allora voleva far passare come semplici capanni ad uso agricolo, di nessun valore storico, ignorando segni molto visibili anche a dei profani: una croce sul tetto, una nicchia nel prospetto principale – che un tempo ospitava la statua di San Rocco – e alcune decorazioni pittoriche sotto il tetto dell’edificio.
Nel 2011 il progetto di demolizione e conseguente ricostruzione di appartamenti fu bloccato, dalla crisi edilizia e anche dalle osservazioni documentate di un gruppo consiliare; oggi, a distanza di 4 anni, complice l’incuria e la mancata manutenzione da parte dei proprietari, l’edificio sta per crollare. L’amministrazione, anche questa volta, è assente: non ci sono provvedimenti noti per la salvaguardia visitando l’albo pretorio sul sito del Comune. In paese si mormora che anche la soprintendenza competente non abbia riconosciuto il valore storico, negando quindi il vincolo e concedendo l’abbattimento.
È un duro colpo per la storia della frazione. Il più antico manufatto cade a pezzi. Quell’edificio, il “lazzaretto” di manzoniana memoria, che dava il nome all’intera frazione, a breve sparirà. Con il silenzio, forse colpevole, di molti. Ma siccome a quell’edificio si lega anche la storia parrocchiale noi non possiamo stare a guardare e cerchiamo da queste pagine di lanciare un appello, sperando che chi di dovere lo ascolti, per salvare almeno il salvabile, affinché quattro secoli di storia non vengano spazzati via così, per ignoranza!

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