Gioia, gratitudine, soddisfazione: sono questi tre i sentimenti con cui metto giù queste righe per parlare di questo primo anno di parroco, ovvero priore a Castelmartini. Si sono contento, lo dico chiaro a quanti mi chiedono: “come ti trovi?”

Una parrocchia a misura di uomo per la grandezza, viva di iniziative (una marea!) spalmate durante l'anno, di belle tradizioni popolari e religiose, un forte attaccamento al “campanile” ovvero alla parrocchia e al territorio, con qualche impulso di campanilismo talvolta da moderare. Poi ha i suoi santi e i suoi eroi...il tutto ancora in un clima familiare, oggi quasi ovunque ricordo del passato. Non mancano certo le cose da migliorare, i problemi e le difficoltà...

E io? Adesso devo parlare di me: io non potevo cascare in un posto migliore! Chiarisco che per me migliore non significa dove sto meglio ma dove Dio mi ha pensato, sono al posto giusto quando la mia volontà si incontra con la Sua e su questo si fonda la mia vita di uomo e di prete. In questo caso però ci sto bene sotto tutti gli aspetti, mi piace la mia parrocchia, mi piace il luogo, la zona, la chiesa, la gente...tutto.

Sono testimone dei frutti meravigliosi sorti in questo anno, nella vita di questa comunità cristiana: frutti che non sono fatti isolati o singole iniziative ma un cammino comune condiviso. Mi guardo indietro e vedo questo. Mentre scrivo mi viene in mente quel passo dell'Apocalisse dove Dio dice “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”.

Arrivai qui un anno fa, in carrozza, con un santino che mi fece da biglietto da visita, era l'immagine di Gesù buon Pastore con una frase di San Paolo come programma: “Noi non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia” (2Cor 1,24). Mi proposi di essere “il parroco di tutti” e dissi di avere un sogno: voltare pagina. Occorreva infatti ritrovare vigore, “non lasciarsi rubare la speranza e la gioia del vangelo”. È avvenuto? È giusto lasciarlo dire anche agli altri, io per parte mia dico di si e di questo ringrazio il Signore. Lo ringrazio per il dono di questo gregge che mi ricambia di affetto e di stima, i miei cari parrocchiani di cui sono padre nella fede ma spesso nipote per l'età. A loro rinnovo la richiesta di pregare per me, “la preghiera dei suoi fedeli è la benzina del parroco” dissi il giorno che arrivai. Gli prometto ancora e sempre la mia di preghiera, dove hanno di diritto il primo posto. Al Signore invece rinnovo il mio “si”, rimettendo nelle sue mani i miei cinque pani e due pesci affinché li moltiplichi.

Chiedo umilmente perdono al Signore e ai miei fedeli per le inadempienze nel servirli, Dio supplisca ai miei demeriti.

Cosa sogno?

Sogno una parrocchia aperta a tutti ma nella verità, anche se costa dirla, consapevole della sua indispensabile missione che non è affatto passata di moda, fatta di persone che sanno rendere ragione della speranza che hanno dentro, la speranza che a me, come a fiumi di persone nella storia, ha stravolto in bene l'esistenza! Penso che la cosa che un Parroco debba desiderare di più in assoluto è, prima di tutto, che i suoi parrocchiani aprano il cuore al Signore e che corrispondano al suo amore! Mi piacerebbe una parrocchia che sia segno di contraddizione, come Gesù, in un mondo sordo ma sempre bisognoso di Dio. Una parrocchia “in uscita” per dirlo con Papa Francesco, fieramente controcorrente perché fedele al vangelo. Una parrocchia che non sia il parroco ma tutti i fedeli con lui... stop, direi può bastare!

Dimenticavo, son parroco ma pure insegnante di Religione alle scuole Medie di Larciano, la mia seconda parrocchia!! Felice di esserci! Un dono del Signore al quale spero di corrispondere e di servire al meglio!

Cos'altro dire?

Mi affido all'intercessione potente dei nostri santi protettori venerati a Castelmartini: il Patrono S.Donnino Martire, la Madonna Addolorata, Sant'Antonio da Padova, Sant'Eurosia e Sant'Irene! E al buon don Franco Malucchi, Priore indimenticato di questa frazione che dal cielo lavora per noi!

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