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CASTELFRANCO - Sabato 27 Gennaio la cittadinanza di Castelfranco di Sotto ha accolto con un bell’applauso nella piazza centrale del paese il nuovo vescovo della diocesi mons. Andrea Migliavacca che, accompagnato dal parroco don Ernesto Testi, ha voluto precisare come questa sia «un’occasione bella di incontro con tutti». Questo momento di saluto sotto il porticato del comune, alla presenza del sindaco Gabriele Toti, delle varie associazioni delle contrade del palio e delle varie autorità civili e militari vuol essere significativo: «comune e chiesa di fronte» quasi a voler dire un ponte ideale di collaborazione tra l’istituzione laica, il comune e quella religiosa, «un cammino che si può costruire insieme».
Il primo cittadino, nel suo saluto di benvenuto ha voluto particolarmente soffermarsi sul mondo dei giovani, facendo esplicito riferimento ad una realtà cara al vescovo, gli scout, incontrati proprio domenica scorsa: «quando noi guardiamo ai giovani, agli scout, alla voglia di guardare al futuro, noi guardiamo anche a quella che è la nostra speranza». 
Speranza che in questa città si manifesta nella dedizione dei più e meno giovani al Palio dei Barchini, il momento di festa che coniuga il gioco alla tradizione. In una lettera del comitato, di cui si è fatta portavoce Benedetta si è spiegata la competizione ludica tra le quattro contrade, i colori e le iniziative che non sono fini solamente ad una settimana dell’anno ma a tutto l’anno. «Con don Ernesto stiamo intraprendendo un cammino vero e solidale fatto di reciproca comprensione. La fede ci assiste anche nelle nostre gare e vogliamo che questo non muoia mai». L’invito per il prossimo Palio dei Barchini, trentesima edizione è d’obbligo; data già confermata il 29 maggio 2016.
 
L’ACCOGLIENZA IN PARROCCHIA
Il momento più significativo è stato quello della celebrazione liturgica ed eucaristica nella chiesa di san Pietro apostolo. In una lettera del consiglio parrocchiale che si è fatto portavoce di tutti i parrocchiani «traspare un bisogno di umiltà, di autenticità e di pulizia». E davanti alla diffusa scristianizzazione occorre un pastore che conduca ad «uscire allo scoperto, orgogliosi di essere cristiani non solo la domenica ma tutti i giorni ed in ogni realtà per poter comunicare e testimoniare la gioia del Signore nella vita e al prossimo».
«Bisogna vedere Dio»: questo è il messaggio principale dell’omelia di sua eccellenza. Egli si è rivolto ai più piccoli, a coloro che sono nella sofferenza, a chi ha difficoltà nell’ambito del lavoro e, più in generale, a coloro che, in un momento particolare della propria esistenza potrebbero chiedersi : «io quando vedrò Dio?».
La risposta arriva con l’immagine della prima lettura: Mosè davati al roveto ardente che brucia ma non consuma,  si avvicina e ascolta la parola di Dio. Quest’episodio serve a chiarirci una cosa: «E’ il Signore che ti attende; E’ il signore che ti aspetta».
E che cosa accade quando si incontra il Signore? Come a Mosè viene chiesto di togliere i sandali davanti al Signore, anche a noi viene chiesto di metterci a piedi nudi e di iniziare un cammino nuovo: «cambia il modo di guardare gli altri e di incontrarli; cambia il modo di affrontare i problemi; cambia il modo di custodire nel cuore i progetti; cambia la vita perché sappiamo che Dio è con noi».
Le due stragi, «le brutte notizie che accompagnano il racconto del vangelo» di Luca che, talvolta, raggiungono la nostra vita invitano in qualche modo ad un cammino di conversione. Ma dicono anche «che se noi andiamo a cercare di meritarci l’amore di Dio, non siamo noi capaci di essere così bravi». Il Signore, invece vuole volerci bene gratuitamente e senza sforzo «nella sua iniziativa, nella sua bontà».
E questa gratuità opera anche a Castelfranco: il bellissimo centro storico, i colori delle varie contrade del palio, «la capacità e l’intraprendenza di ciascuno» dovrebbero voler dire che «questo è il segno di come il Signore ci ama».

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