SAN MINIATO - Una generazione è cresciuta dal momento in cui don Angelo Vivian, due lauree Direttore del Martin Buber Institut fur Judaistik e Insegnante di Giudaistica all’Università di Colonia - Germania -, dopo aver accompagnato i suoi studenti a Auschwitz perché, da verace uomo di pace, la memoria non dimenticasse le atroci nefandezze della guerra, ha improvvisamente lasciato questa terra. Subito le più alte autorità, a partire dagli ambasciatori di Israele e Germania, si erano mosse a testimoniare l’ alta considerazione in cui don Angelo era tenuto.
Da allora un "piccolo resto " - amici e discepoli - ogni anno si riunisce nel suo ricordo assieme al suo popolo attorno a mamma Silva e al fratello Pietro nella chiesetta di S.Lorenzo a Nocicchio per testimoniare la riconoscenza e l’ affetto. "Solo un reduce dalla Russia - don Giancarlo Ruggini - e il figlio di un carabiniere potevano resistere qui a S .Lorenzo" mi diceva negli anni della ricostruzione e della restaurazione della canonica e dell’abitazione fatiscente. Ma l’intelligenza, la grande dedizione agli studi, la volontà e la ricerca del vero sapere , il forte senso di giustizia vengono spesso scambiati per superbia. Altro non sono invece che l’affermazione della dignità dell’uomo. Niente lo scoraggiava: lavoro manuale o no. "L’operaio lavora otto ore: perché il prete non deve fare altrettanto con lo studio , la dedizione agli altri e la sequela del sacro ?"


La sua scrittura era piccolissima; ogni lettera è staccata dall’altra a somiglianza delle lingue semitiche amate nella loro individualità e correlazione ai sacri libri della Bibbia. Uomo di pace e servitore della Parola, rispettava in massimo grado chi aveva rispetto della propria dignità di uomo e della sua e adattava il proprio linguaggio alla capacità cognitiva dell’ altro perché tutto fosse ben compreso.
Era anche uno spirito gioioso. Insegnante di religione negli anni giovanili, aveva radunato i suoi studenti liceali del "Marconi " di S. Miniato nel viale davanti la chiesa di S. Lorenzo ove i cipressi erano sotto attacco di processionaria. Come salvarli? Un allievo saputello e convinto - basta un po’ di minio - era caduto nell’inganno. Armato di pennello e secchio di vernice di minio, il volontario era poi dovuto scendere tra le risate del gruppo. Era per don Angelo il modo di combattere i sapientoni: cala, cala capitan Trinchetto !
Felicissimo, aveva tenuto alla Sorbona di Parigi una conferenza ai massimi esperti mondiali della Bibbia; era segretario e anima dell’AISG - Associazione Italiana Studi Giudaismo - e nel 1982 aveva fondato e diretto la Scuola di Teologia della Diocesi radunando attorno a sé i migliori insegnanti del tempo. Avrebbe voluto, ritornando dalla Germania, portare la sua scuola ai massimi livelli regionali, ma i suoi sforzi e desideri hanno trovato ostacoli insormontabili. Nemo propheta in patria.
Ciuffi di evanescente memoria. Un grazie sincero a chi mi ha fatto entrare, orientandomi, nel gran mondo della Bibbia, di avermi presentato i massimi studiosi mondiali e avermi appassionato alla cultura ebraica. Requiem per un vero uomo di Dio, fedele testimone e infaticabile divulgatore della Parola.

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