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DALLA DIOCESI - Eravamo riuniti intorno alla tavola per festeggiare l’arrivo del nuovo anno e la nascita di Tiziana, di appena 35 giorni, che dormiva serenamente. In quella occasione si erano stretti a me tutti i parenti. Provavo la stessa viva e intensa sensazione provata da bambino per Natale. La gioia dei regali, le luci dell’albero, la magia del presepe che vedevo riflesse negli occhi stupiti di Cristiano, tre anni.
Tutto era iniziato nove mesi prima, con la seconda gravidanza vissuta con serenità e gioia, ma anche con l’incredulità di chi, come noi, ha atteso 12 anni il primo figlio: Cristiano. Dolce attesa condivisa da Cristiano che ha imparato ad amare sua sorella già nel grembo materno. Facile trovarlo ad accarezzare il pancione di mamma, e farsi attento osservatore per cogliere le immancabili pedate della sorella.
Al momento del parto, la decisione per il «cesareo». La breve attesa nel corridoio e la notizia: una femmina! Gioia istintiva e incontenibile, poi la commozione. Mia moglie sta bene. Parlo col pediatra... resto incredulo, impietrito: mia figlia è down (mongoloide). La prima sensazione non è di dolore. È angoscia, paura, terrore che mi paralizza. Il mondo sembra crollarmi addosso e provo sgomento. Come dirlo alla mamma? Come e dove trovare il coraggio? Perché? Perché?
Per lunghi giorni medito, come non faccio da molto tempo. Piango in silenzio. Con Cristiano e mia moglie mi sforzo di sorridere; riesco anche a scherzare. Tiziana mangia e dorme, non piange mai. Mi hanno detto che sono bambini tranquilli. Penso al Natale oramai prossimo. Prego Gesù che mi dia serenità e coraggio.
SAN MINIATO - Dopo l’Ordinazione episcopale ricevuta nella cattedrale di Pavia, mercoledì 9 dicembre, il Vescovo Andrea Migliavacca si prepara ad entrare nella sua nuova diocesi di San Miniato. L’attesa è grande e molte sono le attese nei confronti di questo giovane Pastore che con i suoi 48 anni, è il vescovo più giovane d’Italia. Attraverso la lettera inviata al momento della sua elezione e nelle interviste rilasciate, Andrea si è già fatto conoscere e amare da tutti e ha anche anticipato le linee generali del suo programma pastorale. Un programma fatto soprattutto di fede vissuta nell’ascolto della Parola di Dio e nella preghiera e di relazioni umane ispirate alla vicinanza alle persone. Andrea ha già avuto modo, attraverso messaggi personali e gesti di carità, di farsi vicino a quanti dalla nostra Diocesi si sono rivolti a lui, specialmente i giovani e i malati, e non ha mancato di partecipare, pur non potendo essere presente di persona, al lutto per la scomparsa di don Luciano Marrucci.
Leggi tutto...SAN MINIATO Come esprimere appieno il senso di vuoto che provoca la scomparsa di un sacerdote e di un intellettuale della levatura di Don Luciano Marrucci? Da questo momento siamo tutti più poveri spiritualmente, sul piano umano e culturale. Don Luciano è stato, infatti, uomo di grandissimo intuito, fantasia, preparazione; arguto, dalla battuta pronta, ironica e , talvolta, tagliente, ma sempre appropriata, di una sincertà autentica e, in alcuni casi, addirittura spiazzante. E’ come se avessimo perso una persona di famiglia, ma abitante a piani più alti; apparentemente distaccato, in realtà presente, vicino, di profonda sensibilità e umanità. Don Luciano può considerarsi la coscienza critica della cultura samminiatese, capace di ben oltrepassare i ristretti confini di una città di provincia, per farsi voce e interprete delle inquietudini, degli interrogativi più urgenti dell’uomo di oggi; scrittore e poeta raffinato, in grado di sollevarsi con leggerezza sugli accadimenti pù drammatici e di svelarne al tempo stesso le più segrete e profonde motivazioni. Il Dramma Popolare lo ha avuto come Direttore Artistico per ben due mandati, dal 1974 al 1979 e dal 1990 al 2000, anni di scelte di importante rilievo, con testi di grandi autori italiani e stranieri, da Pomilio a Luzi, da Strindberg a Bolt, da Greene a Munk e molti altri, sempre con l’intento riuscito di tenere alta la qualità delle rappresentazioni insieme al prestigio del Dramma e della città di San Miniato, in Italia e fuori dal territorio nazionale; scelte combattute, ma sempre intensamente volute.
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SAN MINIATO - La scomparsa di un amico ci fa riflettere e ci offre l’occasione di rivisitare il lungo cammino che abbiamo fatto assieme e si riscopre con gratitudine la ricchezza dell’uomo, la testimonianza che abbiamo ricevuto.
Con don Luciano ho condiviso l’esperienza del seminario per 10 anni. Ricordo la sua vivacità, la sua genialità, la sua fantasia che sempre ci sorprendeva: doti che ha poi coltivato nella sua vita e che ha regalato nelle sue numerose opere.
Poi il ministero ci ha separati, ma è sempre rimasta viva tra noi l’amicizia, la stima reciproca. Anche negli incontri che abbiamo avuto in questo lungo percorso, fino a rivivere insieme in seminario questi ultimi anni, è sempre stata per noi una gioia il ritrovarci. Altri parleranno della sua ricchezza culturale, dei suoi scritti, della sua vita dedicata all’insegnamento. A me piace mettere in evidenza la sua rettitudine che ha sempre destato in me un senso di apprezzamento e di una certa invidia. L’ho scoperta in lui al tempo del seminario, nella sua convinzione pastorale, nel suo relazionarsi con tutti. Ha sempre avuto molti amici. Anche se ha trascorso 46 anni nella piccola Parrocchia di Moriolo, che gli offriva la visione panoramica di S. Miniato, cui era molto legato (era nato e vissuto a S. Miniato), non si è mai sentito solo.
DALLA DIOCESI - Così se n’è andato don Luciano Marrucci, un prete fuori dal comune e di enorme spessore culturale ed intellettuale. Don Luciano classe 1929, era un figlio della terra di San Miniato. Anche se con lo spirito da giramondo, Donlù è sempre rimasto legatissimo alla sua terra d’origine. Dalla sua Moriolo tesseva relazioni, scriveva testi, affascinava generazioni di studenti con le sue metafore, le sue catechesi.
La vita
La vita di don Luciano potrebbe sicuramente ispirare una sceneggiatura di un film. L’infanzia trascorre felice assieme alla madre, ai suoi fratelli e alle sorelle. La vocazione arrivò presto e fin da subito si dimostrò appassionato e dedito allo studio. Già all’età di 16 anni egli si proponeva lo studio della Logica Formale, una disciplina che appassionò fin da principio il giovane studente. Il 6 luglio 1952 viene ordinato sacerdote dalle mani di Felice Beccaro. Successivamente andò a studiare a Roma dal 1954 al 1957 nelle aule della Pontificia Università Lateranense, dove consegue la laurea in sacra teologia magna cum laude. Nel 1960 intraprende un viaggio alla ricerca del padre in Africa Orientale, dove riesce a ricongiungersi con la sorella.
Sempre in quel periodo, a Milano, frequenta l’Università Cattolica e insegna religione al Liceo Einstein.
Nel Seminario di San Miniato è stato docente di lingua italiana nel Ginnasio e di Filosofia Scolastica al Liceo; ed ha insegnato Teologia Trinitaria alla Scuola Teologica di San Miniato. Don Luciano venne poi nominato parroco di Moriolo, località di campagna a Sud di San Miniato, dove fonda una piccola casa Editrice: «L’Orcio d’Oro» che pubblica fascicoli in carta pregiata con xilografie in legno di bosso. Per diversi anni è stato coordinatore della commissione di lettura del Dramma Popolare di San Miniato e poi Direttore dello stesso Istituto. A partire dagli anni sessanta collabora con il settimanale diocesano “La Domenica”, di cui è stato direttore dal 1990 al 1995. Infinte poi le pubblicazioni di don Luciano: da ricordare la versione teatrale di «Pittura su legno» di Ingmar Bergman, Einaudi, Milano 2001 e «Dieci poesie», Arnoldo Mondadori Editore, 1973. Negli anni sono decine le pubblicazioni di narrativa, saggistica, poesia del sacerdote sanminiatese. In questi anni stringe collaborazioni con il vivacissimo panorama culturale San Miniatese: con lui collaborano Dilvo Lotti, l’amico Sauro Mori, Luca Macchi, l’attore Remo Girone.
Da ricordare poi i brevi racconti di narrativa e le rubriche pubblicate su La Domenica: “Storie Minime”, “Semi di Senape”, “Il Catechismo con le cose”.
Nel 2011 mons. Tardelli lo ha nominato Canonico Teologo del Capitolo della Cattedrale di San Miniato.
Ha curato un frequentatissimo blog sulla storia antica e della logica medioevale: «l’Abbasnullius», che oltre a riportare un giornale di memorie, propone alcune ricerche di logica. L’ultima avventura editoriale di don Marrucci è stata la creazione del portale sulla disciplina della logica, keysonlogic.com, che vanta numerosi contatti e contributi da prestigiose università straniere
Le passioni
Elencare le passioni di don Luciano è praticamente impossibile. I suoi interessi spaziavano dall’arte, alla filosofia, al teatro, al cinema, alla cucina, alla numismatica. Celebre e preziosissima la sua collezione di etichette storiche. Era un buongustaio don Luciano, adorava la cucina delle massaie toscane e il buon vino. A tavola, anche negli ultimi anni di ritiro nel seminario vescovile, non mancavano mai la sua bottiglie, sempre di notevole pregio. Di lui vogliamo portare il ricordo dell’ultimo insegnamento, fatto a tavola in un assolato pomeriggio di primavera, quando, chiudendo una lunga discussione, con semplicità disse: «alla fine è solo la fede che salva».
Ciao Donlù.