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«Il digiuno deve adempiersi non in parsimonia di cibi, ma in privazione di vizi».
Ricreazioni evangeliche, San Miniato 1904
DALLA DIOCESI - In Italia il numero delle separazioni e quello dei divorzi è in costante in aumento ed il loro effetto negativo ricade inesorabilmente su tutti i membri della famiglia, in special modo sui figli vittime di scelte non loro, spettatori impotenti alla distruzione degli affetti più cari e che, in molti casi, diventano loro malgrado oggetto di scambio o ricatto.
C’è una speranza a questo? Come far sì che la coppia venga messa in condizione di superare con esito positivo le difficoltà che spesso incontra?
Una risposta positiva a queste domande la si è data anche in Italia attraverso il programma RETROUVAILLE. Un programma che, come dice il suo nome (in francese perché nato nel 1977 nel Canada francofono), vuole portare le coppie a “ritrovarsi ” nel loro matrimonio.
EMPOLI - C’è urgente bisogno di sangue gruppo A e gruppo ZERO . L’Asl 11 rivolge un appello ai cittadini, che sempre hanno dimostrato un forte spirito solidale e altruistico, affinché si rechino quanto prima nei centri trasfusionali del territorio o prendano contatto tramite le associazioni dei donatori di sangue per effettuare la propria donazione.
I gruppi sanguigni A e ZERO (Rh positivo e Rh negativo) sono i più necessari, ma l’invito è rivolto anche a tutti gli altri donatori, qualunque sia il loro gruppo.
I donatori, e tutti coloro che volessero compiere questo indispensabile gesto di umanità, sono invitati a recarsi ai centri trasfusionali dislocati negli ospedali “San Pietro Igneo” di Fucecchio, “Santa Verdiana” di Castelfiorentino e “San Giuseppe” di Empoli.
CEVOLI - Nel nostro percorso della memoria, oltre alla particolare tradizione tutta ecclesiastica di commemorare un evento, anche luttuoso come la guerra, con la dedicazione di campane votive, incontriamo numerosi altri casi in tutto il territorio diocesano di consacrazioni legate all’evento bellico del 1914-1918. Quelli più numerosi sono relativi all’installazione di lapidi con l’elenco dei defunti sulle facciate o sui prospetti laterali di edifici di culto, in altri casi invece è la presenza di veri e propri monumenti, steli votive o piccoli cippi dedicatori in prossimità del luogo pio a caratterizzare questo rapporto stretto tra chiesa locale ed evento bellico.
L’ultima notizia che possiamo cogliere dal «Bollettino Diocesano» relativamente a questo argomento - le altre testimonianze vanno ricercate direttamente nel territorio - riguarda la trasformazione, il 13 ottobre del 1930, della chiesa di Sant’Anna a Cevoli in cappella votiva dei caduti di guerra.la chiesa si trova collocata nel piccolo centro di Cevoli, in Val d’Era, a poca distanza dalla pieve, lungo una stretta strada che conduce a Lari tra due file di vecchie case e palazzine ottocentesche. L’esterno imponente e ben riconoscibile reca i segni della consacrazione conservando nel timpano della facciata l’altorilievo dell’elmo di guerra poggiante su rami di alloro stilizzati.
La chiesa di Sant’Anna è un edificio molto semplice, costruito sopra una sorta di torre fortilizio a mattoni pieni e pietre nel basamento; l’interno, quasi disadorno, è arricchito unicamente da tre grandi lapidi marmoree murali - due che ricordano i caduti della prima guerra mondiale e una seconda apposto al termine della seconda guerra - oltre che una lapide pavimentale che ricorda la famiglia che qui aveva il patronato e il diritto di sepoltura. Non è nota la data di fondazione della chiesetta che possiamo certamente considerare più di un oratorio per la grandezza dell’aula. La trasformazione dell’edificio con la particolare dedica ai caduti avvenne con un triduo di solenni festeggiamenti e così «fu inaugurata in questo paese la Cappella votiva dei figli di Cevoli caduti di guerra». Il programma della manifestazione è ormai quello consueto che abbiamo già visto: la presenza del Vescovo diocesano a impartire la solenne benedizione, l’intervento delle autorità, la presenza delle associazioni fasciste e combattentistiche, di Cevoli e dei paesi limitrofi, poi le messe solenni in suffragio dei defunti. Possiamo pensare a questi eventi certamente come occasioni di commemorazione vissute con convinzione da familiari, vedove, orfani, «veterani di guerra», ma non possiamo ignorare la presenza costante di associazioni combattentistiche pronte a politicizzare spesso queste cerimonie. La particolarità della notizia che il «Bollettino» ci riporta in merito a Cevoli non è solo la "conversione" della chiesa di Sant’Anna in cappella votiva, bensì anche la notizia che nel luogo di culto si trovasse la «taumaturga immagine della Madonna delle Grazie». Intervistata una signora che si occupa oggi del decoro dell’ambiente, ci spiega che l’effige originale della Madonna delle Grazie, a cui le partorienti si rivolgevano per chiedere una serena gravidanza, è oggi stata trasferita nella chiesa parrocchiale di Cevoli ma l’altare maggiore - come si nota bene dal bassorilievo - ricorda ancora «Maria Mater Gratiae» sopra la riproduzione del quadro mariano.
Leggi tutto...Il circo con animali: la sofferenza è un divertimento?
Indecenza. Se esiste una parola che esprime al meglio il disgusto etico che si prova a vedere un circo con animali è proprio questa: indecenza. E già l’etimo esprime non degno, non conveniente.
E da dove proviene, di grazia, l’indecenza del circo con animali?
S. Croce sull’Arno sabato 7 e domenica 8 febbraio ostenta (!) la presenza del circo Moira in Piazza Beini e ci presenta, inconsapevolmente, sia chiaro, l’indecenza di tale "spettacolo".
Da un lato della piazza il rutilante e musicale ingresso con tanto di biglietteria (costo del biglietto euro-, ma i circhi non ricevono sovvenzioni statali?) e al lato opposto due leonesse rinchiuse in una gabbia minuscola per la loro stazza.
E lo sdegno, la rabbia, nasce da questo aspro contrasto, ben sapendo a quali atroci sofferenze fisiche (e la mancanza di libertà non è già un’atroce sofferenza?) sono sottoposti gli animali del circo per obbedire ai loro aguzzini.
E lo sdegno s’inalbera per la grande quantità di bambini presenti a tale "spettacolo".
Che imprinting pedagogico verrà trasmesso loro? Di certo non che la sofferenza non deve mai essere un divertimento.
Al contrario è proprio questo il messaggio che viene trasmesso, la sofferenza altrui (in questo caso animali) è un divertimento.
Per cui ringraziamo vivamente l’amministrazione comunale di S.Croce che ha concesso l’attendamento del circo in questione per averci dato adito a questa breve e sdegnata riflessione.
Andrea Seligardi
Più che una riflessione una denuncia quella di Andrea Seligardi che abbiamo deciso di pubblicare in quanto offre una prospettiva particolare sull’impatto che spettacoli comunemente considerati innocui possono avere sui bambini e sensibilizza sulla tematica della vigilanza affinché si eviti ogni tipo di maltrattamento degli animali.
(dfr)