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SAN MINIATO - Venerdì 19 febbraio 2016, presso la scuola media “Montanelli Petrarca” di Fucecchio, i ragazzi delle classi terze hanno accolto don Andrea Cristiani, Tommaso Cino, Elvis Ijeh e Chinonso Nzkwesi in occasione della Giornata della Pace. Don Andrea, fondatore del Movimento Shalom, ha raccontato l’attività del Movimento e ha condiviso con l'attenta platea dei ragazzi delle classi terze la brutta esperienza dell'attentato del 16 gennaio scorso che ha coinvolto la capitale del Burkina, un evento che ha sconvolto ovviamente l'intera nazione in preda a un periodo di forte instabilità politica. Il gruppo Shalom, durante i numerosi viaggi umanitari, aveva conosciuto il gestore italiano del bar “Il Cappuccino”, così il gruppo era solito fermarsi lì per una sosta; al momento del ritorno in aeroporto, la sera del 16 gennaio, una serie di attentati in vari punti del Burkina ha colpito anche quel luogo di ristoro, dove la famiglia del titolare del bar ha perso la vita. Ma l'iniziativa non voleva essere solo il racconto della tragedia dell'attentato. La mattina è servita soprattutto per accogliere Tommaso, giovane operatore della cooperativa “La pietra d’angolo”, che ha presentato due ragazzi nigeriani, Elvis e Chinonso, profughi accolti a Fucecchio. E' stata una grande opportunità per conoscere le difficili condizioni dei paesi africani ma anche gli sforzi che diversi operatori del territorio stanno sostenendo per l'accoglienza di molte persone fuggite dai teatri di guerra africani. L'occasione è stata quindi utile a far conoscere l'attività in cui è impegnata la cooperativa Pietra d'angolo. Tra i vari compiti, anche quello di provvedere loro con il vestiario, il cibo e tutte le utilità necessarie. Un altro sforzo della cooperativa sta nel cercare di abituare i profughi alla quotidianità del nostro paese. Elvis Ijet e Chinonso Nzekwesi provengono dalla Nigeria, il primo ha venticinque anni e il secondo diciannove. Sono arrivati in Italia durante i mesi estivi, uno il diciotto luglio, l’altro il dieci agosto. I ragazzi, incuriositi dalla vita di questi ragazzi, hanno chiesto loro di raccontare le difficoltà e le peripezie del loro viaggio, con le fatiche del deserto e della traversata in mare.

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SAN MINIATO - In occasione dell'anno della Misericordia la diocesi di San Miniato organizza un pellegrinaggio a Roma con la partecipazione all'udienza generale di Papa Francesco, la visita alle basiliche papali di Santa Maria Maggiore e S.Paolo Fuori le Mura e, prima  la volta per un pellegrinaggio diocesano, visiterà luoghi e associazioni e comunità che lavorano a fianco di rifugiati, carcerati e senzatetto, che praticano quotidianamente la misericordia. Sarà un pellegrinaggio per conoscere i volti di misericordia del nostro tempo e visitare i luoghi di sofferenza e di incontro con gli ultimi della diocesi di Roma. Questo il senso del viaggio a Roma in calendario per i prossimi 14 e 15 giugno. Il programma, come per il 2013, prevede l'opzione dei due giorni di pellegrinaggio e del solo 15 giugno.

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DALLA DIOCESI - I temi che toccano le nostre convinzioni più profonde sono sempre divisivi. "Mai senza l’altro", diceva Michel de Certeau. Non è pensabile e neanche auspicabile che ci sia una completa uniformità di opinioni, visioni della vita, obiettivi. Purtroppo, su alcune questioni si è assistito ultimamente all’affermazione sempre più arrogante di un pensiero unico. E’ questo il caso dell’equiparazione (o quasi) dei diritti delle coppie di fatto alle coppie sposate.
Anche sui social network, i sostenitori del DDL Cirinnà, si sono scagliati in una serie di ragionamenti al limite del volgare. Colpiscono soprattutto e fanno davvero male i commenti di coloro che per un lungo tratto hanno condiviso un cammino nella Chiesa e ora sputano veleno verso i loro stessi amici rei di sostenere il concetto naturale di famiglia, delegittimato evocando gli inveterati cliché dei padri assenti e donnaioli.Duole che anche molti che in passato hanno avuto incarichi importanti all’interno della Chiesa si scaglino con tale prepotenza nei confronti di chi non la pensa come loro. È una brutta pagina di storia quella che stiamo vivendo, sia nella comunità civile che cristiana. Una pagina che poteva essere un importante momento di dibattito serio sulle questioni civili, che invece si è trasformata in un’ escalation che di volgarità, arroganza, opportunismo, che speriamo al più presto di poter dimenticare.

 

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SAN MINIATO - Altre due Porte sante saranno aperte nella diocesi di San Miniato per favorire i fedeli che vogliono ottenere le indulgenze legate al Giubileo della Misericordia, iniziato lo scorso 20 dicembre scorso con l’apertura della Porta santa della Cattedrale.
Il primo appuntamento è fissato per il 6 febbraio, alle ore 18, al santuario della Madre della Divina Grazia di San Romano dove mons. Migliavacca presiederà il solenne rito e aprirà la Porta attraverso la quale passeranno i pellegrini dell’Anno Santo. La seconda data è quella del 13 febbraio quando, sempre alle 18, il Vescovo aprirà la Porta santa nella chiesa parrocchiale di Ponsacco, "santuario giubilare" per la Valdera. Per la scelta dei due "santuari del Giubileo" sono stati presi in considerazione quei luoghi dove già vi è normalmente affluenza di fedeli ed è possibile assicurare la presenza di sacerdoti per il servizio dell’ascolto e della confessione.
L’apertura di queste due ulteriori "porte di misericordia", proprio all’inizio del periodo di Quaresima, sarà il segno dell’occasione offerta a tutti di vivere appieno questo tempo di perdono e conversione. La porta giubilare è Cristo stesso che introduce nella città celeste, che perdona le colpe e rimette le pene. Le Porte sante rimarranno aperte, a parte la normale chiusura notturna, fino al termine dell’Anno santo, il 20 novembre 2016.
Per vivere in modo più intenso l’Anno Santo a livello diocesano le parrocchie, singolarmente o unite in vicariati, sono invitate a fare un loro pellegrinaggio a San Miniato attraversando la Porta santa della Cattedrale. Il culmine dell’anno giubilare giungerà con il pellegrinaggio diocesano a Roma che è in corso di preparazione. Nelle prossime settimane verranno rese note date e programma ufficiale.

DALLA DIOCESI - È di qualche giorno fa la notizia che la fondazione Meter, facente capo al sacerdote don Fortunato Di Noto, ha denunciato alla Polizia Postale uno dei più grandi archivi pedopornografici mai scovati sul web. Immagini e video raccapriccianti di bambini orrendamente abusati, messe a disposizione dei tanti pervertiti che si nascondono sulla rete.
«Il problema della lotta alla pedofilia e alla pedopornografia – ha dichiarato don Fortunato, fondatore e presidente di Meter – è che la gente non riesce a rendersi conto della gravità di questi abusi perché ovviamente non possiamo mostrarli. Da buon prete vorrei che la società si sollevasse. Spero che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le alte cariche dello Stato vengano a conoscenza di questo episodio, di un bambino violato e chiuso in gabbia come un animaletto, che il Paese possa sobbalzare di indignazione».
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La liturgia del Natale e la Parola di Dio che abbiamo ascoltato parla di una “notizia”; è necessario fa risuonare una “notizia”.

“Dite alla figlia di Sion: ecco, arriva il tuo Salvatore; ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede” così canta il profeta Isaia. E’ la notizia di una visita, di un cambiamento.

Il profeta annunciava al popolo di Israele la liberazione, il ritorno a casa, nella propria terra e nella città santa dopo l’esilio. E’ notizia di gioia, di libertà, di vita che si rinnova e riprende a vedere oltre l’orizzonte, si vede casa.

Nella seconda lettura Paolo, nella sua lettera a Tito, fa risuonare questa buona notizia e la descrive con i contorni della misericordia: “Quando apparvero la bontà di Dio, Salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati… per la sua misericordia… affinché diventassimo eredi della vita eterna”. Viene fatta risuonare, viene ripetuta la notizia della straordinaria opera della misericordia di Dio che regala la vita, per sempre. E’ questo l’annuncio sorprendente, offerto a tutti noi, dal Giubileo che stiamo vivendo e che ci chiede di lasciar operare il Salvatore, il Dio misericordioso.

L’immagine di una “notizia” accompagna tutto il racconto evangelico: la presenza degli angeli, portatori di una notizia, di un annuncio; i pastori si mettono in cammino grazie alla notizia data loro dagli angeli; i pastori stessi diventano annunciatori: “riferirono ciò che del bambino era stato detto loro”; e poi c’è lo stupore di tutti quelli che ascoltano, dai pastori, questa notizia; e infine Maria che la custodisce nel suo cuore di madre.

Il Natale è festa di un annuncio, di una notizia, è festa di vangelo, cioè della buona notizia. E l’annuncio è che, grazie alla memoria viva della nascita del bambinello 2000 anni fa, oggi egli viene di nuovo, ci visita, si fa incontrare e diventa per noi il Salvatore, ci cambia la vita, ce la regala per sempre e la riporta lì dove sta venendo meno.

Una buona notizia risuona allora oggi per noi: ti è regalata la vita. Stai vivendo un passaggio difficile della tua famiglia, quando più faticosa è l’intesa e l’amarsi? Ti è regalata la vita. Ti ha raggiunto la malattia, un inciampo nella normalità del tuo futuro? Ti è regalata la vita. Il lavoro è diventato un problema, la crisi si fa sentire, le prospettive sono incerte? Ti è regalata la vita. Sei giovane, ma non è semplice arrivare a fare scelte per il futuro, per il proprio studio, il lavoro, la scelta di creare una famiglia o di dedicare l’esistenza al Signore? Ti è regalata la vita. Sei qui con la tua esistenza: cosa c’è nel tuo cuore, speranze, delusioni, fatiche, attese, sofferenze, gioia…? A te è regalata la vita, c’è una buona notizia. Il Natale a tutti noi dice che una buona notizia c’è per noi, per la nostra vita oggi.

Il vangelo ci ricorda anche che la buona notizia va fatta risuonare, va ripetuta, gridata. Sono i pastori che raccontano ciò che avevano visto: il bambinello appena nato.

E noi? Siamo portatori di buone notizie? Il vangelo racconta che nel Natale, chi va a Betlemme e vede il bimbo nato, Gesù, diventa portatore di buone notizie. E noi?

Questo significa che si diventa capaci di vedere il bene che c’è, anche se nascosto, discreto, non gridato, imperfetto… Eppure è il bene. Si diventa in mezzo agli altri presenze che mostrano il bene dove si trova, dove si manifesta. Si diventa capaci di parlare del bene, di portare agli altri una parola buona, di consolazione, di luce, di pace, di verità. E’ proprio una novità del Natale questa, perché tante volte noi rischiamo di essere annunciatori di infauste notizie, credenti dal volto triste. Il Natale, i pastori invece sono racconto di portatori di notizie felici e ci indicano chi deve essere il cristiano nella società, il cristiano anche nella diocesi di San Miniato, qui e in ogni altro suo centro.

Nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro e di studio, negli ambienti delle diverse istituzioni civili, nei centri decisionali della vita sociale e nei luoghi più umili, nelle nostre diverse associazioni, nelle nostre città e paesi oggi siamo inviati come portatori di buone notizie, presenze che mostrano il bene che c’è, cristiani con il volto della gioia e della speranza.

C’è un ultimo quadro del vangelo su cui ci soffermiamo. “I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto…”. “Glorificando e lodando Dio” dice in racconto evangelico.

La lode e il canto di gloria a Dio sono il segno di qualcosa che è cambiato nella vita di quella gente, dei pastori. Si erano messi in cammino con tante domande, con trepidazione, con mille incertezze ed ora, dopo quello che hanno visto, il bambinello con Maria e Giuseppe, il venire della vita in mezzo a noi, il ritorno a casa ha un cuore rinnovato: gioia e canto di lode. L’incontro con il Signore, vedere che Lui è venuto, che è in mezzo a noi, che tocca la nostra vita ci rinnova, dona un animo lieto, sereno, nella pace, perché sa ormai di essere amato da Dio.

Lode e rendimento di gloria: sia questa la descrizione più bella del nostro Natale di quest’anno, per noi qui presenti e per tutte le nostre famiglie.

Buon Natale.

 

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SAN MINIATO - Dal 5 al 15 Gennaio una nutrita delegazione del Movimento Shalom sarà in Burkina Faso. 19 i partecipanti: don Andrea Cristiani ( fondatore di Shalom), mons. Roberto Rodriguez (presidente onorario di Shalom e vescovo emerito in Argentina), Michele Carpinelli (avvocato di Roma), Massimo Toschi ( Regione Toscana), Andrea Gozzini ( responsabile progetto acqua, San Miniato),Stefano Piementese ( agronomo fiorentino), Valter Ulivieri (agronomo di Piombino), Luciano Campinoti ( tecnico pozzaio di San Miniato), Maria e Enrico Spinelli (volontari Shalom di Prato), Rossana e Massimo Calamai ( volontari Shalom Prato), Betti Gabriella ( sostenitrice adozioni a distanza di Nuoro), Fantacci Maria ( sostenitrice adozioni a distanza di Firenze), Piero Selmi ( tecnico di Fucecchio), Lia Burgalassi ( consigliere di Unicoop Tirreno), Luisa Piemontese e Mattia Liuzzo (volontari di Pistoia).

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SAN MINIATO - La cordialità con la quale i sanminiatesi hanno accolto il nuovo Vescovo della diocesi, Mons. Andrea Migliavacca, è stata significativa. E l’impatto che quest’ultimo ha avuto sui fedeli della sua nuova casa è stato positivo: “è in gamba, è bravo, è una persona validissima, è semplice e straordinario allo stesso tempo” i più hanno detto. I giovani erano poi particolarmente contenti.

Secondo Francesco e Tommaso della comunità di Fucecchio “il nuovo vescovo porterà una ventata d’aria fresca a questa diocesi che ne ha bisogno: speriamo che punti sui giovani e che questi recepiscano il suo messaggio”.

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PAVIA - Pubblichiamo il saluto di mons. Migliavacca col quale si è rivolto ai fedeli al termine della solenne celebrazione di mercoledì 9 dicembre. Il prossimo numero della domenica, in uscita in data 20/12/2015, sarà interamente dedicato all'ordinazione e all'ingresso a San Miniato del vescovo Andrea.

«Abbiamo assistito in questi giorni a due gesti altamente simbolici compiuti da papa Francesco per l’apertura del Giubileo della misericordia: l’apertura della porta santa a Bangui, in Centrafrica, in zona di guerra e la solenne apertura della porta santa nella basilica di San Pietro ieri, inizio ufficiale dell’anno santo. Lo stesso gesto verrà ripetuto prossimamente nelle nostre diocesi.
Aprire la porta… Più volte il papa ha richiamato l’esigenza che nella chiesa si curi che le porte siano aperte, non siano blindate, e a tutti sia reso possibile l’accesso.
Aprire la porta: è una immagine che mi aiuta in questo momento a dire la mia gratitudine.
I miei genitori Chiara e Giuseppe mi hanno aperto la porta della vita e mi hanno da sempre accompagnato con discrezione, affetto, cura: a loro, per questa apertura, va il grazie grande di chi riconosce di dono della vita, un dono che passa attraverso volti familiari, i volti di chi ama. Con loro nella casa di famiglia il mio grazie va a mia sorella Elena con la sua famiglia. Sono legami questi che col passare del tempo e delle situazioni non si affievoliscono, ma crescono sempre di più.
Tante porte aperte ho incontrato nella mia esperienza da ragazzo e giovane a Binasco, in oratorio, in parrocchia… Lì è maturata la fede e la scoperta di sperimentarsi nel vivere il dono e l’avventura della amicizia.
La porta del sacerdozio mi è stata aperta da mons. Giovanni Volta. Lo ricordo con gratitudine. Con lui si erano aperte le porte del seminario, don Adriano, don Bruno, don Luigi e don Daniele hanno accompagnato i miei passi per diventare prete. Da tutti loro ho imparato chi è il prete e come può, in modo poi personale, rispondere alla chiamata del Signore per servire i fratelli. Con tutti loro ricordo con amicizia i compagni seminaristi, tanti oggi preti, altri su diverse strade. Insieme a loro guardo stupito al mio e nostro cammino.

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SAN MINIATO - Dopo l’Ordinazione episcopale ricevuta nella cattedrale di Pavia, mercoledì 9 dicembre, il Vescovo Andrea Migliavacca si prepara ad entrare nella sua nuova diocesi di San Miniato. L’attesa è grande e molte sono le attese nei confronti di questo giovane Pastore che con i suoi 48 anni, è il vescovo più giovane d’Italia. Attraverso la lettera inviata al momento della sua elezione e nelle interviste rilasciate, Andrea si è già fatto conoscere e amare da tutti e ha anche anticipato le linee generali del suo programma pastorale. Un programma fatto soprattutto di fede vissuta nell’ascolto della Parola di Dio e nella preghiera e di relazioni umane ispirate alla vicinanza alle persone. Andrea ha già avuto modo, attraverso messaggi personali e gesti di carità, di farsi vicino a quanti dalla nostra Diocesi si sono rivolti a lui, specialmente i giovani e i malati, e non ha mancato di partecipare, pur non potendo essere presente di persona, al lutto per la scomparsa di don Luciano Marrucci.

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