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SAN MINIATO - La polemica sullA rimozione delle lapidi dalla facciata del muncipio di San Miniato ha infuocato nei giorni scorsi gli animi e le pagine dei giornali locali. Il sindaco di San Miniato manifestò per la prima volta l’intenzione di rimuovere le due lapidi che riportano le due diverse ricostruzioni dei tragici fatti del 22 luglio 1944 circa un anno fa. La prima lapide (quella che atrribuiva la responsabilità della strage ai “tedeschi”) fu scritta da Luigi Russo, e fu affissa nel 1954, nel decennale della tragedia, inaugurata da Ferruccio Parri del Partito d’Azione. La seconda lapide fu scritta da Oscar Luigi Scalfaro nel 2007, affissa accanto alla prima a seguto delle risultanze storiche e giuridiche che attribuirono alle forze alleate il colpo mortale che distrusse la vita di quelle 55 vitime innocenti.

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DALLA DIOCESI - Calunniate, calunniate, qualcosa resterà», recitava una vecchia frase che incitava a gettare discredito sulla religione cattolica. Passano i secoli e le cose non cambiano.
Nella bagarre sollevata dalla rimozione delle lapidi dalla facciata del comune di San Miniato, purtroppo è stata rievocata anche una delle diffamazioni più vergognose e dolorose della nostra storia locale e non solo: l’attribuzione della responsabilità della strage del Duomo all’allora vescovo di San Miniato mons. Ugo Giubbi.
Una calunnia, diffusa con astuzia a livello popolare a poche ore dall’immane tragedia del Duomo, che ancora resiste e ha stranamente un suo pubblico anche di fronte alla verità della storia e alla palese assurdità di attribuire al vescovo una volontà omicida verso il suo popolo, in connivenza con i nazisti. Va ricordato che il vescovo nel ’44 era rimasto l’unica autorità religiosa e civile presente in San Miniato, e pertanto si trovò per forza di cose a dover gestire i rapporti con il comando tedesco durante il passaggio del fronte. Non è un caso se l’accusa nei confronti di Giubbi non fu mai formalizzata, ma rimase e rimane un’ignobile diceria volta solo a denigrare la sua memoria.

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Giuntini al Museo

Il 22 marzo 2015, la proposta del Museo Diocesano d’Arte Sacra, nell’ambito dell’iniziativa della Rete Museale del Valdarno di Sotto «Tutti al museo! Giocando s’impara!», è stata la visita animata dell’attore Andrea Giuntini che ha interpretato il Vescovo Poggi.  I bambini che hanno partecipato, hanno vissuto un’ innovativa esperienza caratterizzata dall’esplorazione delle opere d’arte del Museo Diocesano accompagnati da un importante personaggio del passato. Infatti, quando i ragazzi hanno visto materializzarsi dall’interno di una delle sale del museo questa figura insolita, caratterizzata dall’abbigliamento ecclesiastico, inizialmente sono rimasti senza fiato, ma, non appena Andrea ha introdotto il personaggio presentandosi come solo un bravo caratterista sa fare, si sono lasciati condurre nel percorso artistico.

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FUCECCHIO - Il 2015, come noto, è l’anno della grande esposizione universale per l’Italia, l’EXPO, che avrà luogo a Milano dal primo maggio al 31 ottobre. Il tema di questa importante rassegna mondiale è “Nutrire il pianeta. Energie per la vita”, tematica ampia e dibattuta oramai da mesi con tutta una serie di iniziative che stanno coinvolgendo l’intero territorio italiano attraverso le università, i centri di ricerca e documentazione, le amministrazioni locali, il mondo dell’associazionismo.

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SAN MINIATO - Due pianisti di fama mondiale, Vladimir e Vovka Ashkenazy, padre e figlio, hanno inaugurato con la loro grande musica l’auditorium Carismi di piazza Bonaparte riaperto dopo quasi quindici anni: una serata di festa per la città. Un ritorno annunciato e tanto atteso quello dell’auditorium, uno spazio ritrovato, che è stato importante per trent’anni e che lo sarà ancora di più per il futuro, oggi che è stato riportato a nuovo splendore negli arredi, dotato di ascensore, sistemato nei servizi e nell’impiantistica in un anno di lavori progettati e diretti dall’ingegner Sergio Gronchi. Il dialogo tra l’auditorium, felice intuizione della Cassa di Risparmio di San Miniato agli inizi degli anni ’70 - quando con un progetto all’avanguardia per i tempi fu realizzata la grande sala e sopra furono costruiti due piani di uffici - e il territorio si era interrotto da oltre dieci anni. 

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