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STABBIA - Padre Antonio, da Lazzeretto e Stabbia al Brasile: tra le tante differenze cosa ti ha colpito di più dei luoghi che hai visitato? E’ difficile elencare tutto quello che di diverso in quella parte del mondo. Mi ha colpito certamente la semplicità degli ambenti, l’ordine che regnava nella maggior parte delle strade cittadine. Le case che ho visitato, molto diverse dalle nostre, avevano tutte un carattere francescano, poco sfarzoso, e questo mi è piaciuto. Certo, ci sono anche in Brasile, soprattutto nelle periferie, case abusive e villaggi poverissimi. Ma quello che ho notato, anche nella povertà delle situazioni, è stato l’alto “senso civico”. Non mi conoscevano ma era sempre un rivolgersi a me con il “buon giorno”, “buon pomeriggio”, “buona sera”; ad ogni situazione mi dicevano sempre “obrigado”. Quali comunità hai conosciuto? Sono stato ospite, grazie a dei confratelli sacerdoti che conosco da tre anni, la comunità parrocchiale di San Pio X Diocesi Campo Limpo, periferia sud ovest della città di San Paolo. E’ una diocesi molto grande, quasi tre milioni di battezzati! La parrocchia dove sono stato io conta trentamila abitanti ed ha un solo sacerdote! Poi sono stato nella parrocchia di Sant’Antonio di Padova e alla Madonna del Carmelo. Questa comunità la conosco da tre anni e quindi c’è un rapporto di amicizia e uno scambio continuo di messaggi e di preghiere reciproche. Cosa ti ha colpito della vita parrocchiale in quelle parti del mondo? Un altro pianeta Cioè? Le comunità sono attive e c’è grande partecipazione. La liturgia è ben distribuita. Ci sono accoliti, giovani ragazzi che fanno i chierichetti, lettori. Tutto è ben organizzato. La liturgia è viva. Si sente un’atmosfera diversa. Ogni collaboratore sull’altare sa cosa deve fare. Mi ha colpito poi il fatto che ogni famiglia, seppur povera, consegna la decima dello stipendio in parrocchia che viene portata fedelmente all’altare al momento dell’offertorio. Questo accade una volta al mese. Con queste entrate dipende la vita del sacerdote e tutto quello che riguarda la chiesa. Poi, una domenica al mese, fanno la raccolta dei viveri, specialmente per i più poveri. Ho visto il presbiterio riempito sino alla mensa con sacchetti pieni di cibo. La partecipazione, poi, si aggira intorno al 60% della popolazione, contro il 10 % delle comunità locali. Cosa ti ha lasciato nel cuore questa missione? Certamente la volontà di apprendere il loro modo semplice di vivere e di trasmetterlo anche qui, nelle comunità parrocchiali affidatemi. E chissà se un giorno potrò stare lì, in Brasile, per più tempo. Mi ha colpito l’accoglienza della parrocchia nei confronti di una ragazza madre, con la sua piccola bambina. Si sentiva davvero l’abbraccio, il calore umano della comunità. Ho proposto di adottare una parte della parrocchia di Sant’Antonio di Padova e la piccola bambina della ragazza madre che ho conosciuto. Cosa copierebbe nella sua parrocchia delle buone pratiche che ha visto? Il sacerdote e i ministranti escono fuori dal portone della chiesa al termine della funzione, e tutti si scambiano un saluto e un abbraccio. Questo vorrei adottarlo anche nelle mie celebrazioni, credo sia un bel gesto, semplice, penso possa essere apprezzato.

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Oggi, sabato 13 febbraio alle 18, si apre la porta santa a Ponsacco.

SAN ROMANO - Lo scorso 6 febbraio è impresso nei cuori di tutti noi come un momento di Grazia particolare in cui il “Signore ha visitato il suo popolo”.

Infatti nell’anno in cui Papa Francesco ha indetto per tutta la Chiesa il Giubileo della Misericordia, la nostra
Comunità di San Romano ha visto l’apertura di una Porta Santa con il rito solenne presieduto dal nostro Vescovo Andrea. La scelta è caduta sul nostro santuario in considerazione del fatto che questo luogo vede normalmente l’affluenza di un cospicuo numero di fedeli e dove è altresì possibile assicurare la presenza di sacerdoti per il servizio dell’ascolto e il sacramento della Confessione. Scelta importante quella di aprire altre due nuove porte Sante in Diocesi dopo quella aperta in Cattedrale lo scorso 20 dicembre, proprio per dare modo al maggior numero di persone di sperimentare la Grazia particolare di questo anno Giubilare.
La Porta di San Romano ha il titolo di “Porta Santa della Famiglia” , appellativo indovinato e particolarmente importante visto l’argomento dibattuto (e istituzione più che combattuta) giusto in questi ultimi tempi.

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VINCI - La nomina di mons. Andrea Migliavacca del clero di Pavia a vescovo di San Miniato è stata una piacevole sorpresa. Una vescovo del nord in terra toscana. Pochi i precedenti storici tra le due diocesi. In senso meno religioso, si tratta di un vescovo sulle orme di un altro personaggio locale legato alla terra lombarda: Leonardo. Il percorso intrapreso è esattamente l’inverso, altrettanto poetico: dal "domo", secondo l’idioma toscano, alla "chiesina". La Diocesi di San Miniato, nata nel 1622 per distacco da Licca, ha nel suo territorio dei luoghi di incredibile suggestione leonardiana, entrambi nel comune di Vinci, a confine con le diocesi di Pistoia e Firenze.
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CAPANNE - Cosa può essere il paradiso? Che cosa la vera gioia?
Questa considerazione è stata fatta da alcune persone, esprimendo le sensazioni provate durante la messe di domenica 17 gennaio, giorno in cui è stato conferito il Sacramento della Cresima ai ragazzi della nostra parrocchia. Sì, veramente questa è stata una domenica  speciale. Iniziata con l’accoglienza tributata a Monsignor Andrea Migliavacca che veniva per la prima volta tra noi. Alle 10,30 ci siamo ritrovati davanti all’Edicola, recentemente restaurata, della Madonna del Buon Viaggio, un luogo altamente simbolico per noi Capannesi. Qui, in forma molto semplice ma calda e accogliente, abbiamo ricevuto il Vescovo. Dopo il saluto del nostro Parroco e i successivi  brevi discorsi dei ministranti e di un Rappresentante del Consiglio Pastorale, Sua Eccellenza ha preso la parola ringraziando con calore e apprezzando l’accoglienza ricevuta nella sua semplice modalità. È stata simpatia al primo ascolto; con modo affabile, immediato, chiaro, corredato da un bel timbro di voce (dono di madre natura) ha catturato l’attenzione di tutti. Poche parole. Prima di incamminarci verso la Chiesa il Vescovo, con una preghiera dialogata, ha affidato la nostra comunità alla Madonna.
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DALLA DIOCESI - ll Canonico Lido Freschi è tornato alla casa del padre. Così il Capitolo dei Canonici della Cattedrale di San Miniato ha dato l’annuncio della scomparsa di Don Lido. Una morte improvvisa, che arriva a pochi giorni dalla partenza del Palio di San Lazzaro, la manifestazione voluta e guidata da Don Freschi. Il sacerdote è stato parroco a Ponte a Elsa dal 1982, dopo essere stato precedentemente a Parlascio, e prima ancora a S. Miniato Basso e Santa Maria a Monte. Era nato nel 1935, ordinato prete nel 1962.
«Un cammino di vita intenso, capace di bene e di attenzione a tutti – ha detto Mons. Migliavacca, nel corso dell’omelia delle esequie – il cammino di un prete buono, un prete dedito al Signore e alla sua gente».
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