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SAN MINIATO -Con una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta da Mons. Fausto Tardelli, è iniziato domenica 30 novembre, nella Chiesa della Trasfigurazione di San Miniato Basso, l’Anno della Vita consacrata. Presenti i religiosi e le religiose della diocesi appartenenti a diverse comunità che operano nel territorio accompagnati da fedeli. Nell’omelia il vescovo commentando le parole di Isaia ha invitato a scoprire che siamo peccatori e abbiamo bisogno di essere salvati. Un umile riconoscimento della lontananza da Dio, riconoscimento coraggioso del proprio limite.

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SANTA MARIA A MONTE - Le fondazioni di un edificio hanno da sempre un valore simbolico, oltre che strutturale. A maggior ragione per un edificio di culto, per di più destinato a diventare il centro di un paese rimasto a lungo semplice periferia, oggi alla ricerca di una propria identità. Ma anche la realizzazone di un sogno che mons. Alvaro Gori aveva chiuso in un cassetto e che oggi sta diventando una bella realtà.
Sta infatti prendendo forma la Chiesa succursale di Ponticelli, un’opera importante, con una stima costi pari ad almeno un milione e mezzo di euro, finanziati al 75% dalla conferenza Episcopale Italiana con i fondi dell’8 x mille.
«Dal punto di vista tecnico – spiega la progettista, l’ing.Irene Storti – la struttura portante è progettata in cemento armato, architettonicamente concepito a caratteri moderni ma anche con richiami all’antico costruito nei particolari e nei materiali».
«Gli scavi per oltre 2000 metri cubi di terreno sono stati iniziati e ultimati fra i mesi di giugno e luglio – afferma ancora Storti – mentre a Settembre, successivamente ad una stagione estiva eccezionalmente piovosa, l’impresa appaltatrice Simas Costruzioni ha dato il via ai lavori di carpenteria delle delle travi e della platea superiore di fondazione sino al getto avvenuto in data 25 Novembre».
La chiesa comincierà ad essere «visibile» nei primi mesi del 2015 quando si potrà distinguere gli spazi dell’Aula Liturgica, del salone Parrocchiale, delle aule per la catechesi, del loggiato esterno coperto e del chiostro.
L’obiettivo è arrivare alla copertura nel mese di Giugno prossimo, succesivatamente saranno da eseguirsi i tamponamenti, gli impianti , gli intonaci e le opere di rifinitura, nonché le sistemazioni esterne.
Ecco i nomi del team di progetto:
responsabile unico del procedimento, con decreto vescovile del 12 luglio 2013 d. Mario Brotini in rappresentanza del servizio di culto dioecsano; progettista e direttore dei lavori architettonico Ing. Irene Storti Progettista; Agronomo paesaggista Dott. Enzo Petrini; Calci, Scavi e movimentazioni terre Ditta Banti Enrico, Santa Maria a Monte Opere e Ditta Simas Costruzioni di Santo Pietro Belvedere; Responsabile della sicurezza e collaudi Studio Miliffi, Pontedera Progettisti impianti elettrico ed idrotermosanitario Studio Parentini Zega Bertelli San Romano e con la supervisione della Sovrintendenza dei beni architettonici di Pisa - Arch. Fabio Boschi.

Il 18 novembre Filiberto è mancato all’affetto dei suoi familiari, alla chiesa di S. Stefano, di cui era solerte custode, alla diocesi, che in lui ha trovato per tanti anni un prezioso collaboratore.
Uomo di sicura fede, costante nella partecipazione all’Eucarestia, animato da spirito di carità verso i più poveri.
Una vita dedicata alla famiglia: un amore offerto e corrisposto dalla moglie e dai figli. Nel declino lungo e irreversibile, Filiberto, in casa e nei ripetuti ricoveri in ospedale, ha sempre avuto a fianco la sua sposa che ci ha offerto una bella testimonianza.
Nell’esercizio del suo ufficio di cancelliere a Firenze, in Sardegna, a S. Miniato, presso la Pretura di Empoli e come difensore civico a S. Miniato ha trovato apprezzamento la sua professionalità e la ricca carica umana che lo ha sempre contraddistinto.
Nella diocesi ha dato il suo importante contributo al Sinodo diocesano e presso la curia dove, per diversi anni, ha prestato la sua opera nell’archivio diocesano.
Alle esequie, in S. Stefano, hanno partecipato in molti. Poi è tornato a casa: il suo corpo è sepolto a Firenze, nel cimitero di Trespiano accanto ai suoi genitori.
Lo ricordiamo tutti con particolare affetto e gratitudine. Vogliamo sperare che anche lui ci porti nel cuore presso il Signore.
Alla moglie Anna Maria, ai figli, le nostre più sentite condoglianze.

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BASSA - Prosegue il percorso di riscoperta e commemorazione delle vicende legate al primo conflitto mondiale con particolare attenzione al territorio diocesano. In questo e nei prossimi numeri ci soffermeremo su un tema interessante e che meriterebbe davvero un grosso approfondimento se non una vera e propria campagna di censimento parrocchia per parrocchia.
Parliamo infatti delle campane votive che, dopo la fine del conflitto mondiale, furono inaugurate in alcune chiese del territorio. Accanto a più generici monumenti ai caduti, altari al milite ignoto, lapidi su edifici pubblici e “parchi della rimembranza”, le parrocchie italiane – e quindi anche le nostre – riposero particolare attenzione al tema della commemorazione dei defunti della guerra attraverso la fusione di nuove campane che riportassero i nomi dei soldati non più rientrati dal conflitto. In tal caso le testimonianze della volontà di ricordo e della preghiera sono di un materiale particolare, sono testimonianze bronzee, che non facilmente si possono “leggere” nella loro integrità perché collocate su alti campanili.

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CAPANNE - Domenica 23 novembre, solennità di Cristo Re dell’Universo, Don Tommaso Botti recentemente ordinato, oggi vicario parrocchiale a Stabbia, ha celebrato per la prima volta la Santa Messa nelle Parrocchie di Marti e Capanne. Con un bel gruppo di chierichetti, alle ore 10,00 a Marti, ha celebrato la Messa rilevando, sulla base del Vangelo, quanto l’essere cristiani debba essere dimostrato nella praticità e concretezza di ogni giorno, facendosi prossimi ai più deboli vedendo in loro il volto di Cristo: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25, 40). 

Poi, di corsa a Capanne , dove lì ha celebrato Messa alle 11,30.
Anche qui molti chierichetti hanno fatto da corona per la festa al prete novello, insieme a molti bambini del catechismo. Al termine delle celebrazioni le comunità parrocchiali hanno consegnato a ricordo, un’icona della Madonna del Buon Viaggio e un dovuto per le necessità di Don Tommaso, come segno dell’amicizia che ci lega.
Don Fabrizio, insieme a Fra Marco, don Simone e alcuni parrocchiani di Marti e Capanne, hanno poi trascorso un conviviale con Don Tommaso e la mamma per concludere la giornata di festa.
Auguriamo a Don Tommaso che nella missione di Sacerdote incarna sempre più l’ideale del Cristo Buon Pastore e sappia farsi prossimo verso tutti quelli che gli sono affidati.

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