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CIGOLI - «Quanti 21 di luglio hai passato a Cigoli?», mi domandava un ragazzo della Prima Comunione di quest’ anno.
«Tanti - risposi - ma non saprei dirti il numero preciso».
Questa domanda di un ragazzo mi ha fatto riflettere e pensare a lungo.

Mi ricordo quando mia madre partendo da fondo di scesa di Balconevisi mi portava a Cigoli a piedi, in pellegrinaggio e tutti gli anni mi diceva si va a prendere una benedizione dalla «Madre dei Bimbi» a Cigoli, poi si calava al Molino d’Egola dalla mia zia e poi sempre a piedi si tornava a casa.
Nel 1950 la mia famiglia si spostò alla Catena e qui incominciai ad essere di casa ed è a questo punto che incominciai a conoscere la vera devozione alla Madonna «Madre dei Bimbi». Mi ricordo le prediche dopo la processione del 21 sulla piazza della Chiesa. I vari preti e frati oratori (in modo particolare don Mannari) che si davano veramente da fare per illustrare il miracolo del bambino risuscitato dalla Madonna a Treggiaia: «Io sono Maria che abito a Cigoli accanto a Rocco e Michele».
La Signora Mainardi venne a Cigoli e in quella sorridente immagine riconobbe Colei che le aveva restituito il suo bambino in vita. Era il 21 luglio del 1451 da allora è sempre stato un luogo di pellegrinaggio.
I primi furono i Fiorentini poi i Senesi, ma la vera devozione si è affermata nel medio Val d’Arno.
Certo nella mia vita non avrei mai immaginato che un giorno da prete sarei stato parroco e rettore di questo Santuario.
Nel 1969 tornai a Cigoli come cappellano e, dal 1978, il Vescovo mi volle parroco e rettore del Santuario. Ho incontrato tanti, tanti bambini tante mamme e babbi, che mi chiedono preghiere e loro stessi implorano la Madonna per il dono della maternità e paternità.
Tantissimi che sono ritornati per ringraziare la Madonna per il dono ottenuto.
D’altra parte ho sempre ripetuto e ripeto: «Nei vostri pericoli, nelle vostre angustie, nelle cose dubbiose, parlate a Maria, invocate Maria e sarete esauditi». Sì, perchè la Madonna è sempre pronta a venire in soccorso di coloro che l’invocano.
Mi è stato anche chiesto: «Visto che ne hai passati tanti, qual è stato il più bel 21 di luglio?».
«Il 21 per me è sempre il 21, non ho preferenze, certo il 21 luglio 1987 ha un significato particolare. Ho sempre davanti agli occhi la scena che mi si presentò la mattina del 18 luglio 1980 alle ore 5,30 nel vedere l’altare vuoto, il telaio di supporto abbandonato in fondo di Chiesa la porta aperta: l’immagine era stata rubata. Non so come feci a rimanere in piedi. Una sensazione di impotenza, di sgomento. La Madonna mi dette la forza di poter sopravvivere. Certo la preghiera la forza della fede mi hanno fatto superare quei sei anni passando da speranze a delusioni fino a quando dopo essere rimasto con una sola speranza, un miracolo».
Il «miracolo» avvenne; era la sera del 6 dicembre 1986 alle ore 19,45 quando il campanello della mia porta suonò e quando aprii la porta il grande pacco quel sacco di velluto azzurro e l’ apparizione di quel bel sorriso sulle labbra della «Madre dei Bimbi». M’inginocchiai confuso, emozionato, frastornato e ebbi modo quella notte di contemplare il volto di Maria con l’inno Akatistos.
Il pensiero predominante fu questo: la malvagità dell’uomo a volte è veramente grande, ecco perchè il furto; ma la bontà e la misericordia di Dio supera nettamente la crudeltà dell’uomo, ecco perchè il pentimento dei ladri e dei ricettatori.
La preghiera dei fedeli, dei buoni, compie veramente meraviglie e supera di gran lunga la cattiveria. Maria ci ha voluto far capire con questo segno che convertirsi è sempre possibile.
Il 21luglio 1987 dopo sei anni ci inginocchiammo dinanzi la bella immagine ecco perchè significato particolare.
Un’ultima domanda che mi è stata fatta: «Mons. Tardelli, già Vescovo di S. Miniato, ripensando ai tuoi problemi di salute ha sempre affermato e afferma: Tu sei un miracolato della Madonna. Tu cosa ne dici?»
Se non avessi avuto il dono della fede e la certezza che con me c’era la Madonna che mi proteggeva non so come avrei potuto fare. Mi resi conto della gravità della malattia e mi predisposi alla volontà di Dio. Mi sento in dovere di ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato in quei momenti.
Mi hanno raccontato che la notte più drammatica della mia situazione fu organizzata una veglia di preghiera e mi è stato detto che il Santuario era stracolmo di persone a pregare per me.
Sono ancora qui e ringrazio il Signore di avermi voluto ancora in vita. Ricordo che il 21 luglio di quell’anno invitai il dottor Bombardieri, cioè colui che mi operò, e lui mi disse: «Vengo volentieri perché sono credente e praticante, ma se mi invita per ringraziarmi deve rivolgersi più in alto, cioè a Dio, perchè quando aprii il suo addome non sapevo dove mettere le mani». Io risposi: «Sì dottore, però il Signore per compiere i suoi segni in favore delle sue creature adopra mezzi umani e quindi ha trovato nelle sue mani quelle esperte e brave per operare le sue meraviglie».
O Cristiani e voi tutti devoti della Madonna «Madre dei Bimbi», non pensiamo ai miracoli, ma rimaniamo sempre fedeli al Signore ascoltiamo la sua parola. Ricordiamoci che Gesù ha detto Amate Dio e il prossimo.
Siamo fortunati: abbiamo la Madonna, nostra madre, sempre pronta ad intervenire in nostro favore. Invochiamola, guardiamo il suo bel volto sorridente ritroveremo il coraggio di credere e di convertirci per accogliere il suo figlio che Lei stessa ci presenta.
Ricordiamoci sempre dei tanti segni che la «Madre dei Bimbi» ci ha comunicato e ci comunica nel nostro Santuario e cerchiamo di testimoniarli nella nostra vita.

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