Vescovo aperitivo

SAN MINIATO - Una bella, giovane, disinvolta serata abbiamo vissuto venerdì 8 giugno: numerosi giovani da tutta la nostra diocesi si sono incontrati con il vescovo Andrea.
L’appuntamento era sul piazzale antistante la Cattedrale di San Miniato, ma la pioggia ha deviato il tutto sotto i loggiati del chiostro del convento francescano, offrendo un’atmosfera forse più raccolta, più familiare, più fraterna. Si respirava l’aria conventuale, che infondeva quella mitezza di spirito di cui San Francesco era colmo.


L’architettura senza dubbio, povera nella sua concezione, ma ricca ed emozionante nella forma, offriva una scenografia atta alla tematica dell’incontro.
Il vescovo Andrea, un giovane in mezzo ai giovani, ha salutato con parole semplici ma penetranti i convenuti, dicendo: «L’incontro di questa sera resterà nei cuori di tutti noi, rendendoci più felici, per aver incontrato, nell’entusiasmo dei nostri amici, il Signore».
È una frase che nella forma può apparire retorica, ma nella sostanza è una constatazione vera e stimolante.
Vi è stato un confronto tra amici, un raccontarsi esperienze, un progettare iniziative, un offrirsi al servizio e all’aiuto, un comunicare, nella gioia, realtà vissute e sogni da avverarsi.
Avvicinatomi a don Armando, l’ho salutato così: «Buona sera. Ti vedo contento e felice questa sera».
«Ciao, mi ha risposto. Come si fa a non esserlo. Siamo in mezzo ai giovani e tutto brilla di gioventù, di voglia di vivere, di desiderio di costruire qualcosa di efficiente e di efficace». Abbiamo continuato il nostro breve incontro, chiedendogli: «Occorrono queste occasioni, don Armando?».
«Certo - mi ha risposto, sicuro e fiducioso in un positivo risultato -. Stare insieme trasmette forza, entusiasmo. Ti sprona a manifestare nella vita ancora di più quella passione che è racchiusa nel tuo cuore e molte volte, per pigrizia o per timore resta lì imprigionata».
«Continua don Armano. Mi rende felice ascoltare codeste affermazioni».
«Oggi, come sempre, occorre uscire dal guscio con coraggio, con determinazione, spalancando il nostro io al vivo desidero di manifestare agli altri il nostro saper offrire, il nostro amore, la nostra voglia di cambiare, se ce ne è il bisogno. Papa Francesco continuamente stimola questa nostra volontà ad essere testimoni di una Chiesa aperta, spalancata ad ospitare, a donare, a capire nel confronto. Devi agire con passione, perché la passione è la forza del tuo agire».
Ci siamo stretti la mano e non è mancata, nel salutarci, una battuta sulla spalla, un gesto di altri tempi.
Al centro del chiostro, sui bordi del muretto del pozzo, ho scorto in un gruppetto di ragazzi intenti a mangiare salame, crocchette ed una buona appetitosa insalata mista, Lorenzo, un giovane universitario incontrato e conosciuto in una conferenza di partito.
Mi è venuto incontro, salutandomi e con un bel sorriso ha espresso subito la sua piena soddisfazione di essere presente, testimoniando gratitudine ai responsabili del centro della pastorale giovanile per l’efficiente organizzazione della serata.
Lorenzo studia giurisprudenza e nutre desidero di svolgere attività politica al termine dei suoi studi. È lui che per primo intavola un breve discorso.
«Hai letto il discorso del card. Bassetti, pronunciato a Roma nella Basilica di Santa Maria in Trastevere per la veglia di preghiera per l’Italia, animata dalla Comunità di Sant’Egidio? Mi è piaciuto molto il suo intero intervento, ma soprattutto mi ha colpito il suo richiamo ai cattolici, spiegando che non è tempo per restare fuori dalla politica: "Dobbiamo difendere i nostri valori o rischiamo l’irrilevanza"».
Lorenzo estrae il suo e-Paid e mi fa leggere: «Ognuno riceve il dono della patria: forse c’è chi lo riceve con più opportunità chi con meno, ma tutti hanno una patria. Forse non abbiamo riflettuto al gran dono di Dio, rappresentato dall’avere una patria. È scontato. Ma coloro che l’hanno persa o che ne sono stati scacciati o l’hanno dovuta abbandonare, sanno bene quale valore essa abbia. Tanti rifugiati e profughi cercano una patria con un volto materno. In guerra, e ricordo i racconti della mia infanzia, si capisce il valore di una patria».
Anche questo, in questa serata, è venuto alla luce.
Lorenzo è determinato e già da ora si sta impegnando in politica, confrontandosi in parrocchia sui temi sociali e religiosi, auspicando che l’augurio del card. Bassetti si trasformi in realtà.
La serata è andata avanti tra musica e brindisi, mostrando quanto essenziale oggi sia la necessità che a fianco delle vocazioni religiose nascano e crescano le vocazioni laiche.

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