Joomla gallery extension by joomlashine.com
CORAZZANO - E' stato un momento importante per tutta la Valdegola e in modo particolare per la comunità di Corazzano quello della festa di Sant’Eurosia. Nell’antica Pieve di Corazzano, la mattina del 7 maggio si è celebrata la solenne Messa della santa Patrona delle campagne, che da più di cento anni è venerata in questi luoghi. Giunta da un paese lontano, Jaca, e da un tempo lontano, l’alto medioevo, la santa è però cosi vicina perché, come ha detto il parroco don Francesco Ricciarelli durante l’omelia, «è un esempio di libertà; una donna che ha scelto Cristo senza sentire le tante voci che le si presentavano». E la sua scelta rivoluzionaria non venne meno neanche quando i saraceni «volevano farle rinnegare Cristo con la minaccia della morte. È stata libera fino in fondo e ha affrontato le sofferenze del martirio per amore».
Leggi tutto...CENAIA - Quando nove anni fa incontrai padre Lorenzo nella chiesa a pochi passi dalla casa natale di Pontormo ad Empoli, dopo la sua nomina a parroco di Cenaia ed in seguito di Crespina e Tripalle, restai colpito dalla sua forte spiritualità e dalla sua gioia non nascosta di essere sacerdote, nell’Ordine dei Carmelitani Scalzi. Il suo frasario scorreva con una limpidezza logica semplice ma penetrante e convincente nel menzionare le caratteristiche della spiritualità carmelitana: servire e vivere il Vangelo alla luce delle testimonianze dei "grandi profeti" della famiglia dei Carmelitani Scalzi, come Teresa di Gesù e Giovanni della Croce, loro fondatori.
Leggi tutto...DALLA DIOCESI - Di seguito, come promesso la scorsa settimana, riportiamo integralmente la prima lettera inviata dal sacerdote sanminiatese Luigi Pacchiani a Vincenzo Gioberti. Si tratta di una missiva di estrema importanza che vogliamo contestualizzare brevemente. Vincenzo Gioberti, uomo politico, filosofo e sacerdote, era stato ministro nel 1848 e presidente del Consiglio nel Regno di Sardegna. Prima ancora era stato incarcerato, processato ed esiliato dal Piemonte perché accusato di aver preso parte alla congiura mazziniana del 1833. Visse a Bruxelles e Parigi. Perorava inizialmente una soluzione federalista al problema dell’unità di Italia, sotto l’egida morale del Papa. Le sue idee neoguelfe sfociarono in una delusione verso il progetto di unificazione portato avanti invece dai Sovoia, incuranti delle idee giobertiane. Tra il 1846 e il 1847 Gioberti sfoga le sue delusioni politiche nei cinque volumi de "Il gesuita moderno", ben presto messi all’indice perché considerati l’espressione massima della campagna antigesuitica in Italia.
Leggi tutto...DALLA DIOCESI - Chissà, forse è un inveterato pregiudizio quello che spinge le giovani coppie ad esporre fuori dall’uscio di casa un fiocco rosa o azzurro per annunciare la nascita di una bambina o di un bambino, rispettivamente. Il simbolismo dei colori associato ai sessi, ancora così diffuso tra la gente comune, non gode di buona stampa tra gli intellettuali e nelle istituzioni. L’azzurro e il rosa sarebbero i primi segni di una discriminazione e di una grave ingerenza culturale nella vita dei piccoli, ai quali si vorrebbero imporre fin da subito ruoli e destini preconfezionati. Il rosa indicherebbe il sentimento mentre il blu l’azione, uno dei tanti esempi di quegli stereotipi che la cultura dominante vorrebbe far scomparire.Il primo e più delicato campo d’intervento nella guerra contro gli stereotipi di genere è naturalmente la scuola.
Leggi tutto...SAN MINIATO - Ha aperto i battenti lo scorso 8 aprile, e sarà visitabile fino al 28 maggio, la mostra dal titolo “Le mura di Orfeo”, che presenta 45 opere dell’artista Luca Macchi, all’interno di un percorso espositivo, a Palazzo Grifoni, che si articola in tre sale.
Luca Macchi è nato a San Miniato, dove tutt’oggi vive e lavora e si è laureato all’Accademia delle belle arti a Firenze con una tesi sulla pittura metafisica. Ha poi cominciato ad esporre le proprie opere all’interno di diverse personali a partire dagli anni’80 ed, inoltre, si è occupato di teatro, realizzando alcune scenografie.Il richiamo alla pittura metafisica è fortemente presente in mostra e l’approccio “dechirichiano” ben si legge nei suoi dipinti che paiono collocarsi a metà fra sogno e realtà, in quel limbo nel quale ognuno di noi ha la sensazione di trovarsi al momento del risveglio, dopo che la notte ha vissuto nella propria psiche avventure incredibili e sorprendenti. Secondo il pittore, Orfeo rappresenta lo spirito dell’arte e della poesia, il tramite fra cielo e terra e quindi una sorta di appiglio per ciascuno di noi, un tramite per poter giungere alla profonda conoscenza di noi stessi. Inoltre, risulta fondamentale il collegamento fra la figura di Orfeo e quella di Cristo, concetto che viene spiegato perfettamente dal curatore della mostra Nicola Micieli: “Come Gesù discese negli inferi per risorgere nel terzo giorno alla vita eterna, Orfeo discese nell’Ade nella speranza, pur vana, di far rivedere la luce all’amata Euridice.” Macchi allora crea un rapporto fra mito e cristianità che racconta e spiega attraverso le proprie opere. Protagoniste della prima sala sono certamente le tavole “Melancolia” e “Melancolia II”, realizzate con ampio utilizzo della foglia d’oro, la quale dona alla rappresentazione preziosità e lucentezza: gli esili rami di questi alberi cercano di arrampicarsi su di uno sfondo anti-naturalistico e paiono privati della loro naturale collocazione nel mondo ma, in realtà, sono come assorbiti in un mondo ancora più concreto, che è quello della fantasia e la loro “apparizione”, in un contesto ideale fatto da toni scuri, ci rende partecipi di un miracolo, quello della possibilità concreta che il sogno possadivenire realtà.
Leggi tutto...