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MONTOPOLI VAL D'ARNO - I temi dell’accoglienza al centro del prossimo incontro organizzato dall’associazione Arco di Castruccio, in collaborazione con Conad e comune di Montopoli, sabato 25 marzo 2017 ore 17,30 nella sala Pio XII.
Un incontro-dibattito dal titolo “L’accoglienza. Quali i suoi significati e contenuti? Quali le prospettive?” al quale saranno presenti: il coordinatore dell’associazione Marzio Gabbanini; l’onorevole Federico Gelli, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sui migranti, con un intervento su “L’accoglienza nei suoi aspetti socio-politici: dati, situazione attuale, prospettive di intervento”; Don Armando Zappolini, presidente del coordinamento nazionale comunità di accoglienza su “Restare umani: per un’accoglienza diffusa, per la dignità delle persone migranti nelle comunità territoriali”; Mons. Andrea Migliavacca, vescovo di San Miniato, che relazionerà su “L’accoglienza vista da Lampedusa”. L’iniziativa si colloca entro un programma di diffusione della cultura della cittadinanza attiva che chiama in causa in primo luogo l’Unione Europea ed in particolare l’Italia, fortemente impegnata nella politica dell’accoglienza, della solidarietà, dell’attuazione di una normativa che chiede a tutti i paesi dell’Unione stili di comportamento e coinvolgimento responsabili verso chi fugge dai Paesi di origine per motivi legati a guerre, difficoltà esistenziali, contrasti razziali.
PONSACCO - ll 23 marzo alle ore 21,15 presso l’auditorium “Mons. Elio Melani” nella parrocchia di Ponsacco, si terrà il terzo incontro di approfondimento della Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia” organizzato dall’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare.
Il primo incontro, tenuto dal nostro Vescovo, ci ha permesso di entrare in confidenza con l’Esortazione Apostolica attraverso una introduzione generale delle tematiche trattate. Il secondo incontro, attraverso la lettura illuminata del prof. Don Basilio Petrà, ci ha offerto l’Inno alla carità come chiave interpretativa di tutto il capitolo quinto dedicato all’amore nel matrimonio. Con questo terzo incontro, attraverso il contributo del prof. P. Maurizio Pietro Faggioni, viene proposta una lettura trasversale dell’Esortazione apostolica, per comprenderne la novità e l’originalità del linguaggio che la rendono “ricca e rivoluzionaria” (non dal punto di vista delle regole ma dello stile).
L’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare invita tutta la Diocesi, in particolare coloro che sono attivi nella pastorale familiare delle proprie parrocchie, a partecipare a quest’incontro per avere un momento comune di crescita su temi molto attuali.
Tra inaugurazioni, mostre e celebrazioni delle peculiarità del territorio, il comprensorio del Cuoio mette in mostra i suoi punti di forza.
L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalle notizie (pessime) che arrivano dal mondo del lavoro: precarietà al massimo, gravi problemi per l’industria locale, futuro incerto per le nuove generazioni.
Anche se questi temi non fanno notizia, sarà bene cominciare ad andare oltre la copertina raffinata del «nostro libro», per scrivere le pagine che ancora rimangono bianche.
DALLA DIOCESI - Nessuno vive per se stesso e nessuno muore per se stesso”. Questo detto di San Paolo si dimostra vero non soltanto in riferimento a Cristo, e quindi alla fede, ma anche a livello semplicemente umano. Le nostre azioni e le nostre scelte non ci riguardano soltanto come singoli ma coinvolgono inevitabilmente gli altri e influiscono su tutta la società. Lo si è visto bene nelle scorse settimane, nella dolorosa vicenda di dj Fabo, strumentalizzata dai radicali per fare pressione politica. Se dj Fabo avesse considerato la propria vita degna di essere vissuta avrebbe affermato la dignità e l’intangibilità di ogni vita umana. Chiedendo di morire ha invece svalutato la vita di tutti. Lungi dal voler giudicare la persona e il suo drammatico vissuto, non si può fare a meno di notare la profonda contraddizione che sta alla base di certe presunte battaglie di civiltà: da una parte l’affermazione della libertà individuale, come se la vita fosse un bene che riguarda esclusivamente il diretto interessato; dall’altra il tentativo di estendere a tutta la società una deriva eutanasica. In questi giorni si discute in Parlamento la proposta di legge sul cosiddetto “testamento biologico” che costituisce il primo passo verso la “dolce morte”.
Leggi tutto...SAN MINIATO - È stata la serata più affollata tra gli incontri che si tengono ogni mese presso l’aula magna del Seminario sul tema dei rapporti tra cristiani e musulmani in Medio Oriente. A tenere la conferenza, il 15 marzo scorso, p. Samir Khalil Samir, gesuita egiziano, docente presso l’Università Gregoriana e il Pontificio Istituto Orientale di Roma. “Considerare i musulmani come gente di un altro mondo oppure come nemici o gente con la quale non si può convivere - ha esordito padre Samir - non è un atteggiamento cristiano”. La presenza dei musulmani in Europa dev’essere vista piuttosto come un’opportunità. Un tempo, ha ricordato il conferenziere, erano i missionari che, affrontando grandi pericoli, dovevano compiere lunghi viaggi per raggiungere i popoli da evangelizzare: “Oggi non abbiamo più bisogno di attraversare il mare. Ma c’è ancora qualcuno che annuncia il vangelo?”.
Un appello in controtendenza, quello di p. Samir, rispetto alla nostra mentalità intrisa di sensi di colpa e tiepidezza spirituale. “L’immagine che i musulmani hanno dell’Occidente è molto negativa”, ha proseguito il sacerdote egiziano. Gli occidentali sono considerati, a torto o a ragione, moralmente corrotti e miscredenti. Il fanatismo islamico è una reazione proprio a questa situazione di irreligiosità. “Ecco il nostro compito”, ha suggerito p. Samir: “più riusciremo a rafforzare in profondità il nostro Cristianesimo più l’Islam sarà meno fanatico”. Pertanto è necessario rievangelizzare i cristiani. Anche i musulmani allora potranno comprendere la bellezza del Vangelo. Una cosa che in alcuni casi accade già: “I protestanti fanno qualcosa che noi non osiamo fare”, ha notato il relatore: “Distribuiscono il Vangelo, dicono: prendi e leggi. E ci sono molti convertiti. Bisogna avere il coraggio di dire la nostra fede, spiegare senza paura e con amore ai musulmani perché è bello seguire il Vangelo”.
Regolare i flussi migratori, controllare chi arriva è compito dello Stato. Il compito della Chiesa è quello di accogliere. Ci sono milioni migranti, “persone che non hanno più speranza, e non per colpa loro. Se non li aiutiamo noi, chi lo farà?”. E così facendo noi testimoniamo l’essenza del Vangelo. “Tutte le religioni monoteiste dicono: non c’è altro Dio se non Dio. Ma quale significato c’è dietro la parola Dio? I musulmani hanno 99 bei nomi di Dio, ma nel Corano ne manca uno: Dio è amore. Questo è San Giovanni che lo dice. Ebrei e musulmani hanno tante cose belle, ma non arrivano mai al livello del Vangelo”.