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l Tartufo di Bacco, premio legato al territorio della Valdegola, va quest’anno a don Luciano Marrucci, voce inconfondibile della tradizione toscana innervata di Vangelo. Nella frasi asciutte e taglienti della sua prosa rivivono gli ambienti e i ricordi di un tempo e di una terra che stanno via via scomparendo. Rimarranno però i suoi scritti capaci di emozionare e suscitare nostalgia anche in chi quei tempi e quelle terre non li ha mai conosciuti.
SAN MINIATO - Uno dei problemi emergenti riguardo al dibattito sui temi della famiglia e del gender è quello dell’informazione. I mass media e la scuola sono gli ambiti in cui maggiormente si fa sentire il tentativo di orientare l’informazione e la formazione in direzione di un pensiero unico. Di fronte a teorie che vanno a toccare i fondamenti antropologici della famiglia e della società l’unica risposta efficace è quella del riferimento a dati certi, dello approfondimento dei meccanismi mediatici e pedagogici, dell’informazione sui processi politici che stanno spingendo verso l’approvazione di specifiche norme che andrebbero a colpire le famiglie e i soggetti più deboli, cioè i figli.
Di fronte a questo problema in molte parrocchie italiane stanno nascendo circoli culturali che trattano queste tematiche, svolgendo un’utile azione di approfondimento e animazione anche civile delle comunità.
Un esempio di questo fenomeno è rappresentato dalla rete dei circoli nati intorno al quotidiano La Croce, che è stato, in questi ultimi tempi, uno degli strumento che maggiormente hanno fornito al paese informazioni specifiche sulla diffusione dei progetti ispirati agli studi di genere e sulle dinamiche del dibattito politico sul tema della famiglia, proponendo anche iniziative di mobilitazione.
SAN MINIATO - «Il mio motto vescovile nascerà da un passo che si legge all’inizio del Vangelo di Giovanni: i due discepoli del Battista che seguono Gesù gli chiedono “Maestro, dove abiti?”. Mi piace perché è attribuibile al discepolo Andrea, il mio nome e anche quello del patrono del Seminario. Una domanda che ci spiega che il cammino della fede non prevede mai un punto di arrivo, ma è un invito a mettersi sempre sulla strada; un interrogativo che ricorda che il ministero del prete e del vescovo è quello di portare altri da Gesù e di cercarlo dove Lui si trova. Con questo spirito entrerò nella comunità della diocesi di San Miniato: un motto è vero nella misura in cui viene realmente vissuto».Don Andrea ripensa alle tappe che lo hanno portato sino alla nomina a vescovo. «Se guardo cronologicamente al cammino della mia vocazione, rilevo alcuni passaggi che porterò sempre con me come patrimonio umano e spirituale. Penso prima di tutto agli anni in cui è nata la mia vocazione, che si collocano a Binasco, il mio paese, nel contesto parrocchiale e dell’oratorio. Mi viene in mente l’esperienza di animatore al Grest, l’aver fatto parte del coro dei giovani, l’essere stato catechista e ancora aver suonato la tromba nella banda del paese. Tanti momenti in cui sono cresciute belle amicizie e, in una normalità di vita di oratorio e di parrocchia, è anche nato il mio desiderio di entrare in Seminario. Una scelta che ho radicato anche per il bell’esempio dei preti che ho incontrato: da don Luigi Lucini, il mio parroco, a don Natale Rampoldi, che era vicario parrocchiale, sino ad arrivare naturalmente a mio zio prete mons. Adriano, un altro esempio che mi ha stimolato oltre ad altri sacerdoti che ho incontrato. Tutto questo mi ha portato alla scelta di entrare in Seminario, che inquadro in una normalità di vita familiare e di chiesa». Don Andrea si sofferma sugli anni in Seminario: «Un’esperienza che mi ha aiutato ad allargare lo sguardo, partendo dall’incontro con gli altri seminaristi, passando attraverso l’esperienza di vita della diocesi e gli studi di teologia. Sono state tutte occasioni che non hanno rappresentato soltanto un momento di verifica e crescita vocazionale, ma mi hanno aiutato anche nel discernimento e nel cammino che avevo deciso di intraprendere con la gioia di diventare prete. Il tempo del Seminario di Pavia è stata un’altra pietra significativa del mio cammino».
Leggi tutto...SAN MINIATO - La mattina del 16 ottobre il vescovo eletto di San Miniato don Andrea Migliavacca ha visitato per la prima volta l'episcopio e la cattedrale di San Miniato.Nel corso della breve visita il nuovo vescovo ha potuto visitare la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Genesio, gli uffici della curia, gli alloggi, gli spazi del centro vocazionale di San Pietro alle Fonti. Il vescovo era accompagnato dal vicario generale della docesi di Pavia e da un sacerdote.
STABBIA - Erano ben cento anni e oltre, che non si vedeva e non si sentiva parlare di «missioni popolari» nelle parrocchie di Lazzeretto, Stabbia e Apparita. L’ultima volta era stato nel lontano 1914 quando i padri francescani di Galceti avevano attraversato la piccola frazioncina di Lazzeretto per evangelizzazione. Ancor prima, nel 1888, erano stati i passionisti a recarsi in queste zone lasciando a testimonianza una lapide marmorea e una croce in ferro - come se ne vedono tante – sulla facciata della chiesa. Finalmente per l’anno pastorale in corso si è realizzato il desiderio del Parroco di vivere l’ “ottobre missionario” nella comunità. Due anni fa problemi di salute, lo scorso anno il tornado, «era scritto nei disegni di Dio che questo solo fosse il tempo giusto per la missione» – ha detto una delle religiose che formano il gruppo missionario a margine dei saluti di accoglienza – .
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