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FUCECCHIO - Un sabato mattina non comune quello a cui i fucecchiesi hanno assistito per la presentazione del libro e della «scoperta» che senza troppi eufemismi possiamo definire “dell’anno”.
La chiesina della Ferruzza, alle porte del paese, sotto il castello, era gremita per la conferenza ufficiale di comunicazione. Presenti le autorità civili, religiose e militari, assieme a studiosi e storici dell’arte. C’era tanta gente di Fucecchio che da generazioni frequenta il piccolo oratorio dedicato alla Madonna e che con devozione ha sempre guardato all’affresco della Vergine incastonato sulla parete del presbiteriocon curiosità e tenerezza, conoscendolo come di «autore anonimo di scuola fiorentina». Così troviamo infatti anche nel santino ufficiale che ritrae il volto della Madre di Gesù in sacra conversazione con San Giovanni Battista e Sant’Antonio. Adesso alla devozione si dovrà unire la tutela e la giusta attenzione per un’opera che è stata scoperta essere di mano di Filippino Lippi, figlio di Filippo Lippi, amico e compagno di bottega di Sandro Botticelli. Siamo nel gotha della pittura italiana del Quattrocento!
Ma come si è arrivati alla scoperta? È stata Aurora Del Rosso, insegnante in pensione e appassionata di Storia dell’Arte, ad aver trovato il documento d’archivio che racconta la storia dell’affresco, del tabernacolo, della costruzione dell’oratorio, della devozione che portò all’edificazione del luogo pio intorno all’immagine sacra e nei pressi della fonte “ferruzza” o “ferruccia”, ben distinta da un’altra sorgiva, la "fonte peruzza", poco più sotto.
FIRENZE - All’inizio sembrava un sogno, una chimera, anche per un uomo completamnte abbandonato alla divina provvidenza, un progetto quasi impossibile. Ed invece la congregazione delle suore domenicane dello spirito santo venne alla luce, ed ancora oggi opera nella stupenda sede di via Bolognese.
Ed esiste grazie soprattutto all’amicizia di due anime votate alle santità, quella tra mons. Pio Alberto Del Corona e Suor Elena Bonaguidi.
L’incontro tra i due è descritto nelle cronache originali del convento: «La Sig.ra Elena conobbe il R. Padre Pio Del Corona l’anno 1869. Egli non era allora che un semplice religioso Domenicano ed aveva cantato la sua prima Messa nel 1860. Era dunque nei primordi del suo ministero sacerdotale ed onorava con le sue belle doti di mente e di cuore lo storico convento di S. Marco in Firenze. Assiduo al confessionale, pieno di pietà e di zelo, divenne l’angelico Padre di tutti e, particolarmente, di quelle anime pie che la provvidenza gli inviava a dirigere nelle vie della perfezione».
TREGGIAIA - Anche quest'anno la comunità parrocchiale di Treggiaia si accinge a festeggiare la Madonna di Ripaia in memoria del forte legame che lega il popolo treggiaiolo alla venerata Vergine Maria. L'attaccamento e l'affetto che i treggiaioli dimostrano verso la Madonna di Ripaia è stretto e costante durante tutto l'anno con la preghiera a Maria durante la messa del sabato sera, le continue cure e attenzioni che riservano al santuario, i numerosi matrimoni e battesimi che vengono celebrati sotto lo sguardo materno della Beata Vergine.
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(nella foto il Santuario di Notre Dame de la Salette)
DALLA DIOCESI - Dal 17 al 21 Agosto anche le piccole comunità di Ponte a Egola e Orentano hanno partecipato al pellegrinaggio organizzato dal cammino neocatecumenale che ha riguardato anche molti giovani di Livorno, Grosseto ed Empoli. Alla testa del gruppo che si era suddiviso in due pullman vi erano Domenico ed Emanuele sotto la guida spirituale di Don Guido Engels, proposto di Empoli, Don Salvatore Alfieri e Don Giovanni Fiaschi.
Tra le varie tappe come dimenticare il Bambin Gesù di Praga ad Arenzano dove il messaggio portato avanti alle lodi è stato il seguente: “è questo il tempo in cui il Signore ci invita ad uscire da noi stessi per gustare l’amore di Dio”. La tappa seguente, Colle Don Bosco a Castelnuovo (AT) ha significato riscoprire le origini di San Giovanni Bosco e la sua opera diffusa in tutto il mondo di cui i destinatari sono i ragazzi che vivono un preoccupante disagio sociale. In questo spirito la penitenziale ha introdotto i giovani nel pellegrinaggio, forti del perdono di Dio.
SAN MINIATO - Quando la carrozza giunse nei pressi del «Prato del Duomo» di San Miniato, nella tarda serata del 18 gennaio 1875, vestito di bianco, fulvo d'aspetto e di modi gentili, il popolo della diocesi lo accolse esultando: « è arrivato Il Papa!». In realtà il nuovo vescovo era Pio Alberto del Corona, un giovane padre domenicano di origini livornesi che Pio X volle nominare coadiutore della piccola diocesi toscana a soli 38 anni. Un giovane capace e caparbio che rimase a San Miniato per 34 anni, dove acquisì già in vita fama di santità. Del Corona verrà beatificato il prossimo 19 settembre nel convento di S. Francesco a San Miniato, alla presenza del Cardinal Amato, diventando il primo Santo livornese.
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