del corona

«Non volere pel digiuno tuo accattar plauso
agli uomini, ma appagati che sia palese a Dio solo»

WP 20150217 002CEVOLI - Nel nostro percorso della memoria, oltre alla particolare tradizione tutta ecclesiastica di commemorare un evento, anche luttuoso come la guerra, con la dedicazione di campane votive, incontriamo numerosi altri casi in tutto il territorio diocesano di consacrazioni legate all’evento bellico del 1914-1918. Quelli più numerosi sono relativi all’installazione di lapidi con l’elenco dei defunti sulle facciate o sui prospetti laterali di edifici di culto, in altri casi invece è la presenza di veri e propri monumenti, steli votive o piccoli cippi dedicatori in prossimità del luogo pio a caratterizzare questo rapporto stretto tra chiesa locale ed evento bellico.
L’ultima notizia che possiamo cogliere dal «Bollettino Diocesano» relativamente a questo argomento - le altre testimonianze vanno ricercate direttamente nel territorio - riguarda la trasformazione, il 13 ottobre del 1930, della chiesa di Sant’Anna a Cevoli in cappella votiva dei caduti di guerra.la chiesa si trova collocata nel piccolo centro di Cevoli, in Val d’Era, a poca distanza dalla pieve, lungo una stretta strada che conduce a Lari tra due file di vecchie case e palazzine ottocentesche. L’esterno imponente e ben riconoscibile reca i segni della consacrazione conservando nel timpano della facciata l’altorilievo dell’elmo di guerra poggiante su rami di alloro stilizzati.

La chiesa di Sant’Anna è un edificio molto semplice, costruito sopra una sorta di torre fortilizio a mattoni pieni e pietre nel basamento; l’interno, quasi disadorno, è arricchito unicamente da tre grandi lapidi marmoree murali - due che ricordano i caduti della prima guerra mondiale e una seconda apposto al termine della seconda guerra - oltre che una lapide pavimentale che ricorda la famiglia che qui aveva il patronato e il diritto di sepoltura. Non è nota la data di fondazione della chiesetta che possiamo certamente considerare più di un oratorio per la grandezza dell’aula. La trasformazione dell’edificio con la particolare dedica ai caduti avvenne con un triduo di solenni festeggiamenti e così «fu inaugurata in questo paese la Cappella votiva dei figli di Cevoli caduti di guerra». Il programma della manifestazione è ormai quello consueto che abbiamo già visto: la presenza del Vescovo diocesano a impartire la solenne benedizione, l’intervento delle autorità, la presenza delle associazioni fasciste e combattentistiche, di Cevoli e dei paesi limitrofi, poi le messe solenni in suffragio dei defunti. Possiamo pensare a questi eventi certamente come occasioni di commemorazione vissute con convinzione da familiari, vedove, orfani, «veterani di guerra», ma non possiamo ignorare la presenza costante di associazioni combattentistiche pronte a politicizzare spesso queste cerimonie. La particolarità della notizia che il «Bollettino» ci riporta in merito a Cevoli non è solo la "conversione" della chiesa di Sant’Anna in cappella votiva, bensì anche la notizia che nel luogo di culto si trovasse la «taumaturga immagine della Madonna delle Grazie». Intervistata una signora che si occupa oggi del decoro dell’ambiente, ci spiega che l’effige originale della Madonna delle Grazie, a cui le partorienti si rivolgevano per chiedere una serena gravidanza, è oggi stata trasferita nella chiesa parrocchiale di Cevoli ma l’altare maggiore - come si nota bene dal bassorilievo - ricorda ancora «Maria Mater Gratiae» sopra la riproduzione del quadro mariano.

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Il circo con animali: la sofferenza è un divertimento?

Indecenza. Se esiste una parola che esprime al meglio il disgusto etico che si prova a vedere un circo con animali è proprio questa: indecenza. E già l’etimo esprime non degno, non conveniente.

E da dove proviene, di grazia, l’indecenza del circo con animali?

S. Croce sull’Arno sabato 7 e domenica 8 febbraio ostenta (!) la presenza del circo Moira in Piazza Beini e ci presenta, inconsapevolmente, sia chiaro, l’indecenza di tale "spettacolo".
Da un lato della piazza il rutilante e musicale ingresso con tanto di biglietteria (costo del biglietto euro-, ma i circhi non ricevono sovvenzioni statali?) e al lato opposto due leonesse rinchiuse in una gabbia minuscola per la loro stazza.
E lo sdegno, la rabbia, nasce da questo aspro contrasto, ben sapendo a quali atroci sofferenze fisiche (e la mancanza di libertà non è già un’atroce sofferenza?) sono sottoposti gli animali del circo per obbedire ai loro aguzzini.
E lo sdegno s’inalbera per la grande quantità di bambini presenti a tale "spettacolo".
Che imprinting pedagogico verrà trasmesso loro? Di certo non che la sofferenza non deve mai essere un divertimento.
Al contrario è proprio questo il messaggio che viene trasmesso, la sofferenza altrui (in questo caso animali) è un divertimento.
Per cui ringraziamo vivamente l’amministrazione comunale di S.Croce che ha concesso l’attendamento del circo in questione per averci dato adito a questa breve e sdegnata riflessione.

Andrea Seligardi

Più che una riflessione una denuncia quella di Andrea Seligardi che abbiamo deciso di pubblicare in quanto offre una prospettiva particolare sull’impatto che spettacoli comunemente considerati innocui possono avere sui bambini e sensibilizza sulla tematica della vigilanza affinché si eviti ogni tipo di maltrattamento degli animali. 

(dfr)

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(Foto Gonews.it)

BASSA - Sabato 7 febbraio 2015, primo Sabato del mese, dedicato alle promesse della Madonna di Fatima, Giovanni Locci, nostro giovane G.A.M. (Gioventù Ardente Mariana), è stato rapito in Cielo.
Giovannino (cosi lo chiamavamo perché aveva soli 12 anni ed era un tenerone) era un concentrato di vitalità, entusiasmo, gioia ed allegria. Tutto ciò che di bello una persona può avere, lui ne era il concentrato.
Partecipava settimanalmente all’incontro dei Giovanissimi nella parrocchia di Marcignana. Era un trascinatore.

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STIBBIO - Sabato scorso, già mi accingevo ad andare a dormire quando un amico mi ha telefonato, ricordandomi un appuntamento che io stesso gli avevo segnalato.
Quella sera a Stibbio, al circolo Arci G. Monti si sarebbe svolta una tavola rotonda su satira e libertà d'espressione con la partecipazione di vignettisti del Vernacoliere.
Incuriosito dalla tematica e dai relatori mi sono recato con l'amico al “circolino”. L'avvio della serata è stato fulminante. Il presidente del circolo ha proiettato la sua video intervista a un oscuro comico di Fermo che ha criticato aspramente la Corte di Cassazione, ha preso le distanze da Aristofane e ha colto l'occasione per insultare la Chiesa Cattolica confermando tutto questo con un paio di bestemmie. Il succo del discorso era che non ci possono essere limiti alla libertà di espressione del comico. L'impronta alla serata era data. Sullo sfondo del discorso, i tragici fatti di Parigi e il problema del terrorismo internazionale di matrice religiosa.

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