La domenica 6

EDITORIALE - Le reali possibilità di fare catechesi ed educare alla fede i più distratti "frequentatori" della messa domenicale, si riducono drammaticamente a 5-7 minuti. Giusto il tempo dell’omelia. Se questa è azzeccata e il sacerdote ha personali doti affabulatorie, esiste la probabilità che qualcosa sedimenti, altrimenti sarà come aver sparato a salve. Di contro, un giornale costituisce una presenza discreta che non obbliga ad essere interpellato, ma proprio per questo, se consultato, può rivelarsi un formidabile "predicatore muto", capace di gettare semi di imprevedibile fertilità.

Anche e soprattutto per questo motivo nelle nostre parrocchie il giornale diocesano non dovrebbe mai mancare né rimanere invenduto.
Non ci si riflette mai, ma evangelizzare costa! Esattamente come costa denaro mantenere la democrazia. In termini puramente economicisti, se dovessimo pianificare i nostri investimenti in base al vantaggio monetario che ne deriva, non investiremmo un euro per evangelizzare, perché non converrà mai farlo. O meglio, non sarà mai possibile stabilire, sulle scale di misura economica, che tipo di ritorno si ha dall’annuncio della fede.
Per un giornale religioso vale lo stesso principio. Il settimanale diocesano è uno strumento di evangelizzazione; uno dei più efficaci a nostro avviso, per la discrezione che ha nel proporsi, per la possibilità di approfondimento che offre e per la capillarità che può raggiungere nella diffusione. Per tutte queste ragioni dovrebbe pertanto, entro ovvi limiti, essere affrancato dai vincoli di bilancio parrocchiale.
Domenico Delle Foglie, apprezzato editorialista cattolico, ha recentemente stimolato riflessioni incoraggianti riguardo la ragion d’essere dei nostri settimanali diocesani. Lo ha fatto rammentando l’acquisizione che nel 2013 portò Jeff Bezos, storico fondatore di Amazon, a diventare proprietario del "Washington Post". Una mossa che lasciò più di un commentatore sconcertato: "Perché un imprenditore di grande fiuto e successo come il fondatore di Amazon, investe una fortuna per un prodotto che registra cali di vendita da anni?". La risposta di Bezos fu profetica e lungimirante: "Il giornale cartaceo non morirà mai. Nel tempo si trasformerà in un prodotto sempre più raffinato, cui le persone più consapevoli dovranno fare costante riferimento se vorranno smarcarsi dai luoghi comuni, dalle banalità e dal pensiero massificante che impera nei social. Il giornale cartaceo accentuerà ancor di più la sua natura di deposito e serbatoio di pensiero critico e ponderato".
Attenzione alla complessità della realtà locale e diocesana e capacità di elargire ai lettori un pensiero profondo e meditato: le considerazioni di Delle Foglie declinano al meglio il nostro sincero intento per una nuova stagione col nostro settimanale.

Buona lettura!

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