Migliavacca2017auguri

MEDITAZIONE - Ricordo quando, da bambino, a casa, in famiglia, la sera prima del Natale, io e mia sorella si attendeva con impazienza l’alba del nuovo giorno. Sapevamo che un clima di armonia e di festa, di stupore religioso e di canti ci attendeva, insieme alla Messa natalizia.

E sapevamo anche che avremmo trovato i regali e, crescendo con l’età, pensavamo che avremmo prima o poi scoperto chi ce li portava, invece di Gesù Bambino… Non si vedeva l’ora che arrivassero le ore del mattino, del Natale. Era l’attesa.
Non è mai stata delusa questa attesa… e anche diventati grandi, cambiando le situazioni di vita, le speranze e anche le fatiche non si è più spenta. Ed era nella Messa della mezzanotte, seguita da itinerari per le vie del paese, suonando, con i nostri strumenti musicali, per portare l’annuncio di gioia; era nel ritrovarsi attorno alla tavola e nel vivere l’incontro di armonia e di serenità desiderata, con la fantasia e la sorpresa di regali inaspettati, evocanti il regalo più bello, il venire di Gesù il Bambinello.
Il gusto e l’emozione dell’attesa accompagna sempre l’avvicinarsi del Natale, il giorno stesso della festa, e ci svela anche che la vita, sempre, è tempo e spazio di attese.
Anche il Natale di quest’anno è voce di tante attese del nostro tempo e della nostra vita.
Alcune le conosciamo tutti: l’attesa della pace, di segni di fraternità più veri, di maggiore serenità nelle possibilità di lavoro, del bene nell’educare i propri bambini, del ritorno o dell’incontro con un amico, dei canti della notte di Natale, di un presepio da contemplare e che racconti ancora la gioia di quella nascita… Lo spazio di queste attese è riempito dall’annuncio dell’angelo: «Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore».
Il Natale ti chiede di scoprire le attese della tua vita, ti chiede di riprendere ad attendere che significa ricominciare a sperare… Quali le tue attese e i desideri di speranza?
In questo spazio dell’attendere viene portato anche a te l’annuncio della nascita. Sarà ancora come lo stupore di noi bambini che già aveva il gusto della gioia natalizia prima ancora dell’alba.
L’attesa… è l’affacciarsi di Dio nella tua vita, perché è nato per te un Salvatore, che è Cristo Signore.
Bene canta il sapore dell’attesa del giorno di festa il Leopardi nella poesia Il sabato del villaggio: «Già tutta l’aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre, giù da’ colli e da’ tetti, al biancheggiar della recente luna. Or la squilla dà segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore: e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dì del suo riposo…».
Or la squilla dà segno della festa che viene: È Natale!

+ Andrea

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