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Una corale magnifica e molti fedeli hanno introdotto il diaconato di Simone Meini il 29 giugno presso la cattedrale di San Miniato. Proprio quest’ultima, nella sua spiritualità, ha fatto da sfondo ad un evento che si è svolto nel giorno in cui viene ricordata la solennità dei Ss Pietro e Paolo apostoli. L’emozione del canto iniziale “lodate Dio” era quello che ci voleva per questa liturgia celebrata da S.E. Mons. Fausto Tardelli proprio nel giorno in cui viene ricordato anche il quarantesimo della sua ordinazione sacerdotale.


L’omelia portata avanti con dedizione cristiana è stata preceduta da due letture significative in questa giornata di alto valore spirituale e soprattutto da un vangelo che rappresenta l’atto costitutivo della Chiesa del Signore. La prima lettura, infatti, riguarda la miracolosa liberazione di Pietro dalla prigionia ad opera di un angelo del Signore durante il periodo che Erode cominciava a perseguitare alcuni membri della Chiesa. La seconda lettura è una lettera di San Paolo a Timoteo che è una testimonianza della fede di Paolo: “e così io fui liberato dalla bocca del leone. Il Signore mi libererà da ogni mio male e mi porterà in salvo nei cieli.
Ma il momento forte c’è stato con il Vangelo, proclamato dal pulpito, che rappresenta la nascita vera e propria della Chiesa del Signore: “tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa”.
Il discorso di Sua eccellenza ha preso le mosse dalle figure dei due santi: “Pietro il pescatore di Galilea e Paolo il maestro e dottore che con diversi doni hanno edificato l’unica Chiesa”. Come ci dice Mons. Tardelli “rappresentano due facce del medesimo Vangelo”. Tardelli ha confermato che molti sono i doni e molti sono i carismi: “ci sono i laici, gli sposi, i missionari, i monaci …” e “ dobbiamo essere orgogliosi di essere in questa Chiesa e dell’elezione da parte di Dio”. Il riferimento al Diaconato di Simone Meini non è un coincidenza: “Simone, ricordati che il Diaconato non è a caso”. E mentre il vescovo ricordava i compiti del diacono tra cui quello di istruire i fedeli alla loro conversione e la recita integrale della liturgia delle ore, un’affermazione importante ha regalato un tributo a questo carisma: “Il popolo di Dio ti riconosca come discepolo del Cristo”.
Il rito del Diaconato di Simone Meini è stato commovente per questo giovane che col suo “eccomi” ha dichiarato di aderire a Cristo. Ed il rettore Don Francesco Ricciarelli ha confermato che Simone è sicuramente degno. Dopo l’elencazione degli impegni dell’eletto da adempiere nell’obbedienza al vescovo ed ai suoi successori, le litanie dei Santi hanno regalato un momento particolare:la prostrazione in segno di devozione e rispetto di Simone Meini. Dopo l’imposizione delle mani e l’ordinazione, i riti esplicativi hanno donato al nuovo diacono un segno di amore e commozione divina: la vestizione degli abiti diaconali, la consegna del libro dei vangeli e l’abbraccio di pace seguiti da un applauso emozionante. La comunione ha, poi suggellato l’alleanza con il signore.
La celebrazione si è conclusa con la benedizione finale. Alla fine tutti i fedeli sono stati invitati ad un momento conviviale presso il seminario. Ma l’emozione conclusiva c’è stata regalata proprio da Simone Meini che vive questo momento “come se si fosse fermato il tempo”. Per il futuro conferma una cosa: “io non so ancora nulla. Aspetto le indicazioni del vescovo”. Non male come primo segno di obbedienza per un giovane diacono.

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