SAN MINIATO - Uno dei problemi emergenti riguardo al dibattito sui temi della famiglia e del gender è quello dell’informazione. I mass media e la scuola sono gli ambiti in cui maggiormente si fa sentire il tentativo di orientare l’informazione e la formazione in direzione di un pensiero unico. Di fronte a teorie che vanno a toccare i fondamenti antropologici della famiglia e della società l’unica risposta efficace è quella del riferimento a dati certi, dello approfondimento dei meccanismi mediatici e pedagogici, dell’informazione sui processi politici che stanno spingendo verso l’approvazione di specifiche norme che andrebbero a colpire le famiglie e i soggetti più deboli, cioè i figli.

Di fronte a questo problema in molte parrocchie italiane stanno nascendo circoli culturali che trattano queste tematiche, svolgendo un’utile azione di approfondimento e animazione anche civile delle comunità.
Un esempio di questo fenomeno è rappresentato dalla rete dei circoli nati intorno al quotidiano La Croce, che è stato, in questi ultimi tempi, uno degli strumento che maggiormente hanno fornito al paese informazioni specifiche sulla diffusione dei progetti ispirati agli studi di genere e sulle dinamiche del dibattito politico sul tema della famiglia, proponendo anche iniziative di mobilitazione.


La vicenda del ddl Cirinnà è un caso esemplare dell’efficacia dell’informazione e della mobilitazione popolare, culminata a Roma in piazza San Giovanni il 20 giugno scorso. Mentre tutti i giornali davano per certa l’approvazione della legge entro l’estate o entro il 15 ottobre, il ddl Cirinnà è stato di fatto ritirato.
Sarebbe auspicabile che in ogni parrocchia e all’interno dei movimenti e delle associazioni cattoliche, si aprisse un dibattito culturale serio sulle tante tematiche (famiglia, bioetica, diritti civili...) e un osservatorio sulle realtà sociali e politiche locali che oggi interrogano così da vicino le coscienze di tutti.
Informare, raccontare, coordinare le iniziative è il lavoro che anche nell’era di internet e delle informazioni sempre disponibili, dovrà essere affrontato in ogni parrocchia affinché la comunità cristiana sia presente e attiva dal punto di vista culturale. Sempre più spesso sentiamo dire che «il sacerdote non sa cosa sia il ddl Cirinnà» o «dopo la Messa abbiamo parlato con alcune famiglie dell’ideologia gender e non sapevano nulla» oppure che non si conosca o si relativizzi la posizione della Chiesa riguardo a delicate tematiche bioetiche. È evidente la necessità di lavorare capillarmente per portare la consapevolezza nelle nostre parrocchie.
Anche nella nostra Diocesi sta maturando il progetto di costituire alcuni circoli che entrino in rete per favorire anche sul nostro territorio una maggiore coscienza su queste e altre problematiche attuali.

Seguici su Twitter

I cookie rendono più facile per noi fornirti i nostri servizi. Con l'utilizzo dei nostri servizi ci autorizzi a utilizzare i cookie.
Maggiori informazioni Ok Rifiuta