DALLA DIOCESI - I temi che toccano le nostre convinzioni più profonde sono sempre divisivi. "Mai senza l’altro", diceva Michel de Certeau. Non è pensabile e neanche auspicabile che ci sia una completa uniformità di opinioni, visioni della vita, obiettivi. Purtroppo, su alcune questioni si è assistito ultimamente all’affermazione sempre più arrogante di un pensiero unico. E’ questo il caso dell’equiparazione (o quasi) dei diritti delle coppie di fatto alle coppie sposate.
Anche sui social network, i sostenitori del DDL Cirinnà, si sono scagliati in una serie di ragionamenti al limite del volgare. Colpiscono soprattutto e fanno davvero male i commenti di coloro che per un lungo tratto hanno condiviso un cammino nella Chiesa e ora sputano veleno verso i loro stessi amici rei di sostenere il concetto naturale di famiglia, delegittimato evocando gli inveterati cliché dei padri assenti e donnaioli.Duole che anche molti che in passato hanno avuto incarichi importanti all’interno della Chiesa si scaglino con tale prepotenza nei confronti di chi non la pensa come loro. È una brutta pagina di storia quella che stiamo vivendo, sia nella comunità civile che cristiana. Una pagina che poteva essere un importante momento di dibattito serio sulle questioni civili, che invece si è trasformata in un’ escalation che di volgarità, arroganza, opportunismo, che speriamo al più presto di poter dimenticare.

 

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