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DALLA DIOCESI - Prosegue il percorso di conoscenza con la realtà diocesana del nostro vescovo. Venerdì pomeriggio, in una sala gremita del Seminario, in occasione dell’incontro degli insegnanti di religione della Diocesi, al termine dell’annuale corso di aggiornamento, è intervenuto anche mons. Andrea Migliavacca. Gli onori di casa sono stati fatti da don Pierluigi Polidori, responsabile del Servizio per l’Insegnamento della Religione Cattolica, che ha spiegato le ragioni dell’incontro e ha dato la parola agli insegnanti stessi che presentavano gli esiti dei loro lavori di formazione annuale. Il vescovo, in un clima di grande familiarità, si è accomodato in platea e ha seguito con estremo interesse gli elaborati proposti dai gruppi di insegnanti. Al termine delle relazioni, il presule non ha fatto mancare ovviamente parole di elogio per i lavori presentati – tutti davvero interessanti e perfettamente coerenti con ciò che i programmi ministeriali prevedono per i vari ordini di scuola –.
 
L’intervento del vescovo si è poi focalizzato sull’importanza dell’insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole e più in generale sul ruolo educativo cui gli insegnanti sono chiamati a rispondere in tutte le fasi della crescita di un bambino nel diventare ragazzo e adolescente. «Un incarico di grande responsabilità – quello dell’insegnante – che è prima di tutto educatore; e a maggior ragione, quello dell’insegnante di religione cattolica è un incarico delicato, perché si inserisce in un contesto socio culturale in trasformazione». È chiaro infatti che l’insegnamento della religione sta necessariamente affrontando, negli ultimi anni, la sfida portata dal cambiamento di mentalità dei bambini e dei ragazzi - principalmente causata dall’irrompere delle nuove tecnologie nella vita di tutti i giorni, compresa la scuola - ma anche dalla trasformazione della società che va sempre più verso una multi etnicità che deve portare a strategie didattiche nuove. Si assiste infatti, accanto a coloro che scelgono di non avvalersi dell’insegnamento della religione (in maggioranza studenti stranieri provenienti da famiglie di religione islamica), anche a un crescente numero di studenti che, pur provenendo da tradizioni religiose differenti, decidono di avvalersi dell’IRC e di seguire quindi i programmi ministeriali per quella materia. Consapevole quindi del lavoro degli insegnanti il vescovo ha voluto ringraziare per il “servizio” che prestano, e che egli conosce bene avendo tenuto l’insegnamento di religione nel Liceo classico parificato della diocesi di sua provenienza. «So’ qual è il carico di lavoro che vi compete, e che non si esaurisce affatto nelle ore di lezione frontali. Anzi, è maggiore il tempo che vi impegna nella preparazione a casa, e poi in tutte le attività pomeridiane nei consigli di classe e nei collegi docenti. Sono consapevole – ha detto – soprattutto del lavoro umano, che riguarda il rapporto con gli studenti e le famiglie, ma anche quello con i colleghi dei consigli di classe dove, spesso, il parere dell’insegnante di religione è ascoltato con interesse». Su questo punto, in particolare, bisogna sfatare infatti ciò che la vulgata comune pensa in merito all’ IRC. L’insegnante di religione, come gli altri colleghi, segue tutte le attività di formazione e di aggiornamento indicate dalla scuola come obbligatorie e presenzia a tutte le riunioni collegiali. In molti casi inoltre, il suo ruolo nella scuola non si esaurisce con la didattica e la formazione, ma abbraccia anche tutta una serie di incarichi che presidi e direttori didattici decidono di affidare loro per le competenze specifiche. Al termine della improvvisata conferenza il vescovo ha voluto ringraziare formalmente il lavoro svolto quotidianamente dal direttore del Ufficio per l’IRC e dai suoi collaboratori nel delicato compito che svolgono, soprattutto in ragione del fatto che questo ufficio è quello che più di ogni altro fa relazionare la Diocesi, e la Chiesa in generale, con la società e il mondo esterno attraverso la scuola. Tra sorrisi e strette di mano il vescovo ha concesso infine una foto ricordo con tutti i presenti, e ha salutato con l’arrivederci alla prossima occasione di incontro.

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