romero

SAN MINIATO - La rappresentazione del "Martirio del Pastore" di Samuel Rovinski sul palcoscenico del Dramma Popolare di San Miniato, un’opera che com’è noto, tratteggia la figura del vescovo Oscar Romero, stimolerà, ne siamo certi, una nuova riflessione su quella che è stata la vicenda storica del Beato nel contesto politico e sociale degli anni Settanta in America Latina e, più in generale, nel mondo.
I fermenti del Vaticano II e la coincidenza con i primi passi di una rivoluzione dei costumi che, con la sua critica alle tradizioni, avrebbe sconvolto gli equilibri sociali e culturali della civiltà occidentale, segnavano una stagione, quella degli anni Settanta, di grande dibattito anche all’interno del mondo ecclesiale.


Se in Europa la guerra fredda aveva contribuito al mantenimento di un certo equilibrio, l’America latina era attraversata da forti spinte centrifughe: la concentrazione della ricchezza nelle mani di un’oligarchia, le dittature militari che schiacciavano i diritti delle classi più umili, la corruzione dilagante nella classe dirigente. In una parola, l’oppressione sanguinosa di ogni forma di libertà individuale.
Mons. Romero, nominato vescovo di El Salvador, si cala in questo contesto, schierandosi dalla parte dei più poveri e degli oppressi, denunciando al mondo la tragica realtà delle dittature militari latino-americane. Come altri vescovi di quell’arera geografica, mons.Romero è stato espressione di una gerarchia ecclesiastica che si frappone tra le dittature dispotiche e le richieste di giustizia degli esclusi.
I fatti di sangue, sempre più frequenti, che colpirono persone e collaboratori cari a mons. Romero, lo spinsero ancora più convintamente a una presa di posizione che pagò con il martirio. In odium fidei.
La sua figura luminosa di Vescovo dovette affrontare le calunnie e i sospetti derivanti dal difficile rapporto tra gli esponenti della teologia della liberazione, che collegavano il pensiero marxista di lotta di classe con la riflessione di fede, e la Santa Sede che nutriva preoccupazione per le derive materialiste a cui questo pensiero era soggetto.
Alla teologia della liberazione, Romero oppose una teologia della salvezza integrale dell’uomo, che univa la liberazione dalla schiavitù radicale del peccato al riscatto sociale dell’uomo dalla povertà e dall’ingiustizia.

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