aaxaxaazbn

DALLA DIOCESI - Nel proseguire la mia ricerca sui canti satirici popolari di argomento anti-clericale in Italia ho notato come questo specifico genere, dopo la fioritura tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, abbia conosciuto una fase di recessione.Tra gli anarchici e i socialisti cominciò infatti a serpeggiare una vena autocritica nei confronti del tradizionale anticlericalismo aggressivo, di cui constatavano l’inefficacia e gli esiti anti-democratici.
“L’anticlericalismo assume troppo spesso il carattere di inquisizione razionalista”, scriveva l’anarchico Camillo Berneri nel 1936: “Un anticlericalismo illiberale, qualunque sia la colorazione avanguardista, è fascista. […]. Mussolini da mangia-preti è finito uomo della Provvidenza. Podrecca, l’asinesco direttore dell’Asino, è finito fascista e bacia-pile. L’anticlericalismo grossolano in auge in Italia fino al 1914 ha dato i voltafaccia più spettacolosi; e non poteva essere altrimenti, poiché alla virulenza settaria si univa la superficialità intellettuale e la rigatteria culturale”.


Le espressioni più violente di ostilità alla Chiesa e alla religione andarono quindi declinando fino al secondo dopoguerra, quando una nuova ondata anticlericale fu provocata dallo scontro tra filo-occidentali e filo-sovietici in occasione delle prime elezioni democratiche del 1948. La Chiesa cattolica si schierò apertamente a sostegno della Democrazia Cristiana contro i partiti del Fronte Popolare. In seguito alla sconfitta elettorale della sinistra, si scatenò una martellante campagna di diffamazione ai danni della Chiesa e del Papa. La scomunica ai comunisti (1° luglio 1949) contribuì ad esacerbare gli animi. Una testimonianza dell’aspro confronto di quegli anni è data dalla produzione di canti popolari, spesso adattati a melodie di canzoni in voga, che prendevano di mira l’establishment democristiano e il clero, accusato di strumentalizzare la religione a fini di propaganda politica.
La produzione "quarantottesca" documenta l’affermarsi di alcuni cliché che alimenteranno l’avversione alla Chiesa in ambito popolare nei decenni a venire. La vittoria della Democrazia Cristiana era attribuita a una propaganda fatta di statue piangenti e processioni della Madonna pellegrina, all’uscita di monache di clausura e degenti del Cottolengo trasportati ai seggi elettorali, al plagio dei fedeli ignoranti da parte di parroci senza scrupoli.
Curiose inversioni temporali sono documentate da Vittorio Messori nel primo volume dell’opera Pensare la storia, in cui il giornalista fa notare, tra l’altro, che il miracolo della Madonna delle lacrime di Siracusa, spesso associato alla propaganda elettorale del ’48, in realtà è accaduto nel 1953.
Nel revival folkloristico degli anni ’60-70, quando i vari canzonieri popolari e cantautori militanti portavano a teatro vecchie composizioni anticlericali, Dario Fo ne produceva di nuove contribuendo a dare un’immagine bieca della Chiesa e del Papa. Ad esempio, secondo Fo, “Pio Dodicesimo ebbe compassione / verso il cardinale arcivescovo di Berlino / che diede nel ’41 la gran benedizione / al Führer assassino” (da Guerra di popolo in Cile, 1973). In realtà l’arcivescovo von Preysing, insieme a von Galen e altri vescovi tedeschi, stilò proprio nel 1941 un documento di condanna del nazismo. Ma il futuro premio Nobel lo sapeva bene che la calunnia e l’odio ideologico possono fare a meno della verosimiglianza storica.

Seguici su Twitter

I cookie rendono più facile per noi fornirti i nostri servizi. Con l'utilizzo dei nostri servizi ci autorizzi a utilizzare i cookie.
Maggiori informazioni Ok Rifiuta