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DALLA DIOCESI - Ormai le vacanze sono agli sgoccioli e già si scaldano i motori per la partenza dell’anno scolastico. Accanto alle classiche alternative tra scuola pubblica e scuola paritaria vogliamo portare all’attenzione dei nostri lettori e del territorio un’esperienza interessante maturata all’interno del paese di Staggia Senese: quella della scuola parentale. Un paese di poco più di tremila anime in provincia di Siena ha visto l’iniziativa di  un gruppo di mamme e di papà che hanno deciso di occuparsi in prima persona dell’educazione dei propri figli.
La scuola parentale che si ispira al modello di Home-schooling, nato in America una trentina di anni fa, sta mettendo radici anche nel nostro Paese e nella nostra regione.
I genitori di Staggia si sono rivolti al parroco chiedendo la disponibilità di locali per la loro scuola. E’ qui che i figli in età scolare hanno cominciato a frequentare le lezioni di una scuola che si presenta notevolmente diversa rispetto a quella cui siamo abituati a pensare.
"Desideravamo una scuola cattolica, ma soprattutto libera, cioè una scuola che ci garantisse la piena responsabilità educativa dei nostri figli. Cercando, abbiamo scoperto la realtà delle scuole parentali già presenti in tutta Italia, per esempio a Bologna la scuola parentale "Mariele Ventre". In Toscana non ne esisteva ancora una, dunque ci siamo detti: perché non iniziare noi?", racconta una delle mamme coinvolte nell’inizativa.
L’istruzione dei figli è affidata a persone di fiducia, insegnanti qualificati, che seguono i bambini in classi di massimo 10 alunni, con il ritorno alla formula della "maestra unica", che permette un rapporto molto stretto con i bambini e una collaborazione più efficace con le famiglie.
Naturalmente queste esperienze sono perfettamente legali. Anzi, garantiscono un diritto sancito dalla Costituzione: “è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli”. Ciò significa che l’istruzione dei figli è in primis una responsabilità dei genitori, non dello Stato. Per costituire una scuola parentale è sufficiente inoltrare una comunicazione scritta alla direzione didattica di competenza in cui il singolo dichiara di prendersi carico in prima persona dell’istruzione del figlio. A quel punto la palla passa ai genitori che decidono personalmente come procedere.
A Staggia Senese si svolgono i programmi ministeriali, che vengono annualmente verificati con un’esame della preparazione degli studenti, ma in più viene offerta una personalizzazione del percorso educativo che include attività formative extracurricolari che difficilmente sarebbero attuabili in una scuola standard.
E’ possibile che queste esperienze possano essere replicate anche nel nostro territorio? Può un progetto del genere contribuire a ridurre o addirittura risolvere alcuni dei problemi che la scuola pubblica si porta dietro da anni (precarietà degli insegnanti, sovraffollamento delle classi, bullismo...)? Prospettive, queste, su cui sarebbe opportuno interrogarsi.

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