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DALLA DIOCESI - Rete di Pace. Religioni e Culture in dialogo”. Questo il titolo dell’Incontro Internazionale svoltosi ad Assisi a trent’anni dalla storica preghiera interreligiosa voluta da san Giovanni Paolo II nel 1986. I leader e i fedeli di diverse religioni da ogni parte del mondo si sono incontrati di nuovo nella città di San Francesco per dialogare, confrontarsi e pregare. L’iniziativa è stata promossa dalla Diocesi di Assisi, dai Francescani e dalla Comunità di Sant’Egidio, insieme ad altri partner ecclesiali e civili.
Tanti gli argomenti trattati nelle tavole rotonde svoltesi tra il Sacro Convento di Assisi e Santa Maria degli Angeli: la dignità della vita umana, la lotta alla povertà, il rapporto tra religioni e violenza, la globalizzazione, l’ecologia, le migrazioni e l’accoglienza, l’unità dei cristiani, la collaborazione tra le religioni per la pace e molte altre tematiche di grande attualità. La preghiera è avvenuta in luoghi diversi, ognuno assegnato agli appartenenti di una specifica tradizione religiosa. Tutti, poi, si sono riuniti sulla Piazza Inferiore del Sacro Convento per la cerimonia finale, alla presenza di Papa Francesco.


Ancora una volta le voci delle religioni si sono unite per esprimere la sete di pace che alberga nel cuore di ogni uomo di buona volontà. Questo desiderio che lo Spirito Santo ha disseminato tra gli uomini e all’interno delle varie tradizioni religiose è uno di quei semi di verità e di grazia che rendono possibile il dialogo, la condivisione e anche la preghiera congiunta di fedeli di culti diversi.
Da una parte si deve senz’altro escludere la visione per cui tutte le religioni sarebbero equivalenti e tutti pregheremmo lo stesso Dio sotto nomi diversi. Sposare una tesi simile equivarrebbe a negare ogni valore di verità non solo alla rivelazione cristiana ma anche a tutte le religioni in generale.
D’altra parte bisogna evitare di cadere nell’errore opposto: quello cioè di affermare che, al di fuori della Chiesa Cattolica, tutte le tradizioni religiose siano fallimentari e prive di valore salvifico.
Gli effetti della redenzione operata da Cristo, unico Salvatore e Mediatore tra Dio e gli uomini, sono talmente abbondanti da traboccare al di fuori dei confini della Chiesa visibile, rendendo potenzialmente salvifico quanto di vero e di buono c’è nelle diverse religioni e culture. Questo affermava san Giovanni Paolo II nell’enciclica Redemptoris Missio: «La presenza e l’attività dello Spirito non toccano solo gli individui ma la società e la storia, i popoli, le culture, le religioni. Lo Spirito infatti, sta all’origine dei nobili ideali e delle iniziative di bene dell’umanità in cammino […]. È ancora lo Spirito che sparge i “semi del Verbo”, presenti nei riti e nelle culture, e li prepara a maturare in Cristo» (n. 28).
Ed è precisamente questo che accade quando i rappresentanti di diverse religioni si riuniscono e pregano insieme per il dono della pace.

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