Persi nei commenti sulla «terza guerra mondiale a pezzi» non ci siamo accorti che a Spoleto, saltando giù dal Ponte delle Torri, in un mese e mezzo si sono tolti la vita due diciassettenni. Così scrive una ragazza, loro coetanea, al vescovo della città Umbra: «Ho paura… Il suicidio nella mia classe è un tabù; è più importante terminare i programmi e riempirci la testa di matematica e di italiano, mentre nessuno ci guarda e ci chiede “come stai?”. È questa corsa continua che lascia indietro chi non tiene il passo. Una corsa che a quell’età dovrebbe somigliare di più a quella degli apostoli verso il Sepolcro vuoto, dove la morte è stata sconfitta.