SAN MINIATO - Leggendo le tante dimostrazioni di affetto, i saluti, i riconsocimenti che in questi giorni vengono indirizzati a mons. Tardelli, è possibile leggere un tratto comune. Tutte le istituzioni, economiche, sociali, politiche, pur nella diversità di rapporti e di intenti, hanno riconsociuto unanimemente al neo eletto vescovo di Pistoia un ruolo importante di guida del territorio di questa diocesi, e non solo spirituale.


Ne parla anche il presidente della fondazione Crsm Antonio Guicciardini Salini intervista affermando che «è un vero peccato che il vescovo lasci San Miniato proprio ora, anche perché è una figura che da dieci anni consoce e vive profondamente il nostro territorio. Purtroppo, non c’è ancora nelle comunità nostrane la consapevolezza di essere una grande città di oltre centomila abitanti, e non una moltitudine di piccoli centri. Questo modo di pensare non porta certo risorse a questo territorio. Ora più che mai è il momento di fare squadra e superare i limiti dei campanilismi».
Ovviamente non ipotizziamo un ritorno al potere temporale della chiesa, ma è da rilevare come Tardelli in questi anni abbia rappresentato un punto di riferimento per gli attori istituzionali ed economici del territorio diocesano.
Adesso occorre guardare al futuro, in un momento delicato nel quale stanno cambiando profondamente le isituzioni locali, il ruolo della politica, del volontariato e dell’impegno civile, di qualsiasi colore esso sia.
Occorre pertanto fare una riflessione seria anche sulle modalità di governo di questa grande città del cuoio,  e le terre di valdera e valdinievole, per rispondere, lontano dai campanilismi, in modo nuovo alle sfide del futuro.

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