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DALLA DIOCESI - Quando è stato chiesto a Marisa Bonini e ad Andrea De Conno, responsabili di zona di Agesci, l’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani, qual’era stata la loro reazione alla notizia che il nuovo pastore di San Miniato sarà Andrea Migliavacca, già assistente scout in diocesi di Pavia, hanno confermato la loro felicità.
In particolare Marisa Bonini ha detto che «dopo tanti anni che uno vive negli scout è una gioia immensa sapere che il nuovo vescovo avrà una formazione scout. Questo perché la formazione scout consente un’apertura alle situazioni leggermente diversa». «Nella crescita di uno scout – ha affermato De Conno – ci sono quei principi di libertà, di scelta, di fratellanza che portano il bambino o la bambina di otto anni ad essere gli uomini o le donne della partenza, che hanno fatto una scelta di fede, di servizio per giungere ad essere dei buoni cittadini e buoni cristiani».


Ma cos’è lo scautismo? Come riferito da De Conno «lo scautismo nasce 100 anni fa dall’intuizione di un militare inglese, Baden Powell, che in realtà ha fatto una grande opera di pace in vista della prima guerra mondiale. Secondo Powell in ogni essere umano c’è una percentuale di bontà che lo scautismo contribuisce a sviluppare. Si tratta di un metodo personalistico che trova fondamento nella vita all’aria aperta».
Lo scautismo cattolico, AGESCI in prima linea, fa, poi, un ulteriore proposta alla quale i giovani sono liberi di aderire o non aderire, la fede nel Dio vivo e risorto. Come dice De Conno: «Ciò significa, nell’arco di tempo di crescita di uno scout, imparare ad incontrare Dio nella natura, nei fratelli, nel servizio, nella strada, nel gioco».
Dagli 8 ai 21 anni i ragazzi si suddividono in fasce d’età ed ogni età ha i propri impegni, le proprie responsabilità, i propri campi di specializzazione.
Per quanto riguarda i capi è prevista una formazione locale, regionale e nazionale e nel patto associativo dichiarano la loro scelta cristiana e politica di impegno per la risoluzione per i problemi sociali. L’importante per costoro è lavorare e stare a stretto contatto con i giovani: due o tre ore a settimana, le uscite, i campi scout per i quali, secondo Marisa Bonini «ogni impegno va preparato, concretizzato, portato avanti in maniera continuativa». Le comunità capi, al cui interno vi sono gli assistenti ecclesiastici, sono, poi, il punto di forza dell’organizzazione scoutistica cattolica tipicamente italiana.
A livello locale, nella diocesi di San Miniato si contano quattro gruppi per un totale di 450 censiti: Fucecchio, Orentano, Ponsacco, Casciana Terme. I gruppi sono una realtà attiva continua da sessanta anni.
Secondo De Conno, infine, proprio perché «gli scout si rivolgono a quei ragazzi di frontiera che non vanno a messa, che sono in crisi con la Chiesa, essi possono essere garanti di quel messaggio di Papa Francesco che Don Andrea MIgliavacca ha fatto proprio, “partirò dal centro della periferia” sviluppando così un nuovo approccio alla propria missione.

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