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SAN MINIATO - Nel pomeriggio di domenica 3 gennaio, mantenendo una tradizione ormai consolidata dai suoi predecessori, il vescovo Andrea ha consegnato ai sindaci dei comuni diocesani, illustrandone i concetti di base, il messaggio di Papa Francesco per la celebrazione della giornata mondiale della Pace: Vinci l’indifferenza e conquista la pace.
E’ stato innanzi tutto il primo incontro ufficiale, dopo l’entrata in diocesi, del nuovo vescovo con le autorità istituzionale nelle sede vescovile e come in ogni simile circostanza, vi era, nell’attesa, un po’ di trepidazione ed indiscrezione per il primo saluto.
Il vescovo Andrea, con il suo sorriso, ha rotto nell’istante questo velo di ansiosa attesa, salutando fraternamente ogni persona convenuta, stringendole la mano.
Il clima si è fatto familiare: ognuno si è sentito membro di una famiglia allargata, in cui questa sera un suo componente aveva il compito di portare il saluto di Papa Francesco, un saluto umile, saggio, premuroso verso tutti, indicando nel suo complesso i pericoli ed i rischi del momento per l’umanità intera, proponendo soluzioni nel non perdere “ la speranza che il 2016 ci veda tutti fermamente e fiduciosamente impegnati, a diversi livelli, a realizzare la giustizia ed operare per la Pace che è dono di Dio, ma affidato a tutti gli uomini ed a tutte le donne che sono chiamati a realizzarlo”.
Il vescovo Andrea ha lucidamente messo in evidenza le quattro parole con cui Papa Francesco ha esteso il suo messaggio: speranza, indifferenza, misericordia e pace, cause ed effetti per una vita sempre più giusta ed equa.


“Alcuni avvenimenti degli anni passati e dell’anno appena trascorso mi invitano, afferma il Papa, a non perdere la speranza nella capacità dell’uomo, con la grazia di Dio, di superare il male e a non abbandonarsi alla rassegnazione ed all’indifferenza”.
E’ proprio sull’indifferenza che il vescovo Andrea si è soffermato nel commentare i pericoli che ne derivano per l’uomo stesso e per la società nel suo insieme.
“L’uomo pensa di essere l’autore di sé stesso, della propria vita e della società, ammonisce Papa Francesco; egli si sente autosufficiente e mira non solo a sostituirsi a Dio, ma a farne completamente a meno; di conseguenza pensa di non dovere niente a nessuno, eccetto che a sè stesso e pretende di avere solo diritti”.
Un forte accenno viene dato all’indifferenza come rifugio della nostra comodità: “ mentre io sto relativamente bene e comodo, mi dimentico di quelli che non stanno bene”.
In questa triste limitazione umana, l’uomo deve trovare la forza per cercare ed attuare la conversione del suo cuore e prestarsi ad essere misericordioso come il Padre, a prestare aiuto dinanzi all’urgente necessità dei propri simili, come il buon samaritano.
“ La misericordia è il cuore di Dio”.
L’ultima parola che racchiude l’intero significato delle altre: la pace, come “frutto di una cultura di solidarietà, misericordia e compassione” .
E’ qui il nocciolo nel sentirsi cristiani nella morale, cattolici nell’etica di vita.
E’ il richiamo che il vescovo Andrea ha enunciato, ponendo l’attenzione sulle parole del Papa Francesco: “ Desidero formulare un pressante appello ai responsabili degli Stati a compiere gesti concreti ed in favore dei nostri fratelli e sorelle che soffrono per la mancanza di lavoro, terra e tetto”.
Ogni persona per la sua dignità ha diritto ad avere il frutto concreto di queste tre parole ed ognuno di noi deve prestare aiuto creando le dovute opportunità sociali ed economiche.
E’ l’invito del Papa Francesco, è lo stimolo che il vescovo Andrea ha suscitato nelle nostre coscienze.
“Dio non è indifferente! A Dio importa dell’umanità, Dio non l’abbandona” Papa Francesco.

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