simone apertura

«O dillo che sei di Gello!», così mi salutava quando incontravo Mons. Vasco Giuseppe Bertelli. La prima volta ci siamo incontrati a Pontedera e lì ho scoperto che eravamo concittadini, lui nativo di La Borra ed io di Gello. Adesso è in cielo e da lassù prega per me.


«Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la mia predicazione, vuota anche la vostra fede» (1 Cor 15,14).
Questa è la speranza che alberga in me: Gesù è risorto ed io lo annuncio a voi con gioia perché, insieme, formiamo l’unico corpo di Cristo. Questo è bello! Siamo in pellegrinaggio su questa terra ma il bello deve ancora venire e chiamo a testimonianza tutti coloro che ho conosciuto e che adesso pregano per me e spero, siano tutti alla destra di Dio in paradiso, in particolare ricordo i miei nonni, Zeffiro e Giuseppe, lo zio che mi accompagnava alla messa, Renzo, e poi il mio primo parroco, Don Ottorino Guerrini.
«E disse loro: Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò» (Mt 20,4); In sette anni di seminario mi sono accadute molte cose che potrei riassumere in una frase che mi ha detto il nostro vescovo Fausto: «molto hai ricevuto, molto avrai da dare» come dice anche il passo della Parola di Dio «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8). Ringrazio Dio di tutto quello che mi ha dato in questi sette anni in cui mi ha chiamato a stare con lui e mi manda ora, a predicare il Regno di Dio (Mc 3,14).
Andate anche voi nella vigna… mi sono domandato: quale mio merito per aver scelto me? Quale pregio o superiorità? Non ci sono meriti e nemmeno oneri, non si tratta di pregi o difetti, tantomeno di superiorità o inferiorità, mi ha scelto fra tutti, come tutti sono scelti, per compiere questo servizio: annunciare la buona testimonianza, quella per eccellenza: Gesù. Ma tutto questo non sarebbe possibile se non mi fossi caricato della mia croce: «allora Gesù disse ai suoi discepoli: «se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua (Mt 16,24)». Questo è certo! Ce lo insegna anche Papa Francesco nella prima omelia del suo ministero, il 14 marzo 2013.
Quello che è giusto ve lo darò… mi sono domandato: che cosa è giusto per me? Tante cose reputavo giuste per me, ma ho sempre sbagliato perché cercavo invano. Quello che è giusto per me, la mia ricompensa, è molto semplice ed è alla portata di tutti: la santità. Siamo tutti a un passo dalla santità, fatta di servizio e di croce. Vivo questo mio pellegrinaggio con la consapevolezza del mistero che si sviluppa tra la gioia e il dolore.
Oggi, questo mi voglio immaginare: insieme festeggeremo per il dono che Dio farà alla chiesa sanminiatese, il dono di un nuovo diacono e in questo modo accendere una grande luce luminosa sulla terra che possa unirsi alla ancor più grande luce e grande festa che faranno tutti coloro che sono in cielo

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