TORRE - Sabato 7 aprile, nella chiesa parrocchiale di Torre, è stato ricordato Enzo Fabiani, poeta e scrittore nato nel 1924 nella frazione fucecchiese e scomparso a Milano nel 2013. Grande poeta, come è stato concordemente detto dai relatori, Aldemaro Toni, direttore della rivista «Erba d’Arno», Alberto Malvolti, presidente della Fondazione Montanelli Bassi e Rosa Di Benedetto Odazio, studiosa attenta e profonda della poesia di Fabiani, di cui Andrea Giuntini ha letto efficacemente alcune poesie.
Presente, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, l’assessore alla Cultura Daniele Cei che ha manifestato l’intenzione di coltivare la memoria di Fabiani con future iniziative editoriali che possano far conoscere il poeta anche alle nuove generazioni fucecchiesi. È stato anche sottolineata anche la notorietà di Fabiani, di cui hanno scritto e parlato in toni elogiativi critici e scrittori come Italo Calvino, Carlo Betocchi, Giuseppe Prezzolini, Giorgio Caproni, Mario Pomilio, Giovanni Raboni e tanti altri. In particolare Aldemaro Toni si è soffermato sul ricordo della presentazione della raccolta di poesie «Nomen» avvenuta nel lontano 1966 presso l’associazione culturale «Il Poggio», con la presenza del teologo don Divo Barsotti e del poeta Carlo Betocchi, serata memorabile durante la quale Fabiani parlò della sua poesia e dei legami con la sua terra natale. Sia Toni che Malvolti hanno sottolineato l’ispirazione profondamente religiosa della poesia di Fabiani, una religiosità tutt’altro che devozionale, ma vissuta drammaticamente come ricerca di Dio muovendo da una sorta di «Terra desolata» nelle prime raccolte giovanili, fino ad approdare a una visione animata dalla speranza nelle ultime composizioni. La Di Benedetto ha poi analizzato in profondità il percorso poetico di Fabiani dalle prime raccolte (Il legno verde, Le ferite, Nomen) fino alle ultime poesie, in particolare quelle nate dopo la morte della moglie, a cui sono dedicate le bellissime composizioni della raccolta «La sposa vivente». Ma nella poesia di Fabiani, che pure ha vissuto la maggior parte della sua vita a Milano, vibrano spesso anche i ricordi della sua terra, le immagini del Padule di Fucecchio, delle colline delle Cerbaie, i nomi dei vecchi abitanti di Torre che rivivono nei suoi versi come mitiche presenze. Fabiani è stato, oltre che poeta, anche giornalista e critico d’arte ed è stato amico di artisti di grande rilievo come Lucio Fontana e Aligi Sassu. A conclusione della serata Francesco Campigli ha parlato dei rapporti tra Enzo Fabiani e il «cenacolo» di Albisola, in Liguria, ritrovo di importanti artisti del Novecento, di poeti e di scrittori, con i quali - negli anni Cinquanta e Sessanta - il Fabiani strinse importanti rapporti umani e professionali. Il Campigli ha poi accennato ai rapporti tra il poeta e la Parrocchia di Torre, guidata, all’epoca, dal Priore don Giuseppe Mainardi, al quale Enzo Fabiani era profondamente legato. Per questo motivo l’illustre torrigiano donò alla chiesa di Torre un bellissimo crocifisso in ceramica, realizzato ad Albisola, nei primi anni Sessanta, da Aligi Sassu, importante artista del Novecento italiano.