San Paolo11

SAN MINIATO - Da alcuni mesi è cominciata l’attività di riordino e inventariazione dell’Archivio del Monastero di S. Paolo, da cui sta emergendo l’eredità storica dell’ultima comunità religiosa dedita alla vita contemplativa rimasta nella città di S. Miniato: un vero e proprio scrigno di spiritualità e di storia attraverso i secoli.

Nel 1379 donna Margherita, vedova di Paolo Portigiani, avanzò una supplica a Papa Urbano VI affinché potesse fondare un monastero in onore di S. Paolo, da porre sotto l’Ordine di S. Chiara. A S. Miniato, tuttavia, esisteva già un monastero di Clarisse, all’estremità occidentale dell’abitato. Dunque fin dal XIV secolo, erano presenti due comunità di Clarisse, a cui si aggiunsero le Domenicane del Monastero della SS. Annunziata, le Camaldolesi di Montappio e le Agostiniane di S. Trinità. A S. Miniato, inoltre, ebbe origine il Monastero di S. Monaca, poi riedificato a Firenze.
L’anno 1370 costituisce uno spartiacque nella storia sanminiatese, poiché in quell’anno il Comune di S. Miniato fu sottomesso alla dominazione fiorentina, smembrato di alcuni territori e sottoposto al nuovo regime fiscale. Durante l’assedio una porzione dell’esercito fiorentino fu dislocata alle Colline, da cui avanzava attacchi verso la Porta di Ser Ridolfo. Dunque il S. Chiara, fra il luglio 1369 e il gennaio 1370, si trovò nelle stesse condizioni patite durante l’offensiva pisana del 1315, cioè nel mezzo fra gli assediati e gli assedianti, con le inevitabili conseguenze per la comunità religiosa. Per questo Urbano VI acconsentì alla fondazione del nuovo monastero, stavolta all’interno del perimetro cittadino, in modo da offrire un rifugio alle religiose di S. Chiara ogniqualvolta, a causa di guerre e scorrerie di soldatesche, si fossero trovate in grave pericolo. Questa «vocazione» all’accoglienza è una delle peculiarità della comunità di S. Paolo, che nel corso dei secoli ha continuamente rinnovato: ad esempio, durante la Seconda Guerra Mondiale (1944) ospitò decine di sfollati, oltre ad accogliere le Domenicane della SS. Annunziata di Empoli.
La semplice quotidianità della vita contemplativa delle monache di S. Paolo, testimoniata dalle visite pastorali intercorse durante i secoli, fu bruscamente interrotta nel 1808: con le soppressioni napoleoniche le religiose furono costrette ad abbandonare il monastero trovando accoglienza presso S. Chiara. Per la città questa soppressione fu molto grave poiché a S. Paolo era presente una scuola, un educandato e una spezieria - una sorta di farmacia - attiva dal ’600, che serviva per le necessità non solo delle religiose, ma anche per quelle della comunità cittadina.
Grazie all’intervento del Vescovo di S. Miniato, il Beato Pio Alberto Del Corona, le ultime religiose presenti a S. Chiara tornarono ad abitare presso S. Paolo nel 1890. La rinascita della comunità religiosa fu salutata felicemente da tutta la popolazione sanminiatese. Nei locali adiacenti le monache aprirono un asilo infantile, rimasto attivo fino agli anni ’70 del ’900. Fu allestita anche una scuola femminile sul modello dei conservatori. L’«Asilo delle Monache» è stato un punto di riferimento importante per la comunità cittadina: durante le due guerre mondiali, con gli uomini al fronte e le donne impegnate nelle fabbriche e nei campi, i bambini furono accolti in un ambiente sereno e formativo, così come nel Dopoguerra, con il boom economico e l’universo femminile proiettato verso un’emancipazione sempre maggiore. In tanti a S. Miniato, ricordano ancora oggi con gioia e commozione gli anni felici della propria infanzia, passati all’Asilo con Suor M. Maddalena Mosconi, Suor Anna M. Quercegrossi, Suor M. Luigia e Suor M. Antonina Cammilli sorelle, Suor M. Pia e Suor M. Giacinta Fagorzi Abbadessa.
Una vita ricca di relazioni con la comunità cittadina, segnata da episodi significativi come il «Teatrino» allestito presso la Parrocchia di S. Caterina nel 1945, che vide le monache impegnate nella realizzazione delle scenografie, delle decorazioni e dei burattini. Più tardi, nel 1973 l’artista sanminiatese Dilvo Lotti donò al Monastero un quadro raffigurante La nascita di Gesù Bambino e l’uomo prigioniero del peccato che aspetta la redenzione mediante la Fede e la preghiera.
Nei registri conservati nell’archivio, una particolare attenzione è riservata alle offerte, tutte debitamente annotate, fra cui quelle della S. Sede e di personalità del calibro di Giorgio La Pira (almeno 42 fra il 1950 e il 1960), segno di una rete di relazioni che andava oltre la città e si inseriva nel fermento del Cattolicesimo italiano del Dopoguerra. Sono anni in cui nasce la Federazione delle Monache Clarisse Urbaniste d’Italia (1958), il cui primo consiglio federale fu presieduto da Suor M. Giacinta Fagorzi Abbadessa di S. Paolo.
Quando l’attività di riordino e inventariazione sarà completata l’archivio potrà essere messo a disposizione degli studiosi e costituirà un’importante punto di riferimento per la ricerca storiografica sanminiatese e non solo.

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