Pantaleo

APPARITA - La casa del popolo di Apparita si è trasformata, lo scorso venerdì 7 settembre, in una sala conferenze. Gremita come non ci si aspettava. Oltre cento persone per ascoltare il dibattito pubblico che il Comitato San Pantaleo, insieme al circolo Arci e alla Parrocchia, avevano organizzato con il patrocinio dell’amministrazione comunale di Vinci.

Partiamo però dalla fine del convegno, cioè dalle dichiarazioni del Sindaco Torchia che ha assicurato ai presenti, quasi solennemente, «che l’amministrazione spera di poter comunicare per l’anno 2019 (quello delle celebrazioni leonardiane) l’apertura del cantiere a San Pantaleo e l’inizio del restauro». Dichiarazione importante, certo, che ha rassicurato in qualche modo i presenti sul destino del luogo storico dove dimorò la madre di Leonardo, la misteriosa Caterina che anche due illustri studiosi stranieri - Walter Isaacson e Martin Kemp - hanno identificato, con tesi diverse, proprio nel popolo di San Pantaleone. Lo stesso don Antonio, in rappresentanza dell’attuale proprietà, cioè la parte di pertinenza parrocchiale, non si è sbilanciato ma ha voluto anch’egli rassicurare tutti sul destino del borgo che, in accordo con la curia vescovile, non verrà snaturato nella sua storicità, nel suo aspetto sacro e culturale. 

La serata, presentata da Nicola Baronti, tra i fondatori del Comitato, è stata l’occasione per ricordare i primi dieci anni di attività, le numerose iniziative, la via di Caterina, le mostre, i presepi, i premi giornalistici, organizzati a San Pantaleo negli anni della riapertura della chiesa voluta da don Antonio, con il solo aiuto dei volontari. Tutti i presenti hanno seguito con gli occhi spalancati, e qualche lacrima per le persone illustri che sono passate di qui lasciando un notevole contributo storico, e che sono venute a mancare negli ultimi anni (Romano Nanni direttore della Leonardiana, Carlo Pedretti studioso di Leonardo, Graziano Concioni per anni archivista diocesano). Poi gli studenti di architettura Lorenzo Sani, Rebecca Sani ed Elia Zoppi, che hanno mostrato una proposta accademica di restauro complessivo del borgo e installazione di un museo legato a Leonardo e la natura, proprio nei locali dell’attigua «compagnia». Il loro lavoro certosino è stato «donato» alla comunità di Vinci, ai parrocchiani di San Pantaleo e alla Curia vescovile, nella speranza che la proposta di intervento possa trovare seguito e non restare un semplice esercizio accademico. Hanno fatto seguito la relazione di Alessandro Vezzosi - uno degli studiosi più illustri di Leonardo al mondo - sul tema del paesaggio materno di Leonardo. Infine l’assessore alla cultura Paolo Santini ha parlato dei doveri costituzionali dei cittadini, tra cui la tutela del paesaggio e dei beni architettonici.
Così la conferenza è terminata richiamando tutti al dovere della salvaguardia. Dovere morale dei proprietari di oggi, e di domani, per ricordare degnamente chi nei secoli si è adoperato per questo luogo «versando lacrime e sangue», ha detto un relatore. Certo anche il Comitato farà la sua parte mettendo a disposizione di chi vorrà interessarsi al bene del luogo dieci anni di idee, iniziative, ricerche scientifiche. Tutto gratuitamente e in spirito costituzionale di servizio. Alla fine della serata sono state distribuite delle cartoline. Sì, le vecchie e ormai desuete cartoline postali da inviare a parenti lontani, ad anziani residenti emigrati, alle istituzioni. Un gesto romantico ed affascinante, in linea con la magia del borgo di San Pantaleo, che certo non passerà inosservato.

 

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